A Siena, poco più di 50mila abitanti, è quasi tutto pronto per una stagione politica di fuoco. E non solo a causa dei vecchi fantasmi della spinosa vicenda Mps, né per il quasi 50% di consensi raccolto in loco da Enrico Letta lo scorso ottobre, nella corsa a sette per le elezioni suppletive alla Camera. Il 25 settembre, come in tutto il resto del Paese, la città voterà per le elezioni politiche. Qui però il copione si ripeterà anche nella primavera del 2023, quando dalle urne uscirà il nome del nuovo sindaco per uno stress test decisivo. E così Siena, incastonata nel cuore della Toscana, potrebbe presto trasformarsi in un interessante laboratorio per capire dinamiche e tendenze dell’Italia più profonda. Attenzione però, perché nel caso senese l’aggettivo “profonda” non è utilizzato per descrivere un contesto disagiato o arretrato. Il riferimento, semmai, è a quell’Italia oggi risvegliatasi lontana dai grandi centri del potere ma un tempo stabilmente inserita nella nobilità nazionale. E che oggi vorrebbe tornare al suo posto, ripetendo consumati schemi del passato o gettandosi nell’innovazione.
Una prateria da conquistare
Tra il centrodestra e il centrosinistra non c’è soltanto il centro. C’è, molto più semplicemente, una prateria elettorale da conquistare parlando agli insoddisfatti, agli “stanchi della politica”, agli sfiduciati dal sistema. Lo si capisce meglio guardando a ciò che sta succedendo a Siena, dove i primi due candidati sindaci scesi in campo hanno già fatto capire di non voler alcuna analogia con i partiti. Polo Civico Siena, parole d’ordine “civismo politico” ed “estraneità alle manovre e ai riti partitici della vecchia politica”, sosterrà la candidatura a sindaco di Fabio Pacciani. Il secondo player che al momento ha scoperto le sue carte risponde al nome di Emanuele Montomoli, fondatore e responsabile scientifico di VisMederi. Bisognerà capire, poi, cosa avranno intenzione di fare centrodestra e centrosinistra. Nebbia fitta sulle mosse del centrosinistra. Riserva ancora da sciogliere – ormai a dopo le elezioni politiche – per quanto riguarda l’eventuale conferma di Luigi De Mossi.
L’ultimo esperimento civico è stato intrapreso da Montomoli. “Al momento la coalizione che mi sosterrà è in fase di costruzione ma ci stiamo lavorando da tempo. La cosa certa è che sono un civico. Sono un cittadino che ha deciso di mettere al servizio della città le proprie competenze. Mi rivolgo con particolare attenzione anche a quel 44% di cittadini che, rifiutando l’offerta politica organizzata, non si sono presentati alle urne alle ultime amministrative a causa di una sfiducia ormai radicata”, ha dichiarato il candidato sindaco nel corso dell’ufficializzazione della sua discesa in campo. Detto altrimenti, e visto quanto accaduto a Siena con Mps, per un candidato sindaco è fondamentale ricostruire il rapporto di fiducia con gli elettori. Almeno questo sembrerebbe essere l’obiettivo dei due contendenti civici.
Il tramonto di Letta e le ceneri dei partiti
Da ex feudo Pd, Siena si è riscoperta improvvisamente una città contendibile. Non solo per le luci e le ombre lasciate dall’attuale amministrazione De Mossi, ma anche per l’immagine ormai sbiadita del Partito Democratico. Letta, lo scorso ottobre, ha trionfato nella città toscana ma soltanto dopo aver presentato la scheda con solo il suo nome. Niente simbolo al Pd e nessun richiamo al mondo Dem. Il motivo? “Esigenza di rappresentare un mondo largo”, spiegò all’epoca Letta. “È un collegio uninominale. La scelta di Letta ci sta”, sottolineò il Pd toscano. Altri sostengono che la vera ragione sia da ricollegare alla vicenda Mps. Fatto sta che a Siena, adesso, l’elettorato sfiduciato avrà di che sfamarsi. I candidati civici non mancano, e le idee neppure.
Di solito, quando sale la marea degli sfiduciati, la risposta politica coincide con la nascita di un partito populista o con la trasmigrazione dei voti da partiti tradizionali a partiti di protesta. Nella città toscana non sta accadendo niente di simile. Al posto del populismo sono scese in campo idee innovative per migliorare la vita di Siena. Montomoli ha parlato, non a caso, dell’importanza di consolidare il turismo, certo, ma anche di fare leva sugli asset strategici del territorio. Finita la stagione Mps, è arrivato il momento di consolidare il tema biotecnopolo e agroalimentare, così come l’ambito delle scienze della vita. Tematiche che dovrebbero trasformare Siena in una città proiettata nel futuro. Si intende, con tutto il suo bagaglio artistico e culturale.