In Transatlantico i più corteggiati sono i dimaiani di Insieme per il Futuro. Dispensano baci, abbracci e pacche sulle spalle. Molti sono convinti di poter arrivare in tempi brevi alla soglia dei 100 parlamentari, dalla già sorprendente cifra di 63 ottenuta al primo giorno di scissione. Chi mastica amaro sono i grillini, che nonostante siano tantissimi, sembrano quasi dei superstiti e sono piuttosto restii a parlare con i giornalisti.
La lezione per i superstiti
Nel cortile di Montecitorio si aggirano il vicepresidente Riccardo Ricciardi, che centellina le parole: “La scissione era preparata da tempo, e il motivo non è certo la politica estera“, dice a true-news.it. Pochi metri più avanti c’è Federica Dieni, vicepresidente del Copasir, considerata da alcuni, nei giorni precedenti, come in predicato di traslocare con Di Maio, dato che nel passato non ha mai lesinato le critiche a Conte.
“Guarda i motivi per cui molti hanno scelto Di Maio sono diversi – dice a true-news.it – io resto dove sono, perché vedo ancora una prospettiva politica per il M5s, dobbiamo solo organizzarci ancora meglio sui territori e dare più spazio all’ascolto, fare più assemblee tra Conte e i parlamentari, questa deve essere la lezione che dobbiamo apprendere da questa storia”.
Di Maio risponde al telefono più di Conte
Ma perché in così tanti, rispetto alle previsioni, hanno deciso di abbracciare il progetto di Di Maio? “Ripeto, le motivazioni sono diverse – continua la parlamentare calabrese – ma io non credo che il motivo sia il doppio mandato, perché essere rieletti sarà difficile per tutti. Molto più banalmente alcuni hanno scelto Di Maio perché gli rispondeva al telefono più di Conte. Altri perché hanno un rapporto umano con il ministro degli Esteri, molti gli sono amici. Anche io non ho nulla contro di lui personalmente e sono in buoni rapporti con tanti che hanno scelto di andare via”.
Per la deputata “la questione è politica, non personale. Così come la scelta di rimanere nel Movimento Cinque Stelle, penso che il Movimento abbia ancora un futuro, soprattutto se ripartiamo dalle persone e dall’attenzione per i cittadini, ma anche per i gruppi parlamentari”.
Saluti e silenzi
Passa la deputata Anna Macina, transitata con Di Maio, le due si salutano. “Ciao, buongiorno”, e un buffetti sulla spalla. Macina ignora invece Ricciardi, contiano di ferro, che si rifugia a fumare seduto su una panchina del cortile della Camera. “Non penso che dietro questa scelta ci siano esclusivamente ambizioni personali. Almeno non per tutti, forse per qualcuno sì”, ragiona la parlamentare.
Però pesano anche, almeno per alcuni, le posizioni sulla politica estera. “Ma il M5s non ha mai detto di essere contro la Nato o contro l’Europa. Comunque per qualcuno di quelli che hanno deciso di uscire, hanno pesato anche questi temi, soprattutto nelle commissioni Esteri e Difesa”.
Le alleanze nei territori e la legge elettorale
Dieni dice che “il M5s deve ripartire dall’ascolto e dai territori“. Ma anche Di Maio in conferenza stampa ha detto di “puntare sui sindaci” del nuovo Movimento Insieme per il Futuro. E nei territori sono decisive le alleanze. Ieri il deputato dem Andrea Romano ha detto a true-news.it che non esistono preclusioni per il campo largo, che insomma sarebbero ben accetti sia Conte sia Di Maio, e che la scissione nel M5s è un affare di dialettica interna ai grillini. Dieni su questo sembra fiduciosa, smentisce che i Cinque Stelle vogliano passare all’opposizione e spiega: “Molto dipenderà dalla legge elettorale. Ma non credo che il Pd voglia interrompere il rapporto con il M5s perché c’è stata una scissione all’interno del Movimento. Poi su Di Maio, bisognerà anche vedere quale sarà il peso elettorale di questa formazione e quali Alleanze decideranno di fare”.