Perchè leggere questo articolo? L’ipotesi di una von der Leyen bis non va giù alla Lega. Così l’eurodeputata Isabella Tovaglieri: “Stiamo lavorando per scongiurare questa ipotesi vergognosa e pericolosa”
Il nuovo esecutivo europeo è in fase di costruzione. E il clima politico è infuocato. Le questioni aperte sono molteplici e coinvolgono tutti gli schieramenti, dalla destra alla sinistra. A Roma e a Bruxelles. Abbiamo dialogato con Isabella Tovaglieri, recentemente rieletta nell’europarlamento nelle file della Lega che ci ha raccontato delle sfide che il nuovo esecutivo dovrà affrontare e le priorità politiche che, secondo lei, dovrebbero essere perseguite per garantire un futuro prospero e stabile per l’Unione Europea. Ecco cosa ci ha raccontato.
Tovaglieri, è in arrivo il nuovo esecutivo europeo e si parla di un von der Leyen bis a tradizione popolari-socialisti. Quali sono le sue previsioni?
La Lega sta lavorando per scongiurare questa ipotesi. Non solo vergognosa. Ma anche pericolosa per il futuro dell’Europa e dei cittadini. Gli italiani e gli europei, con il loro voto inequivocabile, al quale si aggiungerà a brevissimo quello dei francesi, hanno infatti chiesto un cambio di rotta delle politiche portate avanti dalla commissione Von Der Leyen. Un messaggio forte e chiaro che non può e non deve essere ignorato. Riproporre un’alleanza tra popolari e socialisti, con la riconferma della presidente uscente, significherebbe calpestare il voto democratico degli elettori. E mettere una grave ipoteca sulla revisione, in senso più realistico, dei provvedimenti del Green deal che minacciano l’autonomia strategica dell’Ue e il futuro di lavoratori e famiglie. Come per esempio la direttiva case green. E lo stop ai motori benzina e diesel dal 2035, che andranno al riesame rispettivamente nel 2028 e nel 2026. Purtroppo, per i burocrati di Bruxelles e per il Pd che usa l’Europa per sistemare le questioni interne al partito, sempre più miopi e sempre più attaccati al potere, conta di più la spartizione delle poltrone che dare risposte adeguate alle sfide più sentite dai cittadini. Non solo lavoro e sicurezza. Ma anche tutela delle famiglie, delle piccole e medie imprese e del ceto medio, che finora hanno tenuto in piedi l’economia e la società europea.
Nel caso in cui in Francia vincessero i lepenisti cosa accadrà secondo lei?
Il vento del cambiamento è forte in tutta Europa. A partire dalla Francia, che ha l’opportunità unica di voltare pagina. Ecco un altro esempio di attaccamento al potere: il presidente Macron sta giocando, con una strategia d’anticipo, le partite che rischiano di mettere fine alla sua permanenza all’Eliseo. Prima ha convocato le elezioni anticipate a ridosso del risultato degli amici del Rassemblement National alle Europee, puntando sul disorientamento degli elettori francesi. E ora sembra prendere le distanze più dalle sinistre del Noveau Front Populaire che dalle destre, lasciando intendere di essere disposto a digerire e, se ci riuscirà, anche a cavalcare, lo spostamento a destra del Paese, riservandosi una porta aperta alla coabitazione con i lepenisti. I consensi in crescita vertiginosa dei nostri alleati francesi sono un fattore che l’Ue non può ignorare. Confidiamo che il risultato delle elezioni rafforzerà il gruppo Identità e Democrazia del Parlamento europeo, di cui fanno parte sia la Lega che il Rassemblement National, permettendoci di affrontare con più forza e più autorevolezza le battaglie comuni che ci attendono a Bruxelles.
Meloni ha fatto bene a seguire l’onda dei popolari?
È troppo presto per commentare, a giochi ancora aperti, quanto sta accadendo in Ue. Apprezziamo l’impegno e la determinazione del Governo. Mentre condanniamo ancora una volta la vergognosa arroganza dei burocrati di Bruxelles che procedono con la spartizione di poltrone come se nulla fosse. Fregandosene della volontà popolare. Come ha ribadito Matteo Salvini, la Lega non sosterrà alcun inciucio coi socialisti, principali responsabili delle scelte scellerate degli ultimi anni e di aver condizionato l’agenda comunitaria degli ultimi anni in senso ideologico e irrealistico, facendo il male dell’Unione e ipotecando il suo peso geopolitico. Noi lavoriamo per costruire un’alternativa valida e forte. L’auspicio è che Ue e Parlamento europeo, che dovrebbe essere la casa della democrazia, valorizzino adeguatamente il voto espresso dagli italiani invece di far prevalere le solite logiche spartitorie, che nulla hanno a che vedere con la democrazia, di cui l’Europa si erge a paladina nel mondo.