Perché leggere questo articolo? Il tribunale di Roma ha condannato a 8 mesi i tre attivisti di Ultima Generazione che avevano imbrattato la facciata del Senato. Le pene in Italia non sono retroattive, quindi non sono scattate le nuove misure del governo Meloni. Che però hanno contribuito a far cambiare qualcosa nelle proteste di Ultima Generazione.
Vi ricordate di Ultima Generazione? E come dimenticarseli… Era un po’ di tempo che l’organizzazione ambientalista non tornava a far parlare di sé. L’altro ieri due attivisti hanno fatto un blitz agli Uffizi, attaccando volantini sulla Primavera del Botticelli. Vi ricordate anche i tre attivisti che avevano imbrattato con la vernice Palazzo Madama, la sede del Senato? Erano un po’ finiti nel dimenticatoio, complici le azioni dei loro eco-compagni che hanno verniciato la Gioconda, l’albero di Gucci nella Galleria del Duomo a Milano e Palazzo Vecchio a Firenze – con tanto di “eroica reazione” del sindaco Nardella. Ma adesso sono tornati alla ribalta della cronaca. Perché rischiano di finire in galera.
Otto mesi di carcere ai tre di Ultima Generazione
Martedì 5 marzo, il tribunale di Roma ha condannato a otto mesi di reclusione i tre attivisti di Ultima Generazione che il 2 gennaio del 2023 avevano imbrattato la facciata del Senato. Sono due ragazzi e una ragazza, di età compresa tra fra i 24 e i 28 anni. L’accusa è seria: danneggiamento aggravato. Il Senato, il ministero della Cultura e il Comune di Roma avevano chiesto un risarcimento danni per un totale di 190mila euro. Il tribunale è stato più morbido. Ha concesso ai tre eco-attivisti il pagamento di una provvisionale. Una sorta di anticipo in attesa della decisione definitiva. La cifra, in ogni caso, non è uno scherzo: 60mila euro.
Il processo era iniziato lo scorso maggio ed era stato uno dei primi processi organizzati in Italia contro attivisti per il clima. I tre si erano avvicinati alla porta principale del palazzo e avevano spruzzato vernice ad acqua arancione prima di essere fermati da alcuni carabinieri che presidiavano l’ingresso dell’edificio. L’azione non aveva causato danni permanenti alla facciata, che era stata ripulita il giorno successivo.
In questo caso il governo Meloni stavolta non c’entra
Negli ultimi mesi molti attivisti di Ultima Generazione sono stati denunciati o sottoposti a misure cautelari per azioni simili, organizzate per sensibilizzare sgli effetti dei cambiamenti climatici. Alcuni di loro sono già stati condannati in primo grado. A fine gennaio 2024 è stata approvata dalla Camera una legge che aumenta le pene per chi danneggia opere d’arte e beni paesaggistici, proposta dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano proprio per contrastare azioni come quelle di Ultima Generazione.
In questo caso, però, il provvedimento non è stato applicato. La misura è stata approvata il 18 gennaio, mentre l’azione di Ultima Generazione al Senato risale al 2 gennaio. Le pene, in questo Paese, non sono retroattive. E quindi i tre giovani non si sono quindi visti riconoscere le aggravanti. A cui dovrà invece stare attento chi d’ora in poi “distrugge, disperde, deteriora o rende inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui“. Potrà essere punito con la reclusione da due a cinque anni e con sanzioni da 20mila a 60mila euro – prima andavano da 2.500 a 15mila euro. Chi invece “deturpa o imbratta beni culturali” oppure “destina beni culturali a un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico”, oppure mette a repentaglio la loro conservazione potrà ricevere multe da 10mila a 40mila euro – prima andavano da 1.500 a 10mila euro.
Ma qualcosa nelle proteste di Ultima Generazione è cambiato
La nuova legge poi introduce la reclusione da uno a sei mesi o una sanzione da 300 a mille euro per chi deturpa o imbratta beni culturali nei musei o in altri luoghi espositivi. Anche questo aggravio ha contribuito a cambiare qualcosa in Ultima Generazione. L’organizzazione negli ultimi tempi ha cambiato metodo e iniziato a organizzare più manifestazioni autorizzate. Questo anche per tutelarsi e coinvolgere più persone nonostante la repressione del governo. Negli ultimi mesi molti attivisti di Ultima Generazione sono stati denunciati o sottoposti a misure cautelari. A Ultima Generazione sono radicali, mica scemi.