Perchè leggere questo articolo? Il Comune di Napoli vara un emendamento per introdurre il salario minimo a nove euro anche per i propri appaltatori. “Provvedimento demagogico e inutile” per la destra. E Potere al Popolo avverte: “Il provvedimento è un bluff”.
La prima è stata Firenze. Ora, dopo alcuni Comuni più piccoli della Campania, è la volta di Napoli. Il salario minimo a nove euro sta prendendo piede in alcune città. Dopo lo stop a livello nazionale dello scorso novembre da parte del Governo alla proposta delle opposizioni.
Salario minimo a nove euro a Napoli, perchè le opposizioni hanno detto no
L’emendamento approvato dal consiglio comunale partenopeo riguarda gli appaltatori della città. Lavori stradali, mense scolastiche, cantieri. Ma anche esercizi commerciali ai quali l’ente comunale deve fornire l’autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico. Per Fratelli d’Italia e Forza Italia, che hanno votato contro, si tratta di un “provvedimento demagogico e inutile”. Nel caso teorico di imprese che pagano più di nove euro all’ora, potrebbe apparire un invito a ridurre le paghe. Più concreto il secondo rilievo: “Le ripercussioni negative possono essere devastanti se si scoprisse che molte delle società che lavorano per il Comune, comprese le società partecipate, non hanno adottato criteri retributivi compatibili”.
Ma se i Comuni impongono gare con il massimo ribasso…
Il nodo è probabilmente proprio qui: se gli enti comunali continuano a mantenere come principale criterio nelle proprie gare il massimo ribasso economico, giocoforza le imprese andranno a cercare di limare la loro proposta lavorando proprio su aspetti come la retribuzione dei loro dipendenti. Per inciso, continuando a fornire un vantaggio a quelle realtà che possono attingere per la loro forza lavoro da aree nelle quali il costo rimane inferiore.
Napoli, Potere al Popolo avverte: “E’ un bluff: ecco cosa dice veramente l’emendamento”
Ma non è tutto. Potere al Popolo in queste ore sta denunciando quello che potrebbe essere il “bluff” della Giunta guidata da Gaetano Manfredi. “A Napoli non esiste alcuna proposta di un salario minimo di 9 euro l’ora – dichiarano infatti il portavoce nazionale Giuliano Granato e la consigliera di municipalità Chiara Capretti – Chi dice il contrario mente e prende in giro i lavoratori e le lavoratrici della città”. In che senso? “L’emendamento al DUP (Documento Unico di Programmazione) presentato dal consigliere della ‘Manfredi Sindaco’ Gennaro Esposito e approvato grazie ai voti della maggioranza consiliare non prevede infatti in alcun passaggio l’imposizione di un salario minimo di 9 euro. Semplicemente, si limita a chiedere che per appalti e concessioni venga inclusa una ‘clausola sociale con la quale il soggetto contraente dell’appalto o beneficiario della concessione o della autorizzazione, si impegna ad applicare, a pena di decadenza e/o risoluzione, il contratto collettivo, più attinente all’attività svolta, nazionale o territoriale vigente, stipulato con le organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative, con la corresponsione ai lavoratori impiegati per lo meno della retribuzione minima ivi prevista’”.
“Concretamente significa che, ad esempio, un lavoratore che lavora in appalto presso una partecipata del Comune in qualità di vigilante, non potrà beneficiare che del CCNL Vigilanza e Servizi Fiduciari, che prevede paghe minime intorno ai 5 euro lordi l’ora“, aggiungono.