Secondo gli studi attualmente disponibili i malati oncologici sono una delle categorie di individui a maggior rischio di sviluppare forme gravi della malattia in caso di contrazione del Covid-19. Stando ai dati contenuti nel registro Covid-19 and Cancer Consortium, la mortalità dei soggetti oncologici colpiti dal virus varia infatti dal 5 al 61% a seconda del tipo di tumore (una metanalisi ha calcolato una media del 26%): quelli più a rischio sono coloro che hanno una malattia oncologica ematologica, cancro del polmone o forme già metastatizzate. Numeri ben più alti rispetto a quelli della popolazione generale il cui tasso di letalità ammonta al 2-3%. È necessario dunque che vengano immunizzati al più presto per evitare che subiscano gravi conseguenze qualora contagiati: quali sono le modalità e i tempi per la loro vaccinazione?
Vaccino Covid ai pazienti oncologici: le modalità
Prima di decidere di sottoporsi al vaccino il paziente dovrà comunque effettuare una valutazione con il proprio medico (medico di medicina generale e/o oncologo-ematologo) e, se il parere sarà positivo, con il medico vaccinatore presente nell’hub vaccinale di competenza. Dopo tutte le valutazioni sarà pronto a ricevere l’antidoto anti Covid. Attualmente non è ancora stato stabilito quale tra i vaccini disponibili sia il più efficace per i pazienti oncologici. Quelli a mRNA (Pfizer e Moderna tra quelli approvati) sono però più indicati per coloro che hanno un sistema immunitario compromesso o in chemioterapia.
Chi ha ricevuto una diagnosi di cancro da più tempo o ha già interrotto le cure potrebbe rispondere bene anche ai sieri Oxford-AstraZeneca e Johnson & Johnson. Più sicuro è invece il fatto che per chi è malato di cancro o soffre di una patologia che compromette l’efficienza del sistema immunitario non sono consigliabili i vaccini a virus attenuato. È il caso del siero sviluppato in Cina che utilizza un virus reso incapace di replicarsi e di cui non vi sono dati pubblici relativi all’efficacia, che sembra comunque superare di poco il 50%. In ogni caso al momento nessun vaccino a virus attenuato è ancora stato approvato per l’uso in Europa.
Quale priorità per i malati di tumore?
Il piano vaccinale del governo ha individuato come categorie prioritarie per la somministrazione del vaccino medici e infermieri, il personale e gli ospiti delle rsa, gli over 80, le persone dai 60 ai 79 anni e la popolazione con almeno una comorbidità cronica tra cui i malati oncologici. Si legge infatti che in quest’ultima categoria rientrano “i pazienti con malattia tumorale maligna in fase avanzata non in remissione, i pazienti oncologici e oncoematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di sei mesi dalla sospensione delle cure”. Chi ha un tumore rientra dunque in una delle fasce da vaccinare il prima possibile, anche se i ritardi nelle consegne delle dosi stanno rallentando le somministrazioni e non tutte le regioni stanno procedendo in maniera spedita.
Quando vaccinarsi?
I malati di cancro in terapia che verranno chiamati per la vaccinazione dovranno discutere con il proprio medico quando sottoporsi all’iniezione in base al tipo di farmaco che stanno assumendo. Per coloro che hanno appena ricevuto una diagnosi di tumore è consigliabile vaccinarsi prima di iniziare le cure antitumorali: se queste sono già cominciate non sono comunque una controindicazione alla vaccinazione. Non vi sono invece dati su eventuali interferenze del vaccino con altre cure come l’immunoterapia perché i malati oncologici non sono stati inclusi nelle sperimentazioni. Allo stesso modo se manca molto al proprio turno non si consiglia di aspettare il vaccino prima di cominciare a sottoporsi alla chemioterapia perché si rischierebbe di perdere tempo prezioso. Per coloro che hanno subito un trapianto di midollo, il tempo di attesa consigliato prima della vaccinazione è simile a quello già suggerito per tutte le altre vaccinazioni (circa sei mesi dal trapianto stesso).
Dove prenotare il vaccino?
Essendo la prenotazione dei vaccini demandata alle regioni, ogni territorio sta procedendo per conto proprio utilizzando piattaforme differenti. In ogni caso la segnalazione alle autorità sanitarie passerà attraverso i centri di cura, gli unici autorizzati a inserire i nomi nelle liste vaccinali. Saranno poi le strutture a chiamare i pazienti per informarli su tempi e modi della vaccinazione. Si consiglia comunque di recarsi sul sito che la propria regione utilizza per gestire le prenotazioni in modo da visionare ulteriori dettagli.
Oltre al malato oncologico verranno poi vaccinati anche i conviventi, in modo da ridurre ulteriormente il rischio contagio. Dalla priorità sono però esclusi i cosiddetti “survivor”, cioè coloro che non sono più in terapia da diversi mesi e il cui sistema immunitario ha ripreso a funzionare anche se non sono trascorsi cinque anni dalla fine delle cure. La senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli ha a tal proposito annunciato di aver presentato un emendamento per chiedere che anche loro siano inseriti tra le categorie vulnerabili e possano ottenere il vaccino con le stesse modalità a cui possono accedere gli altri.