Nel capoluogo lombardo si è chiuso questo weekend il programma di “Fare Milano”, la kermesse lanciata dal sindaco Beppe Sala per immaginare la città del futuro (soprattutto post Covid). Ultimi due appuntamenti del sindaco con Ada Colau, sindaca progressista di Barcellona e con Carlo Ratti, nome di pregio nel panorama dell’architettura meneghina. Sullo sfondo le elezioni comunali 2021. Il centrodestra non ha ancora ufficializzato il proprio candidato per Palazzo Marino e prosegue la sfida a distanza fra il professor Paolo Veronesi e il bocconiano Maurizio Dallocchio. A sinistra si attende (ormai da mesi) una decisione di Beppe Sala che non arriva e nel partito democratico di primarie eventuali nemmeno si discute più. Se la scelta del primo cittadino influenza anche le possibili alleanze con Italia Viva, Azione di Carlo Calenda, Sinistra Italiana, SinistaXMilano, Radicali e +Europa, ora c’è un’altra grana da risolvere sul fronte coalizione. Quella dei grillini che hanno messo in campo il nome di Stefano Buffagni, vice minsitro allo Sviluppo economico, ex consigliere regionale in Lombardia e pezzo da novanta del Movimento. Rumors lo hanno dato per settimane in lizza a Milano. Lui non conferma ma nemmeno smentisce. La sua candidatura è da leggere sotto una luce più ampia per la tornata di amministrative 2021. Come si comporterà il Pd nelle due principali città governate dai Cinque Stelle, Roma e Torino? L’unica certezza nella Capitale sembra la ricandidatura di Virginia Raggi per un mandato bis dopo il via libera alla modifica del regolamento interno con una votazione su Rosseau. Nel sondaggio Demopolis-RomaToday la Raggi ne è uscita con un plebiscito fra la base grillina. Nel centrosinistra si sono fatti largo i nomi della senatrice “arcobaleno” Monica Cirinnà, di David Sassoli e Carlo Calenda. Quest’ultimo si è detto contrario alle primarie. A destra nel campo virtuale delle elezioni per ora sono schierati Giulia Bongiorno, l’avvocato di Matteo Salvini nei processi per il blocco delle navi, l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso ma sono girate anche ipotesi “frizzanti” come Vittorio Sgarbi e il conduttore televisivo Massimo Giletti. Chi potrebbe volere la sua parte è Giorgia Meloni che con Fratelli d’Italia è data in ascesa un po’ dappertutto nella penisola. Per Fdi si è fatto il nome di Fabio Rampelli, vicepresidente del gruppo alla Camera ed ex nuotatore italiano. A Torino le trame politiche sono complesse e regna l’incertezza. A uscire per prima dalla corsa è proprio la sindaca Chiara Appendino che di recente si è sospesa dal Movimento dopo la condanna a 6 mesi nel processo Ream. Una scelta che forse apre la strada a un accordo Pd-Cinque Stelle con il candidato da selezionare attraverso primarie (Covid permettendo). Si voterà il 6-7 febbraio e al momento i nomi che hanno già dichiarato la partecipazione sono quelli di Enzo Lavolta, Luca Jahier e Igor Boni ma nulla è escluso. Nel Pd si aspetta ancora l’ufficializzazione del capogruppo in Consiglio comunale, Stefano Lo Russo, e la decisione del senatore Mauro Laus, oltre che dell’ex assessora regionale Gianna Pentenero. Fra i nomi più in voga nei dem anche quello del rettore del Politecnico Guido Saracco in un curioso parallelismo con Milano dove per settimane nelle fila del centrodestra è circolato il nome di Ferruccio Resta, rettore del Politecnico meneghino. Nella città della Mole il centrodestra si presenterà unito (al contrario del 2016) ma non ha ancora ufficializzato un nome. È tornato a circolare quello del popolare conduttore di “Non è l’arena”, Massimo Giletti, evidentemente uno e trino, almeno nei sondaggi. |