Perché leggere questo articolo? Draghi, Sangiuliano e Rinascimento. Vittorio Sgarbi ne ha per tutti. Il poliedrico professore e politico, commenta a True-News.it i risultati in Sardegna. Un’analisi a 36o gradi che dalle pale eoliche arriva a Mr. Euro.
“Ha vinto la Todde e va bene così“. Parte laconico Vittorio Sgarbi, raggiunto telefonicamente da True-News. Il già deputato, critico d’arte e sindaco analizza senza mezze misure l’esito delle Regionali in Sardegna. “Non è una sconfitta né di Meloni né di Salvini“. Il colpevole per l’ex Sottosegretario alla Cultura, recentemente finito nell’occhio del ciclone per una vicenda picaresca su un presunto furto di quadro, è insospettabile. “In Sardegna c’è un tema di autonomia condizionata e limitata. La colpa è del governo Draghi“.
Sgarbi: “La sconfitta in Sardegna è colpa di Draghi”
“Il problema – prosegue Vittorio Sgarbi – è che in Sardegna c’è una grossa questione ambientale, con cui i Governatori dovranno fare i conti per molto tempo. Un’autonomia limitata e condizionata, perché a suo tempo il governo centrale tecnico di Mr. Euro ha stabilito una programmazione di rinnovabili“. Sgarbi ha di recente dichiarato di temere che “la Sardegna si trasformi nella pattumiera d’Italia“.
“Draghi ha portato 2500 pale eoliche sul 100 per cento della Sardegna. Il problema è la capacità di resistenza e di tutela dell’autonomia, rispetto a un’invasione di eco-mostri“. Adesso con la vittoria di Alessandra Todde c’è il rischio che la bellezza incontaminata della Sardegna non resti più tale. “C’è la questione del collegamento di un territorio insulare in ampia parte formato da Comuni autonomi e periferici” prosegue Sgarbi.
Il tema della continuità territoriale in Sardegna e la bellezza
Sgarbi rintraccia dunque la questione cruciale del voto sardo nel tema ambientale e della continuità territoriale. “La Regione dei Quattro Mori fa da sempre della sua insularità una peculiarità. La Sardegna è tanto bella quanto selvaggia. Caratteristica che anche il governo centrale a Roma da decenni cerca di preservare col concetto di continuità territoriale”. Il critico fa riferimento all’insieme di strumenti legislativi con cui lo Stato aiuta le compagnie di trasporto a garantire tariffe agevolate sui viaggi. Una questione molto sentita in Sardegna, ma poco familiare nel resto del Paese.
“Nei prossimi anni vedremo se la Todde sarà in grado di difendere la Sardegna da questa aggressione”. Sgarbi dubita che la prima Governatrice della Regione possa essere in grado di “resistere alle pressioni dei signori al Ministero della Transizione Ecologica. C’è molta incertezza su questo tema, sul quale manca progettualità. Troppo spesso si guarda all’aspetto ecologico o economico, senza considerare le bellezza del territorio“.
Sgarbi sulle responsabilità del centrodestra in Sardegna
Sgarbi entra quindi nel merito della contesa elettorale appena conclusa in Sardegna. Riconosce alcuni errori strategici da parte della coalizione di governo (di cui faceva parte fino a qualche settimana fa). “Salvini e Meloni hanno qualche responsabilità. Forse non era necessario cambiare il candidato Governatore. Perché un Presidente nella continuità può portare a compimento alcuni progetti per la Regione”. Sul voto sardo, però, secondo Sgarbi ha inciso un terzo incomodo. “Il vero responsabile resta però la magistratura che si è scagliata contro il governatore uscente Christian Solinas”.
Il vero colpevole politico della debacle del centrodestra, che dopo quasi dieci anni ha subito lo “scalpo” di una regione da parte del centrosinistra, è il candidato sconfitto. “Truzzu con molta onestà ha ammesso di essere il responsabile della sconfitta. E’ risultato ampiamente secondo nella sua Cagliari, di cui è sindaco in carica, anche se piuttosto impopolare”. Le percentuali della circoscrizione del capoluogo confermano la tesi di Sgarbi. “E’ risultato decisivo il voto di Cagliari, dove Truzzu ha perso malamente”.
Sgarbi sul federatore Berlusconi. E su Sangiuliano: “Non lo conosco”
Vittorio Sgarbi è uscito dal governo. Da qualche settimana non ricopre più incarichi a Roma, e può – come del resto ha sempre fatto nel corso della sua pluridecennale carriera – parlare in libertà. “La situazione del centrodestra attuale è sciatta. Manca un federatore come Silvio Berlusconi, che ha segnato un’epoca“. Il critico continuerà a fare politica, come sindaco di Arpino, ma anche come leader di “Rinascimento”, movimento politico che alle elezioni del 2022 ha formato una lista elettorale con “Noi moderati” di Lupi, Toti e Brugnaro. “Rinascimento è bellezza, paesaggio e natura. Tutte questioni centrali anche in Sardegna”. Inevitabile la domanda sul suo diretto superiore al Ministero della Cultura, in cui si è consumato un’autentica querelle: “Sangiuliano? Non conosco” nicchia Sgarbi sorridendo.