Perché questo articolo potrebbe interessarti? I conservatori nel 2024 passeranno il testimone ai laburisti di Keir Starmer, almeno secondo gran parte dei media del Regno Unito. Così come confermato su TrueNews dal giornalista John Hooper, questo avrebbe un impatto negativo sull’asse tra Roma e Londra creato dalla stretta alleanza tra l’attuale premier Sunak e il presidente del consiglio Giorgia Meloni
Nel Regno Unito oramai si parla di Keir Starmer quale futuro primo ministro. Nella stampa d’oltremanica è stata data ampia evidenzia alla recente kermesse laburista, dove il partito riunito nel congresso di Liverpool sembra aver presentato definitivamente le proprie credenziali per tornare a Downing Street. Il tempo per le elezioni però non è ancora relativamente vicino: l’attuale legislatura scade nel dicembre 2019, dunque le urne si apriranno un periodo compreso tra il dicembre 2024 e il gennaio 2025. Ad ogni modo, Londra sembra essere già entrata in una nuova fase politica.
Circostanza che impone delle considerazioni anche riguardo all’Italia. Tra il presidente del consiglio Giorgia Meloni e l’attuale premier britannico, il conservatore Rishi Sunak, si è creato un asse molto solido. I temi seguiti di comune accordo tra Roma e Londra riguardano soprattutto l’immigrazione. Ma con l’era dei conservatori ormai al tramonto, l’asse Italia – Regno Unito reggerà? “Direi che la caduta di Sunak non sarebbe decisiva – è la risposta a questa domanda data a TrueNews da John Hooper, giornalista del The Economist – ma la caduta del governo conservatore sì, avrebbe certamente un impatto”.
L’incognita sull’asse tra Roma e Londra
Nei giorni del vertice europeo di Granada, i due capi dell’esecutivo hanno scritto una lettera scritta a 4 mani pubblicata sul Corriere della Sera. Nella missiva, Meloni e Sunak hanno come certificato la nascita di una solida intesa tra i rispettivi Paesi. Il principale argomento preso in considerazione ha riguardato l’immigrazione. Con il presidente del consiglio che ha elogiato il giro di vite contro gli sbarchi promosso da Sunak e con quest’ultimo che ha sottolineato l’importanza di una stretta cooperazione tra le parti.
“Non appena però un laburista metterà nuovamente piede a Downing Street – ha sottolineato una fonte diplomatica su TrueNews – questo asse finirà. L’attuale vicinanza tra Roma e Londra è retta soprattutto dalla comune idea di lotta all’immigrazione e da una condivisa impostazione ideologica. Elementi che mancheranno con Starmer al governo”.
Ne è convinto, come accennato in precedenza, anche il giornalista John Hooper. “Starmer non è per nulla estremo – ha dichiarato il corrispondente del The Economist – È forse più centrista che socialista, ma di certo non appartiene al centro destra. E abbiamo visto come un centrista come Macron ha reagito al governo Meloni e alla Meloni stessa in modo cauto, senza entusiasmo”.
Il problema non è di poco conto per la diplomazia italiana. Meloni infatti, nel tentativo di trovare sponde sull’immigrazione e sapendo di poter contare molto poco su Francia e Germania, ha guardato al Regno Unito. Anche se Londra non fa più parte dell’Ue, la convergenza con Sunak è stata valutata comunque importante dall’attuale maggioranza in quanto, tra le altre cose, ha permesso di smentire un certo isolamento italiano sul più che delicato fronte migratorio.
L’asse quindi, terminata l’era dei conservatori iniziata (con alterne fortune) nel 2010, è destinato a chiudersi. Tuttavia sull’immigrazione, Italia e Regno Unito potrebbero continuare a dialogare: “Qualsiasi governo britannico avrà due importanti interessi in comune con quello italiano – ha infatti specificato Hooper – cioè l’immigrazione illegale via mare e la partecipazione al progetto Tempest con il Giappone. E in quel senso c’è un’affinità oggettiva”.
La stampa britannica considera finita l’era dei conservatori
Aditya Chakrabortty, editorialista del Guardian, in un recente articolo si è riferito a Starmer non come capo del partito laburista ma come “futuro premier”. Un ulteriore segnale di come nel Regno Unito ci si sta preparando al passaggio di testimone. Dando un’occhiata alla stampa londinese, ben si intuisce l’orientamento dell’intero circuito mediatico nel considerare quasi certo l’avvento di Starmer a Downing Street.
Sul The Independent, Adam Forest ha fatto notare che l’ex direttore del Daily Telegraph, Max Hastings, oramai risulta schierato con i laburisti. Una presa di posizione quasi clamorosa, almeno secondo l’editorialista del The Independent. Hastings ha in effetti in diverse interviste definito Sunak “un perdente”, una brava persona “ma incapace di essere leader”.
Lo stesso Hastings ha poi parlato dei conservatori come “una banda di terrapiattisti”, lanciando poi parole al veleno per l’ex premier Boris Johnson. Nel suo editoriale, Adams ha anche sottolineato il passaggio di diversi rappresentanti di peso dell’élite britannica verso i laburisti. Gareth Quarry, influente donatore conservatore, ha annunciato di voler sostenere Starmer. Al pari di altre personalità di spicco quali, tra tutti, l’imprenditore Sir Rocco Forte, il quale alle ultime elezioni aveva sostenuto invece il partito di Sunak con centomila Sterline.
Le incognite che gravano su Starmer
A Londra, così come in tutte le altre capitali europee (Roma inclusa), occorre quindi iniziare a fare i conti con il più che probabile cambio della guardia alla guida del governo britannico. I laburisti stanno scaldando i motori e stanno per presentarsi come nuova forza di maggioranza. I tentativi di Starmer di questi giorni, successivi al congresso di Liverpool, vanno tutti in questa direzione. Il leader dell’opposizione è impegnato a mostrare la propria credibilità quale futuro uomo di governo.
Durante il congresso ha parlato del Labour come di un partito non più di lotta, bensì “di servizio”. Ma non mancano le incognite. La stampa britannica ha sottolineato come Starmer abbia oramai abbandonato la linea più a sinistra di Corbyn, sposando invece una visione centrista. Le élite hanno quindi deciso di appoggiarlo, tuttavia proprio questo potrebbe costargli non pochi voti.
La svolta al centro, rivendicata da Starmer soprattutto per la ricerca del voto moderato e del “voto utile” per dargli una maggioranza stabile, non sta piacendo a tutti. Anzi, a Liverpool non sono mancate contestazioni da parte dell’ala più a sinistra del partito. “La ricerca di un governo stabile potrebbe diventare una trappola – ha scritto Andy Backett sul Guardian – ci sarà una grande pressione da parte dell’establishment per mantenere intatti i suoi privilegi”. Con conseguente possibile perdita di voti a sinistra. Un’incognita importante e di non poco conto, capace di gravare da qui a un anno sulle reali chance di vittoria di Starmer alle prossime elezioni.