Perché leggere questo articolo? Dopo l’addio di trentuno dirigenti liguri del Pd, passati ad Azione di Carlo Calenda, è scoppiata improvvisamente la pace tra Elly Schlein e l’ex frontman del Terzo Polo. La strategia della segretaria è quella di tenere unito il Pd e accompagnare l’esodo dei riformisti verso Azione, ormai parte del centrosinistra.
“A Schlein non dispiacerebbe se uscissimo dal Pd per andare con Calenda”, confessa a True-News.it un parlamentare dem che all’ultimo congresso non ha appoggiato l’attuale segretaria. Prosegue il ragionamento della nostra fonte: “In questo modo eliminerebbe il dissenso interno e terrebbe tutti quanti nel centrosinistra”. Ragionamenti che fanno emergere la nuova strategia di Elly Schlein per blindare la sua leadership e allo stesso tempo non sfasciare il centrosinistra. Una coalizione che i dirigenti del Nazareno immaginano a due punte: un Pd decisamente più spostato su posizioni di sinistra e Azione a coprire l’elettorato moderato e riformista. Arrivano segnali convergenti anche dal fronte calendiano. Ecco lo scenario prospettato da un dirigente di Azione: “Potremmo diventare come la vecchia Margherita, un riferimento dei moderati all’interno del centrosinistra”.
La “pace” tra Schlein e Calenda
Sono da intendere in questo senso i segnali di pace che si sono scambiati Schlein e Calenda negli ultimi giorni. Sbagliava chi pensava che il passaggio ad Azione di trentuno dirigenti del Pd ligure fosse una sorta di Opa ostile. E infatti è arrivata subito la telefonata distensiva tra l’ex europarlamentare italo-svizzera-statunitense e l’ex ministro. Schlein e Calenda lanciano un “patto per la sanità”, il prossimo tema su cui i progressisti batteranno, insieme al salario minimo.
I due trattano anche sul sostegno al radicale Marco Cappato per il collegio senatoriale di Monza. Calenda, l’11 settembre, in un’intervista a La Repubblica dice: “Non ho mai voluto distruggere il Pd, ma loro si sono spostati su posizioni più radicali”. Mentre dai territori arrivano segnali di apertura verso il Pd e di chiusura nei confronti dei renziani di Italia Viva.
La strategia della segretaria
Stando alle indiscrezioni che arrivano dal Nazareno, alla Schlein non dispiace questo travaso di riformisti dal Pd verso Azione. Anzi, tra i dem c’è chi parla di una vera e propria strategia della leader, che consiste nello scaricare i riformisti verso il partito di Calenda per non perdere il resto del Pd.
Un gioco di sponda che consentirebbe anche di tenere unita la coalizione, dato che il destino di Azione sembra quello di stare al fianco dei dem. Soprattutto dopo il fallimento del progetto del Terzo Polo con Renzi. Si prevedono movimenti sui territori, nelle regioni. Proprio come è accaduto in Liguria con i trentuno dirigenti del Pd transitati verso Azione. Ma restano sotto la lente d’ingrandimento i movimenti di alcuni riformisti dem.
I movimenti di Schlein: dai territori al Parlamento
Come anticipato da True-news.it l’11 settembre scorso, scalpitano i cattolici. Da Graziano Delrio ad Alfredo Bazoli, passando per l’ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. Ma c’è malessere anche sulla politica estera, tra gli i filo-atlantici dell’ex correntone di Base Riformista. Attenzionati Lorenzo Guerini e Lia Quartapelle. Ma anche l’eurodeputata Pina Picierno e il componente della segreteria Alessandro Alfieri. Da monitorare anche i movimenti di Vincenzo e Piero De Luca e di Michele Emiliano. Tra i delusi figura l’ex ministra ed ex candidata alla segreteria dem Paola De Micheli. Se dovessero andare verso Azione, per Schlein non sarebbe un problema. Anzi.