di Sara Greta Passarin
Dopo l’indimenticabile episodio dello “stai sereno” che ha allontanato Enrico Letta da Palazzo Chigi, i suoi seguaci sembravano scomparsi per sempre. E invece no. Perché i lettiani – come anche gli orfiniani o i renziani – non muoiono mai. E alla bisogna ritornano sul ring più agguerriti che mai, come l’araba fenice, decisi come non mai a sfruttare l’occasione arrivatagli. E sulla quale probabilmente, in questi tempi e modi, non avrebbero scommesso nemmeno loro.
Già. Perché Enrico Letta, dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti, torna da Parigi per fare il segretario del Pd. E questo nonostante qualche anno fa, tradito dall’arena politica, aveva deciso di cambiare vita dedicandosi all’insegnamento in Francia. Ma le riserve della Repubblica (di cui fanno parte gli ex premier blasonati) si sa, arrivano spesso nei momenti più critici, se non addirittura decisivi. E questo per il Pd lo è senz’altro, spiazzato internamente dopo la nascita del governo Draghi.
Ma chi sono gli uomini e le donne di Enrico Letta favoriti per un ruolo nel Pd? In pole position troviamo il sardo Marco Meloni, ex deputato Pd, che dirige dal 2017 la Scuola di Politiche dell’ex premier. Così come altri nomi appetibili sono quello di Monica Nardi (sua storica portavoce) e della ex parlamentare europea lombarda Alessia Mosca. Ma potrebbe essere ripescato anche Paolo Guerrieri, ex senatore Pd ad oggi docente universitario. Gli ex ministri Paola de Micheli e Francesco Boccia, nati come lettiani ma poi passati alla causa di Zingaretti, potrebbero molto presto tornare all’ovile (idem la ex sottosegretaria all’istruzione Anna Ascani). I fedelissimi di Enrico Letta in Liguria erano Luca Parodi, dirigente regionale e membro cda dell’Ospedale Galliera, ma anche l’avvocato Raffaele Caruso e l’ex deputato Pd Lorenzo Basso, oltre a Laura Cevasco, ex segretaria del circolo Pd di Marassi. Mentre a Milano una pedina importantissima per Letta, in vista della tornata di amministrative, è Maura Satta Flores, già vice presidente del think tank lettiano per eccellenza – “VeDrò” – e scelta da Beppe Sala come Presidente del Comitato Elettorale del sindaco di Milano, impegnata in questi mesi a cercare volti e “cervelli” per stendere il programma del nuovo pezzo grosso dei Verdi in Italia.
La rete dei fedeli dell’ex presidente ha solide radici e parte proprio dalla Fondazione Vedrò. Un coagulo per lo più di dem centristi e democristiani che, magari solo per un periodo, sono passati di lì: dirigenti di partito e di azienda, manager, professionisti, intellettuali, scienziati. Qualche nome? Gli ex ministri Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo e il ministro del lavoro in carica Andrea Orlando. Contatti con Vedrò li ha avuti anche l’attuale ministro alla transizione ecologica Roberto Cingolani mentre un ruolo strategico (di raccordo tra Letta e Renzi) potrebbe averlo Ernesto Carbone. L’ex deputato del Pd, oggi in Italia Viva, era anche lui nell’orbita di VeDrò e potrebbe aiutare a ricongiungere due mondi in contrasto tra loro: quello di Enrico Letta e quello di Matteo Renzi. Forse.