“È un momento caldissimo della storia della giustizia di questo Paese. Un momento che non esito a definire storico. Dallo scorso anno abbiamo posto in essere riforme impensabili: quella del processo penale e del processo civile, della crisi di impresa, abbiamo fatto interventi sulle professioni, il decreto legislativo sulla presunzione di innocenza. Veramente un bel momento per la giustizia, speriamo diventerà bellissimo”. Così il sottosegretario di Stato alla Giustizia Paolo Sisto in occasione della rassegna “Direzione Nord”, arrivata alla quindicesima edizione in corso al Palazzo delle Stelline a Milano.
Sisto in mattinata aveva partecipato all’incontro dei capigruppo della maggioranza con la ministra della Giustizia Marta Cartabia per discutere degli emendamenti alla riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario. “Una riunione costruttiva, un bel confronto in cui le obiezioni le valutazioni di ciascun gruppo sono state tenute in considerazione. Domani ci sarà un’altra riunione di maggioranza e poi dalle 13 si vota”.
“Diverse proposte sul tavolo”
Diversi i temi caldi dell’incontro: quello della separazione delle funzioni tra pm e giudice, tanto per cominciare. “Ci sono diverse proposte sul tavolo: quella del governo è portare a due i possibili passaggi; mentre le proposte dei gruppi sono variegate: qualcuno ha suggerito una sola possibilità di passaggio, nei primi 5 anni di attività. Una volta cambiato, non si può tornare indietro”, dice il sottosegretario.
La questione delle porte girevoli
Un tema importante, che consente di avere la certezza che autonomia, indipendenza e terzietà della magistratura non siano parole vuote. Su questo fronte, l’orientamento è che il magistrato che viene eletto non possa più tornare a fare giurisdizione. Si sta discutendo, invece, su altre posizioni, per esempio di chi si candida e non viene eletto. A questo si aggiunge il tema dei cosiddetti apicali”.
Sul tavolo anche i criteri per l’elezione del Csm
“Confesso di non essere appassionato di questo tema e credo che non risolverà il problema delle correnti. Anche perché non posso essere contrari alle correnti, che sono tutelate dalla prima parte della Costituzione. Cosa diversa è quando queste tracimano nell’attività giurisdizionale o in quella del Csm. Si stanno studiando diverse soluzioni, la cosa importane è però giungere all’approvazione: non possiamo consentire che il prossimo Csm sia eletto con la stessa legge elettorale che ha provocato i problemi a cui abbiamo assistito. È un fatto etico: su questo non faremo sconti”.