Perché leggere questo articolo? Alessandro Faggiano, sondaggista di Termometro Politico, analizza le soglie minime di sopravvivenza dei partiti per le Europee. Stando alle rilevazioni, ecco chi riderà e chi piangerà la notte del 9 giugno.
Facciamo un gioco, proviamo a prevedere il futuro. Abbiamo chiesto ad Alessandro Faggiano, caporedattore di Termometro Politico, di commentare gli obiettivi che i partiti si prefiggono come risultato sperato alle Europee. La notte del 9 giugno le soglie di sopravvivenza si scontreranno con la realtà dell’esito delle Europee. Chi riderà e chi piangerà tra dieci giorni? Ecco cosa dicono le previsioni.
Le soglie delle Europee: Meloni regina
Urne, urne delle mie brame…chi sarà la più votata del reame? Questa domanda da mille una notte avrà per una volta una risposta non sorprendente la notte del 9 giugno. “Giorgia Meloni si confermerà regina del voto”. Ne è sicuro Faggiano. “Tra tutte le formazioni in campo sarà primo partito. Nonostante la flessione dell’ultimo mese e mezzo, Meloni non ha commesso errori strategici riuscendo a mantenere una coerenza narrativa. Difficilmente andrà a perdere rispetto a quello che i sondaggi le hanno conferito“.
Le Europee rappresentano un primo vero plebiscito dopo il trionfo delle Politiche del 2022, che la premier sembra superare. Anche il confronto con il voto due anni fa sembra sorridere a Fratelli d’Italia. “La soglia fissata alle Europee è la stessa: il 26 per cento. Obiettivo che Fdi dovrebbe centrare“.
Salvini piange, Tajani ride
Se Meloni ride, Salvini piange. Le sue sono le dolenti note tra le fila della maggioranza. “Quella tra Forza Italia e Lega è la vera sfida delle Europee. L’obiettivo è avere un decimale in più dell’alleato-rivale. Questo è il risultato che più di tutte le altre sfide dell’8 e 9 smoverà qualcosa a livello nazionale. In ballo ci sono segreterie e rimpasti di governo”.
In ogni caso, arrivati a questo punto una cosa è chiara per Faggiano. “Il fatto che siamo qua punto su punto è già vittoria per Forza Italia – che era data per morta fino a qualche mese fa – e una sconfitta a prescindere per la Lega. I due junior partner della maggioranza hanno messo in campo due strategie elettorali diametralmente opposte. Forza Italia si è mossa in sordina ma organizzata in maniera marcata nei territori, con Tajani che ha tentato la volata dalla Capitale. Un approccio classico, da Prima Repubblica. Al contrario, Matteo Salvini è andato in all in col generale Vannacci. Una strategia che ha provato a puntare su astensionisti e disillusi. Nella rinascita di Forza Italia c’è molto della crisi della Lega, con l’elettorato moderato leghista che si è trasformato in azzurro. E’ una sconfitta a prescindere, anche se Salvini dovesse arrivare sopra Tajani”.
Le soglie delle Europee: il Pd sogna il 20, il M5s teme meno del 15
Anche nel campo avverso si tirano le somme in vista delle Europee con due soglie, una da sogno e una da incubo. “Tanto il Pd quanto il M5s sono estremamente stabili, oscillano in una forbice di 3,5 punti di distanza. Il Pd ha più chance di superare la soglia del 20, che sarebbe bella vittoria per Elly Schlein. Ha puntato su candidati più in vista, come il sindaco di Bari De Caro. Il Pd ha obiettivo di vittoria per le Europee con la soglia psicologica del 20 per cento. Potrebbe farcela“.
Al contrario, c’è una soglia del disastro che pende sul capo di Conte. “Il M5s non ha candidati di spicco ed ha storicamente problemi sul territorio. Fa bene alle elezioni in generale, ma le Europee sono strane: conta molto il candidato per il discorso delle preferenze. Se andasse sotto la soglia del 15% alle Europee non sarebbe una sconfitta di Conte. Qualora però il Movimento andasse sotto il 13-14%, allora il leader potrebbe salire sul banco degli imputati“.
La soglia del 4 per cento alle Europee: Avs sogna, il Centro trema
La cifra che sancisce vittoria e sconfitta per alcuni è molto netta. Il quattro per cento è la soglia di sopravvivenza della Europee che si contendono tre formazioni. “Alleanza Verdi e Sinistra sembra quelle messa meglio. Fratioanni e Bonelli hanno il vantaggio del “voto utile” che potrebbe far passare la soglie del 4% alle Europee. Santoro e gli altri partitini di sinistra e non che non riescono a fare concorrenza. La percezione è che l’unico partito di sinistra possa farcela“.
“Venendo al centro – secondo Faggiano- c’è una lotta fratricida. Per Renzi e Calenda è complicato. Il bottino del Centro storicamente si attesta sempre tra l’8 e 12%, ma va ripartito. E i due leader competono sullo stesso campo di gioco. La sfida per il 4 per cento è davvero all’ultimo sangue. Una soglia che rappresenta il definitivo ridimensionamento dell’area, in un voto che solitamente avvantaggia il voto moderato. Molti voti andranno a Forza Italia e alla sua nuova linea centrista di Tajani“.
La nota dolente dell’astensionismo
Tra le varie soglie alle Europee ce n’è una che rischia di essere davvero di vita o di morte per il nostro Paese. E’ il dato dell’affluenza alle urne. “Le previsioni danno la partecipazione intorno al 50 per cento. Se il dato dell’astensionismo dovesse superare la metà dei votanti – precipitando rispetto al 54% del 2019 – ci sarebbe davvero da piangere. Per la nostra democrazia sarebbe davvero un dato tombale, il peggiore della storia Repubblicana” conclude Faggiano.