Perché leggere questo articolo? Alessandro Faggiano di Termometro Politico quantifica lo scampato attentato in 4-5 punti percentuali e nel disincentivo al voto per i democratici. Per il sondaggista, Trump – che ora si erge a moderato – ha la vittoria in tasca mentre Biden dovrà rivedere del tutto la propria campagna sempre più in crisi.
Trump un po’ meno di Reagan, ma decisamente davanti a Biden. Si potrebbe riassumere così l’influsso elettorale dello scampato pericolo per il tycoon. Che, secondo Alessandro Faggiano, caporedattore di Termometro Politico, ha in tasca la rielezione alla Casa Bianca. Il sondaggista prova a quantificare per True-News.it il vantaggio in termini di voti che l’attentato di Butler ha garantito a Trump. Un gap incolmabile, con un precedente: il ferimento di Ronald Reagan nel 1981. La campagna elettorale di Biden è da rifare, a meno di quattro mesi da un voto che pare sempre più contato.
Faggiano, quanto ha guadagnato Trump in termini di voto dall’attentato?
Tanti. In questo caso, è davvero possibile dirlo: ciò che non uccide fortifica. Non c’è nulla di più impattante per un candidato in un’elezione rispetto a un attentato da cui si riesce a scampare. Accantonando qualsiasi teoria del complotto, specialmente nel campo democratico, dal punto di vista elettorale è un colpo decisivo.
Cosa dicono i sondaggi a questo punto?
E’ ancora difficile sondarlo con precisione, per due ordini di motivi. Per prima cosa, è passato poco tempo dai fatti di sabato. C’è inoltre il rischio “recentismo”. Le risposte a caldo di elettori colpiti in questi giorni dall’attentato potrebbero poi essere smentite a novembre. I primi sondaggi indicativi usciranno settimana prossima. Però parliamo di un vantaggio notevole per Trump, nell’ordine di un avanzamento verso la maggioranza assoluta. I repubblicani stanno sfondando ovunque. A novembre ci sarà un’ondata rossa dei repubblicani.
Anche perchè la marea blu dei dem è in ritirata. Biden sarà costretto a rivedere la propria comunicazione dopo l’attentato?
Una parte dell’elettorato democratico si sente sconfitta e potrebbe andare a non votare, in uno dei Paesi che ha la minor partecipazione in Occidente. Gli analisti stanno evidenziando questo grosso disincentivo al voto democratico. Nelle ultime tra campagne elettorali in cui c’era Trump, i democratici hanno sempre fatto leva sulla paura, sull’anti-democraticità del candidato repubblicano. Ora l’attentato, a cui Trump ha risposto in maniera brillante, li costringe a rimodulare la comunicazione. Le risorse che ha Biden, però, sono davvero al lumicino. Adesso sarà dura andare a votare contro Trump, tenendo conto che quasi due elettori su tre a livello nazionale e la maggioranza dei democratici non hanno fiducia sul fatto che Biden riesca a fare altri quattro anni alla Casa Bianca.
L’immagine di Trump sanguinante e col braccio alzato deciderà la corsa alla Casa Bianca?
La verità è l’attentato ha probabilmente regalato a Trump l’immagine dell’anno, se non del decennio. La foto è straordinaria, potentissima a livello simbolico. Anche la gestione degli istanti dopo la sparatoria è colpo a livello comunicativo. Trump tranquillizza gli elettori e li carica gridando “Fight” col pugno alzato, è un messaggio straordinario. Un altro dato è che, se in buona parte la campagna contro le possibili derive anti-democratiche di Trump, adesso si è manifestato un evento che va in direzione opposta. Il tono del messaggio che Trump ha pubblicato su Truth è già presidenziale. Qualcuno si poteva aspettare al contrario l’uso di toni più marcati, e invece Trump punta sulla moderazione. Così andrà a intaccare il calderone degli indecisi. Dopo sabato ha mano libera, può fare quello che vuole.
Il precedente di Reagan, che ne 1981 ottenne otto punti percentuali dopo essere sopravvissuto a un attentato, è ripetibile con Trump?
Non credo che il vantaggio elettorale acquisito possa essere così marcato. Ronald Reagan era meno divisivo di Trump. I suoi indici di gradimento, per intenderci, erano al 70 per cento, quasi il doppio dell’attuale candidato repubblicano. Anche con un aumento della metà dei punti, Trump è in vantaggio su Biden, gap che potrebbe aumentare se il tycoon continuerà a proporre un discorso moderato. Il vero vantaggio è nella disattivazione dell’elettorato democratico. Trump ha la vittoria praticamente in tasca.