Perchè questo articolo potrebbe interessarti? Dopo tante proposte di riforma di bandiera, arriva il momento della verità per il governo Meloni. Tra gli obiettivi della legge di bilancio in via di discussione c’è la modifica della riforma Fornero. Gli italiani, intervistati da True Data hanno un parere chiaro sulle pensioni. L’analisi di True News, The Pitch, Termometro politico e Osservatorio globalizzazione.
Dopo tante schermaglie, una primo vero banco di prova per il governo. La riforma delle pensioni, con la revoca della legge Fornero ha infiammato la campagna elettorale. Ora Meloni e il suo governo sono chiamati alla messa a terra di un provvedimento bandiera. Cambiare il sistema messo in piedi dalla ministra del governo Monti – poi consulente della politica economica nella task force del governo di Mario Draghi – sarà tutt’altro che facile. Gli italiani però hanno le idee piuttosto chiare in materia pensionistica.
Due italiani su tre per la riforma delle pensioni
Quasi il 70% vuole cambiare la Fornero. E’ il considerevole esito del sondaggio settimanale di Termometro Politico, condotto tra il 22 e il 24 novembre. Oltre il 66% degli italiani è d’accordo sulla modifica dell’attuale legge sulle pensioni. I contrari sono poco più del 27% degli intervistati; che adducono motivazioni economiche dei
Filtra velato ottimismo da parte degli italiani sull’andamento economico del 2023. Quasi metà degli intervistati – il 49,7% – non pensa che ci sarà una recessione il prossimo anno. Tra questi (13,1%) c’è chi prevede che il Pil italiano crescerà più delle previsioni. Di diverso avviso il 43,6% secondo cui alla fine il Pil diminuirà e l’economia andrà peggio di quanto prevedono le stime.
La riforma delle pensioni come simbolo di un passato che si vuole dimenticare
La democrazia italiana vive anche di simboli. E la “Legge Fornero”, riforma delle pensioni del governo Monti, è stata associata inevitabilmente alla stagione dell’austerity e del taglio alla spesa sociale. Poco importa che la riforma Fornero fosse, in realtà, la riforma Monti e che l’allora Ministro del Lavoro ci abbia messo solo il timbro formale. La riforma è il simbolo di un passato che si vuole dimenticare. Si inserisce nel quadro di un sistema previdenziale che tende a considerare il lavoro più come un costo per imprese e società che come un asset.
La globalizzazione ha segnato in maniera incisiva anche la natura del Mercato del lavoro europeo, spingendo le imprese, soprattutto quelle di grandi dimensioni, a divenire delle macchine sempre più competitive al fine di non essere eliminate dagli altri competitors. La competizione comporta a sua volta una intensificazione della produzione, o meglio un aumento della produttività ed una riduzione dei costi sul lavoro per andare ad incidere positivamente sui costi medi di produzione. D’altro canto, ridurre i costi sul lavoro significa andare a garantire delle condizioni di lavoro molto inferiori che non possono assicurare a loro volta una vera e propria stabilità per i lavoratori, ovvero andando a favorire quel fenomeno che viene definito come precariato.
Contratti part-time, a chiamata, smartworking e contratti a tempo determinato sono servili a questa funzione. O meglio a permettere al datore di lavoro di poter gestire in maniera flessibile il tempo di lavoro e le competenze dei lavoratori in base alle esigenze. La previdenza segue di conseguenza.
True Data
True Data è il nuovo approfondimento settimanale di True News, in collaborazione con Termometro Politico, Osservatorio Globalizzazione e The Pitch. Ogni settimana partiremo da una tematica di attualità nel nostro paese. Lo approfondiremo a livello demoscopico – con un sondaggio realizzato ad hoc – e a livello internazionale – con i dossier dei nostri analisti. Vi aspettiamo ogni venerdì, con il sondaggio di Termometro Politico, l’analisi di Osservatorio Globalizzazione e i contenuti multimediali di The Pitch, coordinato dalla rete di True News.