Perché leggere questo articolo? Terza Repubblica alle porte? Gli esperti lo negano fermamente. True-news.it ha intervistato costituzionalisti ed esperti sulla Riforma Costituzionale proposta da Meloni. Il premierato sembra ancora ben lontano da venire, ma preoccupa: per la Riforma Costituzionale serve l’unità dell’arco parlamentare.
“Con la Riforma Costituzionale comincerà la Terza Repubblica“. Dalla convention della Democrazia Cristiana di Saint Vincent – avete letto bene – Giorgia Meloni lancia la mission per cambiare la Costituzione. Elezione diretta del capo del governo e addio ai senatori a vita: il centrodestra – forte di una delle maggioranze più ampie della storia repubblicana – dovrebbe portare già venerdì una bozza di legge in Consiglio dei ministri. Ma cosa pensano gli esperti delle Riforma Costituzionale di Giorgia Meloni?
“Una Riforma Costituzionale in salsa Instagram”
Stiamo entrando nella Terza Repubblica? Alfonso Celotto, Ordinario di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre con importanti incarichi istituzionali alle spalle, non trattiene la risata: “Siamo ancora nella Prima Repubblica. Perché il passaggio effettivamente avvenga – come ad esempio accaduto cinque volte nella storia in Francia – serve una nuova Costituzione”. Il Costituzionalista passa allora ad analizzare la proposta di Riforma Costituzionale avanzata da Giorgia Meloni. “Tecnicamente non possiamo parlare di presidenzialismo, che significherebbe unificare le cariche di Presidente del Consiglio e della Repubblica” – prosegue Celotto.
“Quello che l’attuale Presidente del Consiglio vuole fare è trasformarsi in premier, attraverso l’elezione diretta. L’obiettivo di Meloni è quindi dare vita a un premierato“. Celotto vede la Riforma Costituzionale come figlia dei tempi. “E’ la trasposizione plastica della società Instagram in cui viviamo, con la fine dei partiti e l’individualismo, le interazioni digitali e la perdita degli ideali”.
Riforma fattibile ma confusa. Abolire i senatori a vita? Un contorno
Tecnicamente un premierato è possibile. “Alla Riforma Costituzionale dovrebbe ovviamente aggiungersi una nuova Legge elettorale e un sistema di bilanciamento dei poteri” prosegue il docente di Diritto Costituzionale. “La nostra Costituzione, ad oggi, prevede tre prerogative fondamentali per il Presidente della Repubblica: nominare il Presidente del Consiglio, i ministri e sciogliere le Camere. Per un premierato servirebbe un conseguente bilanciamento“.
E l’abolizione dei senatori a vita? Secondo Celotto “è una questione di contorno. Quella del senatore a vita è una carica statutaria – un diritto degli ex Presidenti – o di nomina presidenziale per merito. Certamente non si tratta di un cardine del nostro sistema. Iniziare a discutere di Riforma Costituzionale parlando di senatori a vita è un po’ come quando Renzi puntò sull’abolizione del Cnel nel referendum del 2016. Se la invito a cena, ha poco senso che inizi parlando di contorni”.
La nostra Costituzione? Miope, presbite e miracolosa
Secondo Celotto, bisogna discutere della portata principale: il premierato e l’ordinamento dello Stato. “La discussione sulle Autonomie rimane in voga, ma abbiamo iniziato a parlarne nel 1990, in maniera estremamente confusa. Abbiamo messo mano ai comuni, poi alle province e quindi alle regioni. Serve un disegno organico e soprattutto preciso per modificare la Costituzione”.
Resta la Costituzione più bella del mondo? Il professor Celotto cita Pietro Calamandrei, “la nostra è una costituzione presbite. E’ stata scritta per guardare lontano. Nel 1979, trent’anni dopo Calamandrei, Massimo Severo Giannini, corresse la definizione dicendo che la Costituzione è presbite nella prima parte, e miope nella seconda”. Celotto individua dei limiti nel nostro modello, laddove “non decide né in Parlamento né al governo”. Per il costituzionalista, “sono possibili dei correttivi al Testo Costituzionale per stabilizzare il governo. Ne parlava già Aldo Moro. Eppure, dopo 50 anni e infinite bicamerali, siamo ancora allo stesso punto”.
Per una vera Riforma Costituzionale, secondo Celotto, serve un accordo trasversale. “Come fecero i Costituenti, dando vita al miracolo del 1948. La nostra Costituzione è stata approvata con l’88% dei voti in Parlamento, per questo è la più bella del mondo. Al contrario, il rischio è che si trasformi in una riforma di parte, o addirittura personale. Come tentarono nel 2005 Berlusconi, poi nel 2016 Renzi, quindi Conte, Draghi e ora Meloni“.
La Riforma Costituzionale non preoccupa ITALIASTATODIDIRITTO
“E’ sbagliato gridare allo scandalo ogni volta che si fanno proposte volte a modificare la Costituzione”. Per Guido Camera, avvocato cassazionista e Presidente di ITALIASTATODIDIRITTO, la società è cambiata dal 1948. “La capacità di prendere atto dei cambiamenti e dare risposte è fondamentale. Si sta discutendo di mettere nero su bianco una prassi politica che è ormai consolidata dal 1994. Chiunque ha votato nella cosiddetta Seconda Repubblica, nei fatti, aveva in mente un candidato premier. Si vuole dare un vestigio costituzionale a una realtà consolidata nella cultura degli elettori“.
Per Camera, dunque, non si intravede all’orizzonte una stravolgimento dell’ordinamento del Paese. “La riforma in discussione sembra puntare sul premierato, evitando così di andare a stravolgere il ruolo del Presidente della Repubblica, assai apprezzato dagli italiani negli ultimi anni per il ruolo di equilibrio. Al di là degli annunci e della comunicazione politica, non si evidenzia la volontà di modifiche alle cariche istituzionali“. Anche l’idea di abolire la carica di sentore a vita non sembra preoccupare il Presidente dell’associazione di avvocati e professionisti del diritto. “Rispetto al dopoguerra non abbiamo più ideologie e partiti. E sui senatori a vita capisco l’esigenza di dare una valutazione molto politica ai rappresentanti del popolo. Il senatore è un ruolo politico e chi ha competenza dovrebbe restituire decidendo però di mettersi in gioco a livello elettorale. Con una piena legittimazione politica”.
Una modica necessaria del sistema legislativo
Per il Presidente di ITALIASTATODIDIRITTO, il sistema necessita di alcune modifiche. “Pensiamo alla prassi legislativa: oggi non è il parlamento a scrivere le leggi. A fare le leggi sono piuttosto i magistrati che lavorano all’interno dei ministeri o attraverso le sentenze che fanno giurisprudenza. Ma nessuno ovviamente grida allo scandalo”. Per Camera c’è dunque bisogno di una “legislatura Costituente che razionalizzi le distorsioni sulla separazione dei poteri, definendo le prerogative principali del parlamento”. Tutti vorrebbero uno spirito da Costituente come nel 1948, ma, secondo il cassazionista, ogni stagione ha le sue caratteristiche. “Il momento per un accordo sistemico trasversale c’è forse stato sul finire della scorsa legislatura. Quella attuale, salvo miracoli, non sembra mostrare le condizioni per un nuovo dibattito costituzionale”.