Perchè leggere questo articolo? Gli studenti fuorisede potranno finalmente votare alle elezioni Europee 2024. Un “traguardo storico” per Fabio Roscani di FdI – intervistato da True News -che si è battuto per il provvedimento, ancora parziale e provvisorio perché in fase sperimentale.
Il voto ai fuorisede non è più un miraggio. Il traguardo è stato finalmente raggiunto (o quasi). Alle prossime elezioni Europee dell’8 e 9 giugno 2024 circa 600mila studenti fuorisede potranno esprimere il proprio voto senza dover far ritorno nel Comune di residenza. Una piccola rivoluzione quella realizzata dal centrodestra, che ha di fatto esteso un diritto fondamentale finora negato a tantissimi italiani. Anche se si tratta di un primo passo. Restano infatti ancora esclusi gli oltre 4 milioni di lavoratori che si trovano, per motivi professionali o di salute, in una città diversa da quella di residenza.
Inoltre, è una soluzione parziale e provvisoria. L’emendamento di FdI al dl Elezioni vale esclusivamente per la tornata elettorale delle Europee di giugno. Lo studente fuorisede residente in uno dei 3.702 Comuni al voto dovrà quindi scegliere. O votare solo per le Europee nella città in cui studia, o rientrare e recarsi alle urne dove ha la residenza per eleggere anche il sindaco e il consiglio comunale. True-News.it ne ha parlato con l’esponente di Fratelli d’Italia che più si è battuto per l’approvazione di questo provvedimento, l’onorevole Fabio Roscani.
Onorevole Roscani, grazie a FdI gli studenti fuorisede italiani potranno finalmente votare. Insomma, che se ne dica, la destra agisce. Cosa ci può dire di più a riguardo?
Abbiamo raggiunto un traguardo storico. Da anni gli studenti fuorisede chiedevano serie agevolazioni per poter esprimere il diritto voto. Ora grazie a un emendamento di Fratelli d’Italia, che ha ottenuto il parere favorevole del governo Meloni, questo diventerà una realtà. Sotto forma di una sperimentazione che prenderà avvio già da queste elezioni Europee 2024. Significa dare la possibilità a mezzo milione di studenti fuorisede di votare senza dover far ritorno nelle proprie residenze. E senza caricarsi di ulteriori costi che avrebbero gravato su loro stessi e sulle loro famiglie. E’, dunque, un importante segnale di attenzione nei confronti di tutte queste famiglie italiane. Oltre ad essere, a mio avviso, il più imponente provvedimento che interviene concretamente sul cosiddetto astensionismo involontario delle giovani generazioni. Si parla sempre dei giovani che vanno poco a votare, ma c’è una fetta ingente di popolazione giovanile che non partecipa al voto non perché voglia disertarlo, ma perché ha reali difficoltà. Con questo importante provvedimento si andrà ad intervenire anche su questo grande problema.
E’ corretto affermare, però, che è solo un primo passo? Una soluzione ancora “sperimentale”, seppur molto importante?
Sì, questo è un inizio. C’è poi una legge delega al governo per normare il voto dei fuorisede, che attualmente è al Senato. La volontà politica di FdI era quella di fare presto, dando subito la possibilità di far votare gli studenti fuorisede già a queste elezioni Europee. Per questo abbiamo presentato l’emendamento al dl Elezioni. Contestualmente, la legge delega al governo continua il suo iter per poter normare a 360 gradi tutti gli aspetti del voto fuorisede, ampliandone la platea anche ai lavoratori e a coloro che si trovano in cura in un luogo diverso da quello di residenza.
C’è, dunque, la possibilità di estendere l’accesso al voto anche a coloro che ancora ne restano parzialmente esclusi, come i lavoratori fuorisede appunto?
Sì, assolutamente. La legge delega approvata alla Camera già prevede anche l’ampliamento a tutta questa fascia di popolazione che si attesta intorno ai 5 milioni. Attualmente la legge è al Senato, una volta approvata il governo potrà sviluppare i decreti attuativi. Per ora siamo partiti dagli studenti perché innanzitutto si tratta di una sperimentazione, quindi è preferibile effettuarla su una platea più ridotta. Ma siamo partiti proprio da coloro su cui la situazione poteva gravare di più, gli stessi che hanno richiesto l’accesso al voto con maggiore insistenza. Gli studenti fuorisede, appunto, che si sono mobilitati in maniera decisa per chiedere di ottenere questo diritto.