“Non ho voglia di occuparmi di cose sceme…”. Vittorio Sgarbi, deputato ora nel Gruppo Misto, veterano di Montecitorio, commenta con true-news.it il nuovo “galateo” del Senato. Un regolamento che si impegna a censurare più duramente risse, scontri verbali, espressioni di protesta in Aula con tanto di striscioni e chi più ne ha ne metta.
I rituali non mi interessano
Sgarbi, protagonista di diverse scene del genere, non sembra per nulla colpito dalla stretta di Palazzo Madama in nome del bon ton istituzionale. Anzi, rivendica: “Come lei sa io non sono per nulla interessato ai rituali parlamentari, come ricorderà, anche di recente sono stato buttato fuori dalla Camera, estromesso dal Parlamento e portato fuori di peso”.
Il celebre critico d’arte si riferisce all’episodio del 29 ottobre 2020, quando fu portato via a braccio dai commessi di Montecitorio perché portava, provocatoriamente, la mascherina solo sul naso. Ai richiami del presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, bollò subito la terza carica dello Stato come “fascista”.
Difficile che Sgarbi sia impressionato dal galateo del Senato. “Non me ne frega niente di queste cose, anche perché io sono un deputato e alla Camera non è stato ancora fatto nessun regolamento di questo tipo, è un problema dei senatori”.
E alla Camera?
Ma, onorevole, se si varasse un galateo anche a Montecitorio, suppongo che lei continuerebbe a comportarsi come ha sempre fatto? Sgarbi è quasi sorpreso dalla domanda, dato che non prende nemmeno in considerazione l’idea di limitare le sue uscite in Aula. “Esattamente – risponde – come è noto io sono per la libertà assoluta, non mi va nemmeno di parlare di queste cose, soprattutto oggi che ho una giornata piena di impegni, di cose da fare, mi hanno cacciato più volte dalla Camera, ma non mi interessa”.
Ma poi c’è un altro punto del galateo istituzionale di Palazzo Madama. Il divieto di ricevere regali che esulino “dalle forme di cortesia”. Insomma, ai senatori sarà vietato ricevere omaggi al di sopra del valore di 250 euro. Magari quadri di pregio o opere d’arte. Il critico e personaggio televisivo non sembra toccato da questo problema, che potrebbe porsi anche alla Camera, se a Montecitorio dovessero decidere di proseguire sulla linea politicamente corretta del Senato. “Sono norme che esistono già per i membri del governo – dice Sgarbi a true-news.it – ora vogliono farlo anche per i parlamentari, facciano quello che vogliono”.
Questione di decoro e di libertà
Infine il deputato celebre per i suoi comportamenti d’Aula sempre poco ortodossi e irrituali, si lancia in una riflessione sul decoro istituzionale. “Per esempio – ci spiega – non capisco perché al Senato debba essere obbligatoria la cravatta e alla Camera no, il decoro è importante per tutti i parlamentari, così come accade già per i magistrati o per chi ricopre ruoli importanti, ma anche per i soldati, mica girano senza divisa? Oppure gli stessi commessi di Montecitorio, anche loro hanno ‘un’uniforme’ “.
Allora – chiediamo – lei pensa che sia giusto introdurre l’obbligo della cravatta anche alla Camera, così come avviene già per il Senato? “Ah, io non lo so se è giusto o sbagliato avere l’obbligo della cravatta a Palazzo Madama e a Montecitorio invece no, però non si capisce perché avere lì una regola e qui no, il decoro istituzionale nell’aspetto comunque è importante”. Ma poi torniamo al punto di partenza: “Io sono per la libertà, a me queste cose non interessano, non mi interessano i rituali parlamentari e i regolamenti, arrivederci, buona giornata, alla prossima!”, conclude la telefonata il più eretico dei parlamentari