Perché l’articolo potrebbe interessarti? Dai territori arriva la spinta al campo largo, specialmente dopo la vittoria di Todde in Sardegna. Lo confermano fonti pentastellate a True-news.it: “Bisogna lavorare assieme per andare avanti, il modello Sardegna può essere replicato”.
Da un lato c’è euforia per quanto ottenuto, dall’altro si è anche aperta un’intensa riflessione sul futuro: Alessandra Todde, neo presidente della Regione Sardegna, è una rappresentante del Movimento Cinque Stelle ma ha vinto soprattutto come esponente del cosiddetto “campo largo”. Una coalizione cioè capace di coinvolgere al suo interno i grillini e il Pd, oltre che la sinistra. Quanto visto in Sardegna lo si vedrà a breve anche in Abruzzo, dove addirittura la coalizione sarà composta anche dai partiti moderati di Renzi e Calenda, mentre in parlamento l’alleanza è sempre rimasta solo sulla carta.
Finita la festa, sia dentro i pentastellati che dentro i dem si dovrà necessariamente aprire un confronto su cosa fare in futuro. Se cioè limitare il campo largo ai territori oppure se estenderlo anche all’ambito nazionale. Del resto, senza il reciproco supporto né Giuseppe Conte e né Elly Schlein oggi avrebbero potuto brindare alla vittoria in terra sarda: “Il modello Sardegna deve essere necessariamente replicato”, ha dichiarato il senatore pentastellato Ettore Licheri nelle scorse ore. E su True-news.it fonti grilline confermano: “Ora si deve lavorare assieme per andare avanti”.
Dai territori il desiderio del campo largo
A Roma le dichiarazioni arrivate dall’area del M5S nelle prime ore del mattino, quando la vittoria di Alessandra Todde sembrava oramai consolidata, si sono limitate ad esprimere le congratulazioni per un successo definito importante per tutto il partito. Del resto, non era mai accaduto di vedere un esponente grillino presidente della regione, nemmeno quando il movimento veleggiava oltre il 30% in ambito nazionale.
“Grazie Alessandra Todde per questo risultato storico. Con serietà e amore per la tua terra hai portato per la prima volta il Movimento 5 Stelle a guidare una regione – ha dichiarato sui social l’ex sindaco di Torino, Chiara Appendino – e col sostegno di tutta la tua squadra sono certa farete un grande lavoro. La Sardegna è in ottime mani!”
Dello stesso tenore le parole dei senatori grillini, espressa in una nota congiunta di tutto il gruppo: “È un successo per il Movimento 5 Stelle – hanno scritto da Palazzo Madama – che con orgoglio accoglie la sua prima presidente di regione, ed una sconfitta che pesa tutta su Giorgia Meloni”. Per sentir parlare di campo largo, occorre arrivare sul territorio. Tra i primi a farlo è stato Ettore Licheri, anch’egli nella pattuglia pentastellata al Senato ma proveniente dalla Sardegna.
Licheri ha affidato le sue dichiarazioni a Radio Cusano Campus: “Spero che la Sardegna abbia sancito un metodo valido anche per il futuro – ha detto – Un metodo che ha visto un insieme di forze che, prima di tutto, hanno iniziato a individuare un terreno comune d’impegno, ossia la difesa dei sardi. Quindi le fusioni, gli esperimenti, il mettiamoci insieme così, non funzionano. Ma quando c’è un vero lavoro di coalizione l’elettore se ne accorge, perché il progetto diventa immediatamente serio e credibile”.
I territori vedono con molto favore l’ipotesi di un campo largo con il Pd. Una sensazione che arriva sia dai grillini che dai dem, come ad esempio visto nei giorni scorsi in Sicilia a proposito della messa in minoranza della giunta Schifani su alcuni importanti provvedimenti: “Se i riformisti uniscono le proprie forze – ha dichiarato lo scorso 2 febbraio il capogruppo del Pd a Palermo, Michele Catanzaro, su True-news.it – i risultati arrivano”. Parole quasi profetiche guardando all’esito del voto sardo.
“Sì è vero – chiariscono fonti del M5S ai nostri microfoni – sui vari territori si guarda con molta attenzione al campo largo, dopo la vittoria di Todde si prenderanno in considerazione varie ipotesi di alleanze. In parlamento, dove si discute di temi a più ampio raggio, le divergenze restano”.
Cosa vorrebbe dire per il M5S ufficializzare il campo largo
La scelta del leader politico Giuseppe Conte non è delle più semplici. Il M5S in Sardegna ha vinto, ma solo in alleanza con il Pd. Prendendo il risultato della lista del partito, ci si accorge che i voti sono scesi rispetto al 2019 e si è passati dal 9% al 7.8%. Lo stesso ragionamento vale per i dem, i quali hanno vinto ma in alleanza con i grillini.
Istituzionalizzare il campo largo però, vorrebbe dire effettuare un’importante svolta per il M5S. Il partito, nato a suo tempo proprio per scavalcare il dualismo tra destra e sinistra, verrebbe a essere definitivamente collocato tra le forze progressiste. Da un lato, il movimento avrebbe una precisa identificazione, ma rischierebbe di perdere forse parte della propria identità. E quindi di lasciare per strada alcuni elettori.
“La strada è quella della collaborazione per sopravanzare l’attuale maggioranza – hanno spiegato ancora fonti grilline – si deve adesso lavorare per andare avanti. Magari iniziando proprio dai territori, dove possiamo renderci credibili come forza di governo. Poi sul futuro si vedrà”.
Dalla Sardegna all’Abruzzo
Intanto si avvicina il voto abruzzese, altro test molto delicato in vista delle europee. I giochi di alleanze sono fatti: il centrodestra sosterrà un meloniano di ferro come Marco Marsilio, presidente della Regione uscente, mentre il centrosinistra andrà sull’ex rettore dell’università di Teramo, Luciano D’Amico. Anche in questo caso il campo sarà largo, ancora di più che in Sardegna: a sostegno dello sfidante del governatore uscente infatti, ci sarà una coalizione che va da Frattoianni a Renzi e Calenda.
Il Movimento Cinque Stelle non avrà qui un candidato in prima persona, ma sarà impegnato a supportare il centrosinistra. Un altro esperimento di alleanza dunque, in attesa che l’analisi di questa tornata elettorale chiarisca meglio quello che sarà il futuro del partito.