Perché potrebbe interessarti questo articolo? Il caso Santanchè provoca problemi non solo al governo. Per il Terzo polo è un altro elemento di divisione tra Renzi e Calenda. E c’è chi immagina alla rottura definitiva tra Azione e Italia viva di fronte all’eventuale voto della mozione di sfiducia, presentata dal Movimento 5 Stelle.
Un altro fronte di divisione. Il caso Santanchè è un problema per il governo, certo. Ma favorisce un’ulteriore spaccatura nel Terzo polo, tra Italia viva e Azione, che “ormai sono come Tom e Jerry”, ironizza un parlamentare di centrodestra riferendosi al cartone animato, molto amato negli anni Ottanta e Novanta, che raccontava le gesta di un topo e un gatto. Ed è una metafora dell’elevato tasso di litigiosità tra Carlo Calenda e Matteo Renzi, ancora costretti a convivere lo stesso tetto dei gruppi di Camera e Senato. Chi sia Tom o chi rappresenti Jerry, non è ancora chiaro.
D’altra parte qualcuno torna a immaginare una spaccatura in Parlamento tra i due partiti, spingendosi all’ipotesi estrema della rottura dei gruppi: “La mozione di sfiducia alla ministra del Turismo potrebbe sancire la distanza tra i due partiti, che comunque finora hanno sempre votato insieme”, osservano in ambienti parlamentari del centrosinistra, in cui si tifa per la spaccatura totale. Al momento, però, nessuno ha fatto a fughe in avanti.
L’attacco dei renziani a Calenda
Fatto sta che i racconti da retroscena stanno lasciando spazio a polemiche sul proscenio. “Se Calenda vuol fare il giustizialista lo può fare, ma non a nome del gruppo. Se vuole, parla in dissenso a fine seduta”, ha affermato la capogruppo del Terzo polo al Senato, Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Iv, una dirigente che è più renziana di Renzi. In realtà Calenda non ha ancora assunto una decisione nel caso in cui la mozione, presentata dal Movimento 5 Stelle, venga messa ai voti. “Valuteremo”, è la linea scelta da Azione, che comunque già non ha seguito gli alleati di Italia viva sul garantismo sempre e comunque. A Palazzo Madama, dopo l’informativa, in molti hanno concordato sul fatto che Santanchè non sia stata convincente.
“Solo che c’è chi lo dice chiaramente e chi fa calcoli politici”, si ragiona ancora oggi tra i corridoi parlamentari. La questione della ministra del Turismo è interpretata come la possibilità di Renzi di avvicinarsi al centrodestra, benché i diretti interessati continuino a smentire l’ipotesi. Siamo all’opposizione, ribadiscono da Iv. Con un punto fisso: no agli attacchi per questioni giudiziarie. Per l’ex presidente del Consiglio è un punto di onore.
I tempi di Renzi
“Si può dire qualsiasi cosa di Renzi, ma non che non conosca i tempi della politica”, racconta una fonte che lo conosce bene. “Non è pensabile – è il ragionamento consegnato a True-news.it– che all’improvviso svolti a destra. Serve pazienza, seguire il processo, senza strappi o forzature. Qua non c’è l’urgenza di fare un governo all’improvviso come dopo il Papeete di Salvini. Alla lunga, in questa legislatura, accadranno cose che ora sembrano fantascienza”. Insomma, si fanno previsioni a largo raggio. Quantomeno dopo l’estate 2024.
E quindi che ne sarà del Terzo polo? È tutto da vedere. I rumors indicano ancora come probabile un’alleanza alle prossime Europee, più per necessità che per una reale convinzione. Insomma, “sarebbe il matrimonio di interessi”, chiaramente chiesto da Cateno De Luca, ex sindaco di Messina e leader di Sud chiama Nord, fortemente interessato a stringere un patto elettorale con i terzopolisti. Ma senza impegni per il futuro.