Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? Alcuni documenti confidenziali del Sinodo in corso sono stati pubblicati su un server non protetto. È in corso una fuga di notizie che fan ripensare al “Vatileaks”.
Mercoledì 4 ottobre in Vaticano è iniziato il Sinodo sulla sinodalità, un momento di riflessione, ascolto e compartecipazione della Chiesa. Alcuni documenti confidenziali sono stati pubblicati su un server non protetto. Sono quindi al centro di una fuga di notizie scoperta dalla redazione di The Pillar, che l’ha annunciata nella sua newsletter del 13 ottobre. I file in questione includono gli elenchi dei partecipanti sinodali. Coi loro incarichi nei gruppi di lavoro e i rapporti depositati dai Circoli minori al termine della prima parte di discussione del Sinodo.
La fuga di documenti sui Circoli minori del Sinodo
La riflessione sinodale avviatasi il 4 ottobre è organizzata in sottogruppi, chiamati Circoli minori. In essi i partecipanti al Sinodo sono distribuiti in base alle proprie preferenze linguistiche, territoriali e tematiche. Ogni tavolo di lavoro, attraverso il metodo della “conversazione nello Spirito”, parte dall’esperienza personale per poi analizzare i temi assegnati. Secondo i documenti pubblicati sul server cloud e analizzati da The Pillar, ai partecipanti è stato chiesto cosa avevano imparato sull’ascolto come caratteristica di una Chiesa sinodale e quali tensioni sono emerse più fortemente durante le discussioni locali.
Un campione di rapporti dei Circoli minori contiene risposte conformi agli aggiornamenti sinodali forniti dagli uffici stampa vaticani. La maggior parte dei rapporti esprime sostegno al concetto di sinodalità, ma le opinioni sulla dottrina variano: mentre alcuni gruppi di lavoro enfatizzano la fedeltà dottrinale, almeno un rapporto esprime un appello alla Chiesa a riconsiderare la dottrina sulla moralità sessuale, che è tra i temi caldi della discussione.
Confidenzialità e fuga di notizie
Il desiderio di mantenere il carattere confidenziale delle discussioni è al centro dell’attenzione dall’inizio del Sinodo. Si parla di una privacy permanente, per cui le discussioni quotidiane restano private fino al temine dell’analisi di ogni sezione dell’Instrumentum laboris, il documento che contiene l’esito delle fasi precedenti del Sinodo. A fine giornata c’è semplicemente un briefing di aggiornamento sull’andamento dei lavori e l’esito finale del confronto si conoscerà solo alla fine di ottobre.
La decisione di non pubblicare gli elenchi dei membri dei gruppi di discussione né i loro interventi ha quindi attirato l’attenzione dei media, ma è stata minata proprio da questa fuga di notizie. Nonostante i rapporti ottenuti dalla ricerca di The Pillar consentano di identificare i membri dei singoli Circoli minori, la piattaforma ha scelto di non renderli noti pubblicamente, in seguito alla richiesta di un “digiuno della parola pubblica”, di una certa discrezione nel trattare le informazioni che hanno al centro il Sinodo.
Dubbi sulla trasparenza sinodale
I rapporti del gruppo di lavoro sono significativi perché costituiranno la base per la Relazione di Sintesi. Si tratta del rapporto che sarà prodotto verso la fine di ottobre sulle discussioni sinodali e che darà un orientamento preciso alla prossima fase sinodale, quella di ottobre 2024. Proprio l’importanza di tale Relazione suscita delle domande sulla trasparenza dell’organizzazione del Sinodo. Le informazioni emerse, infatti, mostrano che solo ad alcuni membri selezionati del Sinodo è stato chiesto di concentrarsi su argomenti particolari. Ciò potrebbe minare la ricchezza di punti di vista con cui è necessario trattare le questioni calde della Chiesa di oggi.
The Pillar specifica inoltre che: “il server cloud non protetto che ospita i documenti sinodali, insieme a una cache di video e foto delle sessioni sinodali, è collegato a un portale online creato per i partecipanti. E può essere raggiunto da chiunque abbia l’indirizzo web, senza password o qualsiasi altra identificazione o misure di sicurezza”.
Dopo aver scoperto questa fuga di informazioni il 12 ottobre, la piattaforma ha informato il Dicastero per la comunicazione, domandando una dichiarazione in merito. Dal comunicato stampa di The Pillar si apprende che: “i metadati dei documenti sinodali indicano che i testi sinodali sono stati salvati su computer assegnati a diversi membri del personale del Segretariato permanente per il Sinodo del Vaticano, l’ufficio incaricato di organizzare il Sinodo sulla sinodalità, della durata di un mese. […] la presentazione di un rapporto del gruppo di lavoro – archiviato come foto – includeva la firma autografa del vescovo che lo ha archiviato”.
Al riparo da influenze esterne
Proprio per evitare una dispersione incontrollata dei dati, la comunicazione degli aggiornamenti sul Sinodo è stata fin dall’inizio circoscritta al briefing quotidiano con la stampa. Si aggiunge inoltre l’invito dei membri della discussione sinodale a non rilasciare altre interviste. L’obiettivo dichiarato è incoraggiare un’atmosfera di ascolto nell’assemblea sinodale. Senza influenze esterne o la percezione di manovre politiche. L’archiviazione dei dati sinodali da parte del Vaticano su un server cloud non protetto, però, è in contrasto con l’obiettivo di garantire la riservatezza delle discussioni sinodali.