di Alessandro Pedrini
Alla fine è morta anche la speranza uccisa da un ministro che, ironia della sorte, ma forse no, si chiama proprio Speranza. Un ministro che in un Paese normale sarebbe stato mandato a casa da tempo, dopo il fallimento nella gestione dell’emergenza Covid, che vede l’Italia tra i primi paesi al mondo per numero di morti ogni centomila di abitanti. Un ministro che non riesce a gestire i suoi consiglieri che parlano troppo e troppo a sproposito. Consiglieri con la smania di protagonismo, come l’ex attore Walter Ricciardi, che si sveglia il giorno prima dell’apertura degli impianti da sci, raduna la stampa e annuncia che lo sci non deve partire e propone un altro lockdown.
E chi se ne frega se le nostre località alpine, già in ginocchio, abbiano preparato con sacrificio le piste, gli impianti, gli alberghi, i rifugi. Un dramma per migliaia di famiglie che vivono grazie al turismo della montagna: piccoli imprenditori, operai, camerieri, maestri di sci… Un colpo mortale ad un’economia che rischia di saltare. Il Governo Draghi non poteva partire peggio. Probabilmente l’ex governatore della BCE si è illuso di poter tenere a bada un’accozzaglia di ministri e partiti che tra di loro proprio non c’azzeccano. Sono finiti gli alibi. È arrivato il tempo di fare scelte coerenti, di agire con responsabilità. Perché una pagina triste come quella di ieri non si ripeta più, altrimenti non stupiamoci se poi la gente occuperà i palazzi.