Perché leggere questo articolo? Pochi votanti e molte polemiche per il referendum di Parigi sulla tassa per i Suv in città. Protestano la destra e gli automobilisti. Esultano gli ecologisti, anche quelli italiani.
Pochi votanti, tante polemiche. Domenica a Parigi si è tenuto un referendum cittadino sulla proposta di triplicare i costi per il parcheggio dei modelli di automobili più pesanti, ingombranti o inquinanti. Una formulazione generica, che però mette nel mirino i Suv. Ma attenzione: non tutti, soltanto quelli di proprietà dei non residenti a Parigi. Le tariffe, infatti, restano invariate per i residenti nella Capitale francese. Una tassa sui Suv, quindi. Ma a metà.
Bonelli: “Giusto ridurre la circolazione delle auto”
Eppure la proposta è stata fortemente voluta dai movimenti ecologisti, che hanno tappezzato le strade della città con manifesti con slogan del tipo “la strada è nostra”. Angelo Bonelli, deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra, portavoce dei Verdi italiani, risponde a True-News.it: “Dovrei leggere meglio la proposta del sindaco di Parigi, ma il fatto che è stata votata dal popolo dimostra che certe battaglie sono percepite dalle persone”.
Per Bonelli “è giusto il principio di ridurre la circolazione delle automobili nelle città”. Anche perché “una tassa sui veicoli più ingombranti non va a colpire il ceto medio e basso, ma riguarda solo le fasce sociali più alte. Dobbiamo coniugare le politiche ambientali con l’attenzione alle fasce sociali più deboli”. E ancora: “Il Suv sicuramente non rappresenta la mobilità del futuro e poi io non posseggo nemmeno un’auto, facile capire come la penso”.
L’ideologia Woke arriva in Europa
Una proposta, quella della sindaca socialista Anne Hidalgo, che arriva sull’onda dell’ideologia woke che sta montando negli Stati Uniti d’America. L’obiettivo è quello di ridurre la circolazione di auto nelle strade intasate del centro cittadino. L’idea è stata lanciata da Hidalgo dopo le proteste di cittadini e movimenti ecologisti, che si erano lamentati per l’inquinamento, il rumore e la congestione della mobilità nelle strade parigine.
Solo che il tentativo sembra poco più che uno specchietto per le allodole. Come dicevamo, l’innalzamento della tassa per le automobili pesanti e ingombranti riguarda solo chi arriva da fuori dal Comune di Parigi. Un’arma spuntata, dunque. E poi c’è il referendum. Ha votato poco più del 5% degli aventi diritto al voto. Uguale ad appena 78mila e 121 elettori. Il 54,55% di loro ha votato a favore e quindi la proposta è passata. Ma, di fatto, considerate le eccezioni, la stretta interesserà soltanto il 15% del totale delle automobili che attualmente circolano a Parigi. Almeno stando ai dati diffusi dall’azienda AAA Data, specializzata in analisi dei dati sul settore automobilistico. Da qui le proteste di una serie di associazioni di automobilisti e dei partiti di destra che si oppongono alla sindaca Hidalgo.
I paradossi della tassa anti-Suv
E poi c’è la formulazione del quesito, che parla genericamente di “vetture individuali, pesanti e ingombranti”. L’incrocio dei dati tra emissioni e peso del veicolo genera paradossi. Infatti auto ad alte prestazioni e bassi standard ambientali, ma leggere, non saranno interessate dalla tariffa maggiorata. Mentre pagheranno di più auto magari ibride, quindi meno inquinanti, ma con un peso maggiore. Nel concreto, parcheggiare un’auto di grandi dimensioni costerà quindi 18 euro l’ora in centro e 12 euro l’ora nel resto della città. Le nuove tariffe sarebbero valide per i veicoli più pesanti di 1,6 tonnellate, con motore termico o ibrido, e per tutti quelli più pesanti di 2 tonnellate, veicoli elettrici inclusi.