Perché leggere questo articolo? Sipri, l’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma dal 1966 fornisce dati e ricerche accurate su armi e guerre nel mondo. L’ultimo mostra come il mondo non sia mai stato armato come ora. Nel 2023 la spesa in armi è stata di 2.443 miliardi di dollari.
“Waterloo” è sinonimo di sconfitta, disfatta epocale. Non per tutti. Per gli inglesi è una delle più grandi vittorie della storia, a cui dedicare monumenti, piazze e fermate della metro. Poi ci sono gli svedesi. Per loro la grande battaglia contro Napoleone del 18 giugno 1815 è stata l’ultima della storia. Per i due secoli successivi il paese scandinavo si è mantenuto orgogliosamente neutrale. Al punto che nel 1966, per celebrare i 150 anni senza guerre della Svezia, il primo ministro Tage Erlander, avanzò l’idea di istituire un istituto di ricerca sulla pace. Nacque così il Sipri, l’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (in inglese Stockholm International Peace Research Institute).
La storia del Sipri, l’Istituto svedese studia le armi per favorire la pace
L’obiettivo del Sipri fu da subito la “comprensione dei presupposti per una pace stabile e per soluzioni pacifiche dei conflitti internazionali“. Venne istituita una commissione reale, presieduta da Alva Myrdal, diplomatica di lungo corso e attivista – che nel 1982 avrebbe vinto il Nobel per la Pace in virtù del suo impegno per il disarmo globale. Fin da subito il lavoro di ricerca del Sipri si concentra sulle armi.
Il Parlamento svedese, con atto fondativo del 1° luglio 1966, diede al Sipri lo status giuridico di fondazione indipendente. Da allora, il SIPRI ha costruito la sua reputazione e la sua posizione sull’imparzialità e sulla raccolta di dati. Il lavoro del SIPRI cerca di avere “un carattere di ricerca applicata rivolta a questioni politico-pratiche“. L’Istituto dichiara di condurre “ricerche scientifiche su questioni di conflitto e cooperazione importanti per la pace e la sicurezza internazionale con l’obiettivo di contribuire alla comprensione delle condizioni per una soluzione pacifica dei conflitti internazionali e per una pace stabile“.
Le ricerche sulle armi nel mondo
La principale pubblicazione dell’istituto è il Sipri Yearbook, un compendio annuale dei principali avvenimenti e statistiche in tema di sicurezza internazionale e armamenti. Dal 2011, ne viene distribuita una sintesi in italiano edita dal Torino World Affairs Institute. Il documento è un rapporto dettagliato coi dati della spesa militare mondiale, produzione e trasferimenti internazionali di armi, forze nucleari, conflitti armati e operazioni multilaterali, nonché analisi aggiornate sul controllo delle armi, e i processi di pace e sicurezza internazionale.
Dietro il lavoro del Sipri c’è un organizzazione diffusa. Composta da un consiglio di amministrazione, un direttore e un collegio del personale di ricerca e personale di supporto. Oltre 84 dipendenti popolano la sede Sipri a Solna, fuori Stoccolma. L’istituto lavora in una rete globale, con partenariati e cooperazione tra altri istituti e con singoli scienziati. Il Sipri collabora strettamente con molte organizzazioni multilaterali, ad esempio le Nazioni Unite e l’ Unione Europea. L’istituto mantiene stretti rapporti con il corpo diplomatico a Stoccolma.
L’ultimo rapporto Sipri
L’ultimo report Sipri mostra come il mondo sia sempre più armato. La spesa militare globale totale è aumentata per il nono anno consecutivo. Ha raggiunto i 2,4 trilioni di dollari. Un trilione, per chi non se lo immagina, corrisponde a mille miliardi. Il mondo nel 2023 ha dunque speso 2.443 miliardi di dollari in armi. Negli anni Sirpi ha condotto ricerche molto interessanti, come ad esempio quella sul proliferare di armi in pandemia, e sul boom del mercato delle armi col surriscaldarsi delle tensioni nel mondo post-Ucraina.