Era stato fermato a Terni nel 2012 l’attentatore che a Bruxelles ha ucciso due svedesi. Abdesalem era sbarcato a Lampedusa nel 2011 ed è solo uno dei tanti casi di immigrati, segnalati come “radicalizzati”, lasciati circolare liberamente in Europa. Anche il premier Belga De Croo ha chiesto “più accordi per rimpatriare chi chiede asilo”.
“Noi da sempre proponiamo hotspot dell’Unione Europea nel NordAfrica e una missione europea di contrasto agli scafisti e ai trafficanti di uomini in mare“, spiega a True-News.it, Silvia Sardone, europarlamentare della Lega. Che sottolinea come in Belgio ci “sia un reale problema di contrasto al terrorismo”
Onorevole, ancora una volta un immigrato, segnalato come radicalizzato, era in giro in Italia poi in Europa? Come affrontare questa situazione? E come agire sul Trattato di Dublino?
Si è scoperto che l’attentatore di Bruxelles era arrivato a Lampedusa su un barcone. Come lui anche il terrorista islamico responsabile della strage ai mercatini di Natale a Berlino del 2016, Anis Amri, poi ucciso durante uno scontro a fuoco dalla Polizia a Sesto San Giovanni. Anche il tunisino Brahim Aouissaoui era sbarcato a Lampedusa per poi, nel 2020, uccidere 3 persone all’interno della cattedrale di Nizza.
Solo la sinistra continua a vendere il mito dell’accoglienza in chiave positiva dimenticandosi l’estremo pericolo dell’immigrazione clandestina anche in ottica terrorismo.
Noi da sempre proponiamo hotspot dell’Unione Europea nel NordAfrica e una missione europea di contrasto agli scafisti e ai trafficanti di uomini in mare. La sinistra invece risponde con la richiesta di missione stile Mare Nostrum e addirittura per una raccolta firme per l’asilo per migranti economici e climatici!
C’è un problema di mancata efficienza della polizia a Bruxelles, capitale d’Europa?
Sicuramente in Belgio c’è un problema reale di contrasto al terrorismo mentre, bisogna ribadirlo, in Italia inquirenti, servizi segreti e forze dell’ordine sono particolarmente competenti nello sventare pericoli e bloccare sul nascere estremisti islamici come dimostrato anche dall’inchiesta di ieri a Milano. Il radicalismo islamico è un pericolo costante e per questo serve un maggior coordinamento tra forze dell’ordine e unità anti terrorismo europee, medio-orientali ed americane.
3) Milano è tra gli obiettivi sensibili: si riapre, per la città, il discorso sicurezza?
Sicuramente Milano è un obiettivo. Inoltre da anni l’amministrazione di sinistra ha consentito il diffondersi di moschee abusive, ne ha regolarizzate un paio e ora sta imponendo, contro il volere dei cittadini, la moschea in Via Esterle. Sala aveva annunciato la chiusura delle realtà abusive ma nulla è stato fatto. Illeciti che vengono consentiti alle comunità islamica che mai sarebbero consentiti, per esempio, a commercianti italiani.
In vista delle europee, su quali piani si gioca la sfida elettorale?
La sfida si gioca anche sui temi della sicurezza, dell’immigrazione e dell’islamizzazione del nostro continente. Vediamo le istituzioni europee molto timide ed evasive su questi temi. Tra buonismo e politicamente corretto è in atto un arretramento sui nostri valori e sulla nostra identità, con il rischio che il terrorismo si rinforzi giocando sulla debolezza di alcuni governi europei e dell’Unione Europea.