Perché leggere questo articolo? Salvatore Baiardo, fiancheggiatore dei Graviano e discusso premonitore dell’arresto di Matteo Messina Denaro. Ora è candidato sindaco a Bagheria. Tecnicamente è un uomo libero, per colpa delle lungaggini giudiziarie che hanno impedito l’attuazione della legge Severino. Baiardo si candida su TikTok con “Povera Patria” di Battiato. Povera Sicilia e poveri noi, verrebbe da dire...
L’ufficialità arriva su TikTok, confermata poi in radio a La Zanzara. E già, ce ne sarebbe da dire. Oltre al medium, dove il discusso personaggio conta quasi 40 mila followers, c’è anche il sottofondo. “Povera Patria” di Franco Battiato è la canzone scelta per il video promozionale con cui lanciare la candidatura. Un’altra canzone del maestro Battiato, forse, sarebbe stata più consona per la candidatura di Salvatore Baiardo. “Bandiera Bianca” in quel verso che canta “in quest’epoca di pazzi / ci mancavano gli idioti dell’orrore“.
Salvatore Baiardo, candidato tra TikTok e Zanzara
Da giorni ha tempestato il suo profilo Tiktok di santini elettorali, di volantini e di annunci pubblici: Salvatore Baiardo, già condannato a 4 anni per il favoreggiamento dei fratelli Graviano, i capimafia di Brancaccio che ordinarono l’assassinio di don Pino Puglisi, si candida, a suo dire, a sindaco di Bagheria (Palermo) per il “Partito dei poveri”.
Chi pensa che possa trattarsi di una boutade sbaglia, perché è stato lo stesso Baiardo a confermare il tutto a La Zanzara. “È già stato depositato tutto, per questo ho dato la notizia”. Qual è il simbolo di questo partito? Un paio di manette?” chiede il co-conduttore del programma, David Parenzo. “Non so chi sia lei – avverte Baiardo – ma la guardo su La7. Perché queste cose no me le dice in faccia?”. “Questo non è un messaggio rassicurante”, ironizza Cruciani. “Chiedo scusa direttore – risponde Parenzo – Detto da uno che è stato vicino ai Graviano, non è esattamente un messaggio di pace”.
Fiancheggiatore di mafia e candidato sindaco a Bagheria
Parla di sè in terza persona. Durante la telefonata trasmessa in radio, Baiardo nega anche di essere attualmente agli arresti domiciliari. Anzi, nega di esserci mai stato, al contrario di quanto è noto alla stampa. Nel 1997 viene condannato a 4 anni per favoreggiamento ai Graviano. È stato ascoltato più volte come informatore nelle indagini sulle stragi del 1993. Mentre intervistato a più riprese da Massimo Giletti aveva anticipato la cattura di Messina Denaro, ventilando una sorta di trattativa stato/mafia per la sua cattura. Al popolare presentatore aveva fatto numerose dichiarazioni che agli esperti del fenomeno mafioso erano sembrate più come dei misteriosi messaggi provenienti dai fratelli Graviano, che stanno scontando l’ergastolo, verso l’esterno.
Al punto che, oggi, risulta indagato dalla procura di Firenze per calunnia nei confronti di Massimo Giletti. Lo avrebbe accusato di aver reso false dichiarazioni sull’esistenza di una foto che lui avrebbe mostrato al conduttore, e che ritrarrebbe Silvio Berlusconi con Giuseppe Graviano. Il 4 aprile la Cassazione ha confermato i domiciliari, ma la misura restrittiva scatterà solo dopo una nuova pronuncia del riesame.
Baiardo è candidabile per una falla della giustizia
Insomma, Baiardo è un uomo libero, candidabile perché dalla sua condanna è trascorso un tempo tale per cui non scatta la legge Severino. Ma il suo non è un nome qualunque in terre di mafia e la sua candidatura sarebbe già fortemente attenzionata dalle forze dell’ordine. Lui, che dopo una vita a Omegna in Piemonte è tornato nella sua Sicilia. “Sono senza parole, Salvatore Baiardo, uno dei fiancheggiatori dei boss Graviano, si candida a sindaco di Bagheria? Così ha scritto sul suo TikTok. Dopo aver bloccato la sua candidatura europea, adesso ci prova per le comunali. Ritengo che stiamo superando ogni limite di decenza. Lo sfido, se vorrà, ad un confronto pubblico proprio a Bagheria”, ha dichiarato Ismaele La Vardera, vicepresidente della Commissione antimafia. Sul suo profilo TikTok ha 39 mila follower e ha già iniziato la campagna elettorale, pubblicando la sua locandina con tanto di beffarda colonna sonora: “Povera Patria… Schiacciata dagli abusi del potere…”. Povera Patria, davvero. E povero Battiato, verrebbe da aggiungere.