In politica si sa quello che sembra ovvio e logico oggi, domani diventa pura fantasia. Tre anni fa ad esempio il Paese era nelle mani di Matteo Salvini, allora amatissimo Ministro dell’Interno capace di portare la Lega al 40%. Poi venne l’anno d’oro di Giuseppe Conte, passato da pedina ad «Avvocato del Popolo» con un gradimento si diceva, del 65%. Oggi siamo tutti Draghiani, convinti. Ecco, la volatilità (usando un termine caro ai trader dei mercati azionari) in questa fase storica della politica è molto alta. Per cui i progetti soprattutto se a medio-lungo termine rischiano di finire male. Ma questo non significa che non ci sia chi questi ragionamenti li stia facendo.
Lega, le difficoltà dopo il caso Morisi
L’ultimo, raccontano alcuni parlamentari di più schieramenti, parte dall’attuale stato di debolezza del leader della Lega, messo in ginocchio anche dalla vicenda Luca Morisi. Debolezza interna alla Lega, debolezza nel centrodestra, debolezza in generale e sempre più difficile da recuperare.
Così ecco le voci sulla «corrente» di Giorgetti, quello dipinto da molti come il vero nemico interno che vorrebbe prendersi il partito. Niente di più falso. L’attuale Ministro delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico avrebbe infatti un’altra idea in testa; idea condivisa anche da altri. Soprattutto in Forza Italia.
Il nuovo piano di Forza Italia
L’intervista, poi smentita, di Berlusconi a La Stampa nella quale avrebbe detto «Salvini e Meloni Premier? Non scherziamo…» racconta però una verità certa. Al leader di Forza Italia come a molti dei suoi la figura di Draghi piace, tantissimo. Il Paese corre (lo dicono gli ultimi dati), la forza e la credibilità diplomatica-politica a livello internazionale non è mai stata così alta negli ultimi due decenni. Bisogna quindi continuare così con questo governo, o meglio, con Draghi in un nuovo Governo, preferibilmente senza il Movimento 5 Stelle.
Così ecco il piano: per eliminare i grillini si farà leva sull’abolizione del Reddito di Cittadinanza. Conte a quel punto non avrà modo di restare al Governo con chi ha cancellato il perno di tutto il grillismo. Si andrà quindi o al voto o alla nascita di un nuovo esecutivo con Draghi premier e con lui dal Pd alla Lega, giorgettiana, con il benestare dei governatori e degli imprenditori del nord.
E se anche si andasse al voto anticipato le divisioni nei vari schieramenti non porterebbero ad alcun vincitore certo e così ecco che si ritorna sempre all’attuale inquilino di Palazzo Chigi che piace alla maggioranza degli italiani e della politica (ben consapevole, per una volta, di non avere una figura alla sua altezza).
Salvini-Giorgetti, un derby tutto interno alla Lega
E Salvini???
Lui resterà segretario; dal Congresso ormai prossimo della Lega uscirà sicuro vincitore, con consenso quasi bulgaro. I tesserati infatti sono suoi fedelissimi; ma fuori di quello il pallino del partito resta nelle mani ormai di altri.
Questa l’idea. Ma, come dicevamo all’inizio, non sempre le ciambelle riescono con il buco, soprattutto in politica. Anche perché se certe voci sono arrivate a noi, significa che sono arrivate anche alle orecchie di tutti gli attori in campo che avranno modo e tempo di prendere le dovute contromisure.