Non c’è una ragione logica per fare il consigliere comunale, il consigliere provinciale o il sindaco. Lo dico da tempo, ma oggi anche di più. La storia è questa: prima dell’abolizione delle Province (errore clamoroso per il quale l’allora ministro Delrio è stato pure ricompensato con il ruolo di capogruppo del Pd alla Camera) e l’istituzione delle Città Metropolitane, a Milano c’erano da ripianare i debiti di una gestione precedente, e quindi si stipularono dei contratti derivati.
Risultato? Quello che si sa, le banche se ne approfittarono e tutte le cause da centinaia di milioni per varie amministrazioni comunali che erano state truffate. La Provincia di Milano avrebbe subito 70 milioni di euro di danno erariale, secondo la Corte dei Conti, la cui procura regionale sta indagando. Tutto giusto. Giustissimo recuperare i soldi.
La Corte di Conti di Milano indaga sui fatti di 19 anni fa
Così, la Corte dei Conti va a bussare a tutti quelli che a qualche titolo ne possono sapere qualcosa: la giunta che ai tempi approvò l’acquisto del derivato, e tutti i consiglieri provinciali. Lo fa esattamente diciannove anni dopo. Diciannove anni. Quindi, chiede a tutti di rispondere di fatti di 19 anni fa. Diciannove. Vi ricordate dove eravate 19 anni fa? Io francamente no. E non ricordo neppure che articolo ho firmato (lavoravo al Giorno), 19 anni fa.
Ecco, ora pensate che se non vi ricordate, potreste passare guai grossi, perché la Corte dei Conti è draconiana nel chiedere soldi ai politici che ritiene abbiano sbagliato. Il che è anche giusto, se lo facesse con un po’ di tempismo. Diciannove anni dopo è la conferma che non c’è una ragione che sia una per fare il consigliere provinciale, comunale o per fare il sindaco. E infatti tra qualche anno nessuno concorrerà più a niente. Andrà così. Ora mi sa che esco e vado a firmare qualunque referendum trovi (purtroppo ce ne è solo uno, ce ne dovrebbero essere 10) sulla Giustizia.