Perché dovrebbe interessarti? La Legge di Bilancio approderà in Aula a Montecitorio in quella che sarà la versione definitiva. Tanto si è detto sul contenuto del provvedimento, ecco le ultime novità inserite. Tra misure centrali, che intervengono ancora una volta sul Reddito di cittadinanza e le mancette tipiche di ogni manovra economica.
Una manovra sempre più laboriosa, quella che sta provando a varare il governo con la maggioranza di supporto. Dopo il via libera in commissione Bilancio della Camera, si è reso necessario un passo indietro: c’è stato un errore “tecnico” di un emendamento approvato senza le apposite coperture. Quindi, occorre provvedere a intervenire su quella norma per mandare il testo in Aula. “Succede che lavorando male, aspettando per giorni e giorni gli emendamenti del governo, proponendo centinaia di articoli, di cui 100 marchette territoriali coperte dai poveri funzionari del Mef fino a stanotte, inventando norme per lo più ordinamentali e incostituzionali, si sbagli”, attacca il deputato di Alleanza verdi-sinistra, Marco Grimaldi.
Manovra, il tempo stringe: i temi principali sono ormai alle spalle
Un affondo da parte dell’opposizione, che comunque ha evitato azioni di ostruzionismo che avrebbe davvero fatto rischiare l’esercizio provvisorio: entro Natale bisognerà licenziare il provvedimento almeno alla Camera. Per questo sarà posta la questione di fiducia e consentire un esame-lampo al Senato prima del 31 dicembre. I temi principali sono ormai alle spalle, a cominciare dall’ipotesi di scudo penale per i reati fiscali, che alla fine è stata esclusa dalla manovra. La grande novità della nottata di votazioni in commissione Bilancio a Montecitorio riguarda il Reddito di cittadinanza. Non bisognerà nemmeno più presentare un’offerta congrua di lavoro al percettore del sussidio, dopo il via libera alla proposta depositata dal leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi. In questi modo il rifiuto di qualsiasi offerta porterebbe all’immediata decadenza del sostegno economico mensile. Un indebolimento significativo su quello che resta un totem per il Movimento 5 Stelle.
Uno sgravio sulle pensioni a chi ha lavorato nel Principato di Monaco.
Di sicuro non mancano quelle che vengono definite mance, un tratto in realtà comune a qualsiasi finanziaria del passato. Ma la ricerca dell’interesse particolare è stata notevole anche in questo caso, senza dubbio alcuno, a partire da quanto anticipato da True-news.it sul finanziamento degli impianti ippici. Una delle proposte approvate più significative è quella che garantisce uno sgravio sulle pensioni a chi ha lavorato nel Principato di Monaco. Con il via libera alla norma l’aliquota passa dal 23 al 5 per cento, garantendo un significativo ritocco al rialzo per l’assegno mensile, che alle casse italiane costerà 6 milioni e 300mila euro per il 2023 e altri 3 milioni di euro per il 2024. La misura è stata pensata in particolare per i circa 8mila frontalieri liguri, ma che in linea teorica potrà essere usata anche dai vip che hanno attività o interessi economici in terra monegasca. La formulazione iniziale è stata fatta da Ilaria Cavo, deputata ligure di Noi Moderati, e sembrava un’iniziativa destinata a non avere seguito. Invece i relatori, Silvana Comaroli (Lega), Roberto Pella (Forza Italia), Paolo Trancassini (Fratelli d’Italia), hanno fatto proprio il testo. Fino a portarlo all’approvazione.
La gestione dei servizi cimiteriali nel territorio della città di Palermo
Nella manovra trovano spazio anche le “misure urgenti in relazione alla gestione dei servizi cimiteriali nel territorio della città di Palermo”. Nel dettaglio, per assolvere a questa funzione, il sindaco della città viene nominato commissario straordinario, esaudendo quella che era la volontà del ministro del Mare e della Protezione civile, Nello Musumeci. Anche in questo caso assorbita dai relatori. Un milione e mezzo è stato poi ripartito sul prossimo triennio per un contributo ai cammini religiosi.
Il reddito alimentare e il lavoro ai detenuti
Ma non di sole mance si forma una Legge di Bilancio. Ci sono anche sperimentazioni interessanti, come il reddito alimentare, proposto dal deputato dem, Marco Furfaro. Con uno stanziamento di 3 milioni e mezzo di euro sarà introdotta l’iniziativa per contrastare lo spreco e la povertà alimentare. In che modo? “Mediante l’erogazione, a soggetti in condizioni di povertà assoluta, di pacchi alimentari realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare, da prenotare mediante una applicazione e ritirare presso un centro di distribuzione». Di natura sociale anche un altro emendamento, presentato da Riccardo Magi di +Europa, che con 6 milioni di euro va a rifinanziare la Legge Smuraglia del 2000 che punta a favorire l’attività lavorativa dei detenuti. Insomma, un grande frullatore che mescola un po’ di tutto. E diventa a volte difficile discernere la mancetta dall’intervento utile.