Perché questo articolo potrebbe interessarti? La vittoria a sorpresa di Elly Schlein potrebbe avere dei risvolti anche locali, con la fine del trentennio di dominio di Vincenzo De Luca in Campania. Federico Conte, avvocato e già deputato dem, prova ad analizzare con True-news.it gli effetti della “piccola grande rivoluzione” Schlein in Campania.
“Una piccola grande rivoluzione“. Così Elly Schelin ha definito la sua vittoria a sorpresa alle Primarie. E in effetti l’approdo alla Segreteria dem della leader di Occupy Pd potrebbe avere conseguenze enormi anche nel piccolo. E’ a livello locale che potrebbe manifestarsi i primi sintomi della svolta radicale della prima donna a guidare il partito. La vittoria inattesa di Schlein avrà delle probabili ripercussioni sulle uniche due regioni governate dal Pd: l’Emilia-Romagna dello sconfitto Stefano Bonaccini e la Campania di Vincenzo De Luca.
Il caso terzo mandato di De Luca
Se Bonaccini ha già teso la mano a quella che fino a poco tempo fa era la sua vice, lo stesso non può dirsi di De Luca. Il confronto su un terzo mandato del governatore che in Campania domina da decenni è stato uno dei pochi colpi di scena di una campagna elettorale in sordina. Schlein era stata lapidaria a ridosso del voto: “Bonaccini a Napoli ha aperto al terzo mandato per De Luca; mi chiedo se sia questa la sua idea di cambiamento”.
Ma la neo segretaria era andata anche oltre: “Mi chiedo se sia questa l’idea di rinnovamento di Bonaccini, perché abbiamo idee molto diverse. Nuovo gruppo dirigente e poi De Luca? Bene“. Per questo quello che è accaduto ieri nel Pd, in Campania lo considerano “un terremoto”. Non è bastato infatti al governatore schierare tutte le sue truppe cammellate in Campania a favore di Bonaccini, per garantirsi il regno. E infatti De Luca è l’unico che da ieri non ha parlato. Si è rintanato dietro un laconico “no comment”.
Una svolta radicale anche per la Campania
“L’elezione della Schlein rappresenta certamente un fatto nuovo per il Pd e per la politica italiana tutta”. Non ha dubbi Federico Conte, avvocato ed ex deputato del Partito democratico, poi passato a Articolo Uno. Conte, originario di Eboli, è da tempo un acerrimo critico del governatore campano. Al tal punto da aver rinunciato a una ricandidatura lo scorso 25 settembre, in polemica contro quello che definisce il “sistema De Luca“; frutto di un patteggiamento che ha riconosciuto al governatore il riconosciuto al sistema De Luca il diritto di nomina e di veto.
L’avvento di Schelin è per la Campania una ventata d’aria nuova. “Con la sua spinta ha ridato vitalità a un partito uscito dalle elezioni nazionali in stato comatoso”. Per Conte pero la sfida più grande è tutta davanti a lei. “Schlein deve inserire il partito in un progetto-Paese, fatto di società e istituzioni”. Una sfida che non può che partire dal Mezzogiorno. “La lotta alle diseguaglianze deve iniziare da quella che che le contiene tutte. Il Sud è la vera emergenza/opportunità del Paese. Occorre una visione mediterranea dell’Europa”.
Il rinnovamento parte da De Luca
Conte non ha dubbi sulle persone che devono guidare, insieme a Schlein, il rinnovamento del Sud. “Bisogna affidarsi a una classe dirigente rinnovata sul merito e sul consenso”. Con chiaro riferimento a cosa la nuova segretaria deve evitare. “Le logiche dell’appartenenza alle correnti nazionali o dei potentati regionali e locali hanno soffocato la dialettica politica del centro-sinistra; e allontanato le energie migliori, soprattutto al Sud”.
Schlein si troverà presto a un bivio. “Da una lato c’è la rendita immediata di un posizionamento radicale; dall’altro e la fatica di costruire una nuova leva di dirigenti radicati nel territorio, su una proposta alta e profonda di riforma delle istituzioni e della società”. L’occasione Schlein se l’è guadagnata a pieno merito, ora serve un’impresa: l’allontanamento di Vincenzo De Luca.
Il giudizio impietoso su un trentennio di De Luca
Per Federico Conte “De Luca è l’espressione più proterva e retriva di un potere senza valori e senza politica; da cui in gran parte dipende il malessere e il degrado in cui versa il Mezzogiorno d’Italia. In un trentennio di potere, facendosi velo con la sua retorica imbonitrice, ha mercificato e plebeizzato la politica campana. Ha promosso il servilismo come criterio di selezione del gruppo dirigente e l’ascarismo come modello di relazione politica, dentro e fuori il Pd”. L’ex deputato campano non usa mezzi termini per descrivere il governatore. “De Luca rappresenta l’esatto opposto dei valori propugnati dalla Schlein durante la sua campagna per le primarie. La serietà della sua segreteria dipenderà anche da come verrà affrontato il “caso Campania”, visto che i suoi predecessori, finora, hanno preferito turarsi il naso e acconciarsi comodamente sullo status quo“.