Perché leggere questo articolo? La popolazione europea è sempre più anziana. Nomen omen, dunque: il Vecchio continente sta invecchiando in modo evidente e costante. Ed è allarme natalità. L’Italia fa da traino, confermandosi il Paese con l’età media più alta e col più basso tasso di nascite.
L’Italia è sempre più vecchia. E la fotografia di Eurostat lo conferma. Con 48,4 anni al 2023, il nostro Paese si aggiudica il primato per l’età mediana più alta dell’Unione Europea. Seguito dal Portogallo, con una media di 47 anni e la Bulgaria, dove si raggiungono i 46,8. All’estremo opposto, invece, il Lussemburgo con 39,7, l’Irlanda con 39,1 e Cipro che con 38,4 anni si conferma il Paese più giovane dell’Unione. In generale, però, in tutta Europa l’incremento anagrafico è stato costante, con la curva che si è piegata maggiormente a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso. A invertire la rotta solo Germania, dove in un decennio il valore dell’età mediana è rimasto invariato, la Svezia, dove è calato di 0,1 anni e Malta, che ha registrato una contrazione di 0,4 anni.
Una popolazione che invecchia
Il dato non sorprende. Già l’Istat nel 2019 aveva riportato il record italiano per numero di ultracentenari: ben 15 mila, di cui l’84% donne risiedenti nel Nord Italia. Adesso Bruxelles lo conferma con un’indagine decennale: l’Italia è un Paese di e per vecchi. Il più anziano di tutti. Infatti, se l’età media della popolazione europea è aumentata raggiungendo i 44,4 anni, quella degli italiani la supera di gran lunga. Gli over 60 sono sempre di più e la quota degli ultraottantenni è quasi raddoppiata tra il 2001 e il 2020.
I giovani under 20, invece, sono sempre meno. In Italia come nel resto dell’UE. Negli ultimi due decenni la quota di bambini e adolescenti è diminuita in tutti gli Stati membri. Con le contrazioni più rilevanti registrate in Italia, Malta e Germania. Il Vecchio continente sta dunque invecchiando in modo rilevante. E l’Italia fa da traino, confermandosi il paese con l’età media più alta e col più basso tasso di nascite.
Allarme natalità
L’incremento anagrafico della popolazione italiana ed europea è strettamente collegato alla questione natalità. Sempre secondo Eurostat, il numero di bambini nati nei 27 Paesi membri è in calo dal 2008. Il 2022 ha registrato un ulteriore decremento demografico, con 3,88 milioni di nascite rispetto alle 4,09 milioni del 2021. E’ il tasso di natalità più basso registrato in Ue in circa un ventennio. I dati più allarmanti vengono però dall’Italia. Dove la fecondità è ai minimi storici da anni. Con 1,2 figli per donna contro la media europea di 1,6. Meglio, invece, la Francia che con 1,79 nati per donna mantiene il tasso di fertilità più elevato dell’Ue. Seguita da Romania (1,71), Bulgaria (1,65) e Repubblica Ceca (1,64).
Significativa anche l’età media europea in cui le donne partoriscono il primo figlio: 29,7 anni. Ed è sempre il nostro Paese a guidare la classifica di anzianità, con le donne italiane che diventano madri per la prima volta a 31,7 anni. Al contrario della Bulgaria, che ha le madri più giovani d’Europa con un’età media di 26,6 anni. La bassa natalità in Italia è un preoccupante problema che può avere impatti economici e sociali a lungo termine. Tra cui un’inversione demografica e il rischio di una popolazione invecchiata con conseguenze sul sistema previdenziale e sulla forza lavoro. Tra le ragioni di questa tendenza: l’instabilità economica, la difficoltà a conciliare la vita lavorativa con quella familiare e l’incertezza riguardo al futuro. Ma anche la voglia e il sentirsi pronti al sacrificio che un figlio comporta.