Perché leggere questo articolo? Il Pd, stando agli ultimi sondaggi, è in rimonta. E la segretaria Elly Schlein ha condotto una campagna elettorale abbastanza frenetica, densa di tappe. L’ultima è stata ieri a Piazza Testaccio, a Roma. Dove, nonostante il boicottaggio dello stato maggiore dem, la leader ha dato buona prova. Orfini a true-news.it: “La sua leadership è ancora più solida”. E se alle Europee il Pd andrà sopra al 20%, nessuno potrebbe contestarla.
Schlein: una leader nonostante il Pd
Elly Schlein è stata eletta segretaria nonostante il suo partito. La prima leader donna dei dem sta puntellando la sua leadership nonostante il Pd. Questo è quanto emerge da queste ultime battute di campagna elettorale in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno prossimi. Schlein aveva iniziato con il balletto sulla sua candidatura, tra le trappole delle correnti. È andata avanti di piazza in piazza e i segnali che arrivano dai sondaggi sono buoni. Con un Pd accreditato, dalle ultime rilevazioni coperte, tra il 21 e il 23%. Un risultato nettamente migliore rispetto alle aspettative. Molto meglio del disastroso 19% raccolto da Enrico Letta alle politiche del 2022.
Schlein a Testaccio convince
Anche la piazza romana del 2 giugno a Testaccio ha ricalcato un po’ questo schema. La segretaria era partita lancia in resta, convocando a maggio una manifestazione nazionale contro il premierato e le riforme. Una chiamata alle armi dalle proporzioni più grandi rispetto a ciò che invece è stato. Infatti la data del 2 giugno ha propiziato una serie di polemiche da parte di gran parte della dirigenza del Pd. Tra chi ha fatto presente che c’era il pericolo di irritare il Capo dello Stato nella giornata della Festa della Repubblica e chi ha disertato causa impegni elettorali sul territorio. Alla fine è diventata la chiusura romana della campagna elettorale. Ma Schlein se l’è cavata e ha dato pure qualche titolo a giornali e agenzie.
La minoranza Pd: “Sopra il 20% no alternative a Schlein”
“Volevamo politicizzare di più l’appuntamento romano, convocandolo proprio il 2 giugno, ma non c’era pericolo di oscurare Sergio Mattarella e la Festa della Repubblica. In ogni caso, dopo le europee la leadership di Schlein mi sembra ancora più solida”, dice a True-News.it il deputato del Pd Matteo Orfini. Paola De Micheli, candidata alla segreteria, non si scompone: “Non c’era l’intenzione di fare una grande manifestazione nazionale”. Un dirigente del Pd, correntone riformista, ammette: “Se va sopra il 20% non esiste un’alternativa a Schlein”. Le cronache di Testaccio riportano lo sfogo di un militante, diretto alla segretaria: “Elly liberati del partito, liberatene”.
Schlein 1 – Pd 0
Insomma. Schlein 1 – Pd 0. Nonostante le polemiche, il tentativo di boicottaggio e le manovre delle correnti. Proprio Roma è il centro di molti intrighi alle spalle della segretaria. Nella piazza della Capitale c’era il sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Con lui Nicola Zingaretti. Entrambi sono candidati alle europee nella circoscrizione Centro. Sono loro due gli uomini che stanno spaccando la sinistra romana. Ricci, a sorpresa, è diventato l’uomo di Goffredo Bettini e vuole insidiare la corsa in Lazio dell’ex governatore Zingaretti. Poi c’è il pacifista Marco Tarquinio, sostenuto da Demos (movimento politico della Comunità di S.Egidio) e scalpita il sindaco di Firenze Dario Nardella.
La replica ficcante a Meloni: “Non sono un jukebox”
Schlein non se ne cura troppo e parla del Pd come di un “partito plurale”. A Roma il 2 giugno infila più di qualche dichiarazione ben riuscita. Giorgia Meloni la esorta a dire se condivide le parole del candidato socialista alla Commissione Europea Nicolas Schmit sul non essere democratica della premier. Schlein non ci casca e si prende il titolo: “Io non sono un jukebox, che metti un gettone e parla a comando”. Non arretra sul premierato: “Una riforma pericolosa”. Quindi rilancia sui diritti civili: “Non ci facciamo dire dalla destra chi dobbiamo amare”. Poi canta Bella Ciao e rivendica l’antifascismo. Dopo il comizio finale alla vigilia delle primarie che l’hanno eletta segretaria, a Schlein ha fatto bene tornare nel vecchio quartiere rosso di Testaccio. Nonostante il Pd.