Perché quest’articolo potrebbe interessarti? Il Consiglio dei ministri è pronto ad emanare un decreto, ribattezzato legge Ferragni, per mettere ordine nel mondo della beneficenza. Voluta da Meloni, ricalca esattamente le posizioni di Selvaggia Lucarelli.
Giovedì 24 gennaio arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri quella che è già stata ribattezzata la “legge Ferragni”. Il provvedimento intende mettere ordine nel mondo della beneficenza. Elaborato dal ministero del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, il decreto imporrà anche alle attività commerciali l’obbligo di specificare chiaramente sulla confezione dei loro prodotti a chi vanno destinati i proventi e in che misura contribuiranno alla beneficenza.
Da Lucarelli a Meloni, la denuncia diventa legge
La norma mira a portare maggiore trasparenza in un settore che fino ad oggi è stato avvolto da un alone di opacità. A dare l’annuncio è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervistata da Nicola Porro nel programma Quarta Repubblica.
Proprio la vicenda di Chiara Ferragni, indagata con i vertici dell’azienda dolciaria Balocco per la vendita di pandoro a cui sarebbe stata associata una campagna benefica per l’ospedale Regina Margherita di Torino, ha fatto emergere, secondo Meloni, “che c’è un buco in termini di trasparenza nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico. Voluto o non voluto, adesso vi si può incappare”.
Della vicenda Ferragni-Balocco nulla si sarebbe saputo se Selvaggia Lucarelli non avesse deciso di ficcarci il naso e scoprire che i fondi che sarebbero stati versati all’ospedale torinese non erano legati alla vendita del prodotto (io, consumatore, compro un pandoro griffato Ferragni e so che parte della cifra che sborso andrà in beneficenza), ma era una ben congegnata operazione di marketing (la donazione era stata fatta dalla Balocco prima della vendita del pandoro e non era stata legata alla vendita di ogni pezzo, come la pubblicità faceva credere).
Lucarelli sotto attacco
Chiara Ferragni ha cercato di tamponare il danno, non solo d’immagine, decidendo di versare di tasca propria un milione di euro al Regina Margherita (cosa che ha poi realmente fatto, dopo essere stata multata dall’Antitrust), ma la vicenda Balocco ha scoperchiato un sistema adottato in altre occasioni dall’influencer cremonese, quello di una beneficenza di cui a beneficiare era sempre principalmente se stessa.
Selvaggia Lucarelli negli ultimi giorni è sotto attacco per un’altra discutibile operazione verità sulla titolare della pizzeria si Sant’Angelo Lodigiano, che aveva utilizzato i social per raccontare la storia di una recensione omofoba al suo locale, al quale aveva risposto per le rime (la signora, attaccata pesantemente sui social, è morta poi suicida e la magistratura sta indagando per capire se tra le due cose esiste una correlazione). La blogger sta valutando se querelare chi l’ha messa sotto accusa, indicandola indirettamente come responsabile del gesto della signora.
La strana coppia Lucarelli-Meloni
Cos’hanno in comune Giorgia Meloni e Selvaggia Lucarelli? qualcuno si starà chiedendo. Fate così. Provate a scorrere la timeline di qualsiasi quotidiano online o il flusso di post su un qualsiasi social. Noterete che sono i due nomi, i loro, che ricorrono con più frequenza nei titoli dei primi e nelle bacheche dei secondi.
Non sappiamo quanto la cosa possa far piacere alla Lucarelli, ma l’impressione è che ormai sia lei, insieme a Giorgia Meloni, a dettare l’agenda politico-mediatica italiana. Una strana coppia di fatto, tanto che la cosiddetta legge Ferragni, voluta dalla premier, ricalca esattamente le idee espresse dalla Lucarelli sulla beneficenza.
Travaglio: e io tra di voi…
Non potevano certo battezzarla legge Lucarelli, regalando una soddisfazione insperata a Marco Travaglio, direttore del Fatto quotidiano, giornale sul quale la blogger (sembra che nel giugno scorso abbia chiesto la cancellazione dall’Ordine dei giornalisti) scrive. Ma è quantomeno curioso che una volta, forse neppure rendendosene conto, Travaglio e Meloni condividano la stessa posizione, sia pur per interposta persona. I primi articoli sulla vicenda Ferragni-Balocco furono pubblicati proprio sul Fatto. Ma d’altra parte, ad accomunare le due donne, si potrebbe dire malignamente che sono i pacchi. Quelli fatti a danno dei consumatori che la Lucarelli si diverte a scoprire e denunciare, o quello da fuori onda per la Meloni. Unicuique suum, a ciascuno il suo.