A Milano, e in tante altre città d’Europa, la pandemia sta lasciando segni pesantissimi.
Le ferite profonde non si fermano ai lutti o alle questioni di carattere economico ma vedono crescere la sensazione di solitudine.
Per questo nel capoluogo lombardo – laddove, spessissimo grazie ad un patto tra istituzioni e terzo settore, si sono fatte negli anni cose rilevanti proprio per affrontare le emergenze e le problematiche sociali – oggi serve uno scatto ulteriore.
Terzo settore, nella Milano post-Covid serve un’innovazione
In altre parole c’è bisogno di un grande piano per la socialità e la cura.
Un piano (realizzato anche grazie alle risorse europee e al PNRR) che si concretizzi attraverso l’aumento e il potenziamento dell’assistenza domiciliare, dei custodi sociali, delle badanti e delle tate di condominio (progetti già nati a cui dare ulteriore impulso, vedasi la bella esperienza di wemi) e dei cittadini attivi. E in questa cornice pure di qualcosa di mai sperimentato a livello locale.
“Un Servizio civico civile per la prossimità, così diamo possibilità ai giovani di Milano”
Penso all’istituzione di un servizio civico civile che metta all’opera migliaia di ragazze e ragazzi capaci di affiancare operatori e cooperative sociali per far crescere aiuto, accompagnamento, servizi di prossimità. Del resto proprio Milano è stata, in questi mesi terribili, la protagonista di interventi di mutuo soccorso importanti per aiutare gli anziani soli e i più vulnerabili.
“Squadra Milano”, la proposta per il welfare milanese
Una grande “Squadra Milano” solidale sarebbe, inoltre, un contributo utile all’Italia e all’Europa, poiché non vi è dubbio che di questo vi sia una grande necessità.
La ricostruzione, è il senso della mia proposta che mi auguro venga raccolta da Beppe Sala e dal suo schieramento e che auspico possa diventare oggetto di un confronto in tutto il mondo politico, può passare anche dall’energia e dalla voglia di tirarsi su le maniche di una nuova generazione.
Le esperienze istituite in questi anni a diversi livelli – dal Servizio civile universale al Corpo europeo di solidarietà- potrebbero inoltre trovare un contesto capace di valorizzarle di più.
Gli anziani che vivono da soli in alcuni contesti di periferia già oggi ricevono aiuto da parte di organizzazioni molto serie che potrebbero essere la spina dorsale di una leva in grado di coinvolgere migliaia di giovani milanesi diventando un modello replicabile.Per aiutare e per farlo come prima e più di prima.