Matteo Salvini sembra annaspare. Tra un viaggio a Mosca annullato e una tirata contro le armi all’Ucraina. Crescono le voci, mai sopite, di un dualismo tra Il Capitano e l’area governista della Lega. Scorrono sotto traccia rumors su scissioni, colpi di mano interni e rese dei conti. Come quella prospettata oggi da un retroscena del Corriere della Sera, in cui si parla di un pressing del trio “moderato” composto dai governatori di Veneto e Friuli Venezia Giulia Luca Zaia e Massimiliano Fedriga e dal vicesegretario federale e ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, per ottenere al più presto un incontro urgente con Salvini. Al centro del tavolo la linea politica del Carroccio, le recenti sbandate salviniane e il lancio del brand “Prima l’Italia”, che non va giù all’ala nordista.
Romeo fa da pompiere
Massimiliano Romeo, capogruppo leghista al Senato, con True-News.it cerca di minimizzare il fattaccio e rilancia sull’unità monolitica del partito fondato da Umberto Bossi. “Il dualismo tra Salvini e Giorgetti esiste solo sui giornali. I nostri nemici vogliono dividerci, come hanno cercato sempre di fare, ma la Lega resterà unita per sempre, come ci dice d’altronde la storia del nostro partito”, reagisce Romeo.
Che prosegue il suo ragionamento insistendo sulla tradizione monolitica del Carroccio: “Voglio dire che la storia della Lega dimostra che è sempre stato un partito unito. I nostri nemici non riusciranno mai nell’intento di dividerci”.
Tradizionale compattezza
Romeo risponde a true-news.it da una delle piazze che sta battendo per la campagna elettorale delle amministrative e per quella, difficile, in vista del voto sui cinque quesiti referendari sulla giustizia. “In questo momento sono a un evento per le prossime comunali e sto facendo campagna elettorale per il referendum, perciò sono due o tre giorni che non leggo i giornali, infatti non ho letto il Corriere della Sera che parla della presunta richiesta di un incontro urgente tra Salvini, Zaia, Fedriga e Giorgetti”, smorza Romeo.
Che vuole dare l’idea di una Lega compatta come una falange. “Nella Lega funziona che non facciamo commenti politici sui retroscena, se vuole fare un’intervista può chiedere l’autorizzazione all’ufficio stampa”.
Dibattito silenziato
Ma, senatore, è vero però che i referendum sono passati in sordina, avete colpe? “No, noi stiamo facendo campagna elettorale per il Sì. Il problema sono gli altri che hanno preferito non parlarne piuttosto che schierarsi e fare campagna per il No. Hanno voluto silenziare il dibattito”, risponde il capogruppo della Lega a Palazzo Madama.
Per il quale “sarebbe stato meglio aprire un dibattito in cui si sarebbero confrontate posizioni diverse che silenziare l’argomento come invece è stato fatto.” E ancora: “Ovviamente noi siamo per il Sì ma ci sarebbe piaciuto confrontarci nel merito, ognuno avrebbe potuto votare come voleva, ma noi denunciamo l’annientamento del dibattito”.
Parleremo dopo il voto
La tensione interna per i due appuntamenti elettorali però si percepisce. “Dopo il voto per le comunali e per il referendum certamente parleremo dei risultati che abbiamo ottenuto. In questi giorni l’obiettivo è quello di cercare di eleggere più sindaci possibili e di riconfermare gli uscenti che abbiamo eletto nella scorsa tornata. L’altro obiettivo è quello di portare più gente possibile a votare per i referendum”. Prima di chiudere la telefonata c’è il solito mantra: “La Lega è unita come lo è sempre stata, i nostri nemici non riusciranno nel loro obiettivo di dividerci”.