di Francesco Floris
Frase shock: “Verranno privilegiati i beneficiari del reddito di cittadinanza di sesso femminile”. Caratteristiche? Al primo punto risulta “Persona di specchiata moralità e di buon impatto dal punto di vista della presenza”. Non è una pagina satirica. Anzi. Si tratta del primo e per ora uno dei pochissimi Puc (Progetti di Utilità Collettiva) che il Comune di Milano e Afol Metropolitana hanno messo a punto per i percettori del reddito di cittadinanza. Il Puc si chiama “Classroom-la formazione non si ferma” e non è prevista una retribuzione oltre al già percepito rdc. E oltre alla frase sessista c’è pure la furbata. Cosa fa l’Agenzia per la formazione e l’orientamento al lavoro di Milano in collaborazione con il Comune per “reinserire” 16 beneficiari di rdc? Ma certo, li mette (più probabilmente “le mette”, visti i pre-requisiti) a lavorare negli stessi Centri di Formazione Professionale (Cfp) gestiti da Afol. Nello specifico il centro “Paullo” di Milano. È il moto perpetuo.
Mansioni? Sorveglianza (per evitare assembramenti); igenizzazione di aule, laboratori e spazi comuni; e sensibilizzazione degli studenti rispetto alle pratiche da mettere in atto per contenere il Covid e l’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale. Il tutto sintetizzato dal kafikiano ruolo di “Assistente al referente scolastico COVID-19”. Formazione? Otto ore distribuite su due mezze giornate per fornire ai partecipanti nozioni in materia di sicurezza sul lavoro e protocolli anti Covid.
L’argomento è nell’occhio del ciclone: l’assessore al Lavoro di Regione Lombardia, Melania Rizzoli, ha detto che a Milano solo lo 0,6% di coloro che percepiscono il sussidio partecipa a un Puc. E che in tutta la Lombardia ci sono ancora 40.941 percettori da convocare in un Centro per l’impiego per un primo colloquio. Chi lo dice da tempo? Proprio il Presidente del consiglio di amministrazione di Afol Metropolitana, professor Maurizio Del Conte. Il suo mantra? Le politiche attive del reddito di cittadinanza non funzionano. L’ultima volta lo ha detto al Corriere della Sera, intervistato da Ferruccio De Bortoli, il 12 gennaio. Il docente bocconiano – nonché ex presidente di Anpal – si dimentica però di puntualizzare un fatto: che il grosso “dell’arretrato” in Lombardia è in carico proprio all’Agenzia che lui guida, e che ha convocato meno del 15% dei beneficiari di rdc della Città metropolitana. Mentre in altre province della Lombardia questo tasso arriva a superare il 90%. Di più: in svariate occasioni Afol Milano non ha fatto entrare i “navigator” contrattualizzati Anpal nei propri centri per l’impiego. Un motivo ci sarà. Forse non erano di “specchiata moralità e buon impatto dal punto di vista della presenza”