Vaccini, medici di famiglia e Pnrr. Nelle ore in cui si riaccende con largo anticipo il dibattito sulle elezioni lombarde 2023, fra girandola dei nomi a destra e a sinistra e l’archiviazione delle più pesanti inchieste giudiziarie legate alla pandemia, il consigliere regionale Emanuele Monti della Lega torna a vantare i risultati sanitari contro il Covid. “Vaccini? I numeri sono da record, tra le tre migliori aree del mondo nella campagna vaccinale”, dice il presidente della Commissione Sanità e Politiche sociali al Pirellone che nel 2020-21 è stato relatore e primo firmatario sia della legge sul contrasto alle Dipendenze quanto della riforma sanitaria lombarda approvata sul finire del 2021. “Ciò che chiediamo ora al governo – dice il consigliere intervistato da Fabio Massa e Barbara Ciabò a The True Show su Telelombardia il 21 gennaio – sono regole più orientate alla situazione di oggi perché nel momento in cui il 95% dei positivi è asintomatico è chiaro che non possa essere un “liberi tutti” ma si può immaginare di comportarsi come Israele, che è già alla quarta dose, lasciando correre il virus fra gli asintomatici e avere invece regole più forti su chi è sintomatico e chi è grave”.
Monti: “La Lombardia guida la discussione su questa fase pandemica”
Al netto della discussione fra enti locali, Regioni e Governo, Monti smorza le polemiche ricorrenti sulla gestione della pandemia in Lombardia: “Siamo il 15% della popolazione italiana, per alcuni giornali online il 40 per cento dei lettori e il 60 per cento degli abbonati – afferma –. Quando si dice che quella testata parla male della Lombardia è un fattore che va considerato: semplicemente perché il grosso dei lettori sono qui”. Al netto di ciò “chi oggi guida la discussione su questa fase pandemica in Conferenza Stato-Regioni nella Commissione Salute è la Lombardia, le cui proposte vengono seguite e spesso diventano nazionali”.
“Medici di famiglia, serve una riforma nazionale”
Non solo vaccini e pandemia. Uno dei capitoli cruciali ora è come non perdere i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, anche quelli collegati ai capitoli sanitari: “Sui medici di famiglia serve una riforma nazionale” spiega Monti “per la quale i medici non verranno assunti ma lavoreranno 38 ore a settimana, apriranno l’ambulatorio 5 giorni su 7 e lavoreranno obbligatoriamente nelle Case di Comunità”. Una riforma che in questo momento “si sta discutendo con le Regioni” e che rappresenta “una rivoluzione per tutta Italia: il Covid ha dimostrato che serve un cambio di passo in quella direzione”.
Monti: “Minori e dipendenze, serve una rete diffusa”
Da ultimo il capitolo sicurezza a Milano che si incrocia con i temi della salute mentale, delle dipendenze croniche e dall’abuso di sostanze. “I fatti di cronaca che si leggono quotidianamente sono tantissimi a Milano – dice il consigliere della Lega –. Da una parte il Covid che ha avuto un impatto sulla salute mentale forte con i dati che ci indicano una grave situazione rispetto a droghe e dipendenze su giovani e minori”. Spesso si tratta di “ragazzi che delinquono con atti di piccola microcriminalità che però, messi tutti insieme, creano un quadro allarmante ed quello che un po’ stiamo vedendo a Milano”. Quale risposta? “Personalmente sono promotore di una legge sul contrasto alle dipendenze approvata in piena pandemia che dà una risposta organizzativa, perché c’è un tema molto vasto di tipo ambulatoriale, residenziale e comunità con servizi che vanno implementati. Come Regione abbiamo messo 20 milioni di euro addizionali”. “Il tema chiave però – continua – sono i minori e l’aggancio precoce: se in Lombardia la presa in carico di un ragazzo tossicodipendente avviene dopo cinque anni dalla primo uso della sostanza è troppo tardi. Serve una rete diffusa delle dipendenze che unisca nel lavoro scuole, forze dell’ordine, tribunali perché poi i ragazzi li ritroviamo in questo circuito. Le azioni concrete devono sì dare risposte alla società dal lato della microcriminalità ma anche alle famiglie”.
Monti: “Sicurezza, c’è un tema legato allo sviluppo urbanistico”
Il secondo aspetto, secondo Monti, è “lo sviluppo urbanistico della città, piena di aree dove si ha paura a camminare dopo una certa ora”. “Addirittura la Stazione Centrale dove la recentissima rapina va a segnalare una grave insicurezza anche in una zona che pensavamo riconquistata dalla legalità”. “Ecco – chiude – qui c’è un tema sullo sviluppo urbanistico dove il sindaco e il Comune hanno un ruolo fondamentale e bisogna intervenire velocemente”.