Perché questo articolo potrebbe interessarti? Il terzo mandato per sindaci e governatori spacca il Pd. Il sindaco di Bari Antonio Decaro (area Bonaccini) contro la segretaria Schlein già il 25 gennaio scorso. La leadership di Schlein alla prova delle elezioni regionali in Sardegna
Il post è del 25 gennaio scorso. Alle 17,58 il sindaco di Bari Antonio Decaro, scrive: “Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che consente ai sindaci dei Comuni fino 15.000 abitanti, di candidarsi per il terzo mandato ed elimina il limite di mandato per Comuni fino a 5.000 abitanti. Una riforma democratica che lascia ai cittadini il diritto di scegliere il proprio sindaco. Una bella notizia per i cittadini e i sindaci di quei Comuni. Su 7.896 Comuni italiani solo 730, tra cui Bari, sono esclusi da questa riforma, perché sopra i 15.000 abitanti. Peccato, avrei voluto fare il sindaco della mia città per sempre. Sarà per la prossima vita”.
Un post di Decaro “premonitore”
Decaro è uno dei sindaci che fa riferimento nel Pd all’area di Stefano Bonaccini, come i sindaci di Pesaro Matteo Ricci e quello di Firenze Dario Nardella.
Sono loro, che hanno il “polso” del territorio che amministrano (Decaro ha un forte consenso popolare per il lavoro che sta svolgendo) e che contestano la decisione presa dai vertici del partito di affossare il terzo mandato per sindaci e presidenti di Regione.
I tre sindaci, insieme al governatore emiliano Stefano Bonaccini, hanno giusto acconsentito a una moratoria per ridiscutere la questione del terzo mandato, in vista delle elezioni di domani, domenica 25 febbraio, in Sardegna, dove la segretaria Elly Schlein ha chiuso l’accordo con il Movimento Cinque stelle per sostenere la candidatura a presidente della Regione della pentastellata Alessandra Todde.
L’azzardo della Schlein
Per la Schlein quella di domani non sarà solo una giornata in cui si capirà se il campo largo da lei fortemente voluto può essere una prospettiva (al netto delle distanze siderali con Conte su temi come la guerra e le armi all’Ucraina).
Al varco l’aspettano anche i riformisti del partito, non solo sindaci e governatori favorevoli al terzo mandato, ma anche l’ala del Pd che fa riferimento all’ex ministro della Difesa e attuale presidente del Copasir Lorenzo Guerini: “Il Pd non doveva partecipare al voto sul terzo mandato”, dice l’ex sindaco di Lodi ed ex presidente Anci. “A questo punto il Comitato deciso in Direzione per trovare una quadra sul tris di sindaci e governatori rischia di essere già morto”, dice a Repubblica Alessandro Alfieri.
L’azzardo potrebbe costare caro alla Schlein, che è diventata segretaria mentre nessuno l’aveva vista arrivare – furono le sue prime parole dopo l’elezione. A differenza di allora, uno schianto, con calo dei consensi per il Pd, lo avvertirebbero tutti, specie nel partito. E lei dovrebbe trarne le conseguenze.