“La candidatura di Roberto Vannacci non si può quantificare in partenza: andrà valutato quanti voti porterà e quanti ne farà uscire dall’elettorato della Lega”: l’Eurodeputato veneto Toni Da Re, protagonista nelle scorse settimane di un duro confronto col segretario Matteo Salvini e critico della piega assunta dal progetto politico della Lega Salvini Premier, ha dubbi sul fatto che la candidatura del generale ed ex comandante della Folgore possa risollevare le fortune del Carroccio.
La Lega dal trionfo del 2019 all’attuale crisi
“Nel 2019 abbiamo eletto una pattuglia di 29 eurodeputati con oltre il 34% dei voti”, ragiona Da Re. “Alle Europee del prossimo 9 giugno coi sondaggi attuali, che danno la Lega addirittura sotto al dato delle politiche”, dove il Carroccio prese poco meno del 9%, “si potrebbero eleggere solo 6 o 7 eurodeputati”. Gianmarco Centinaio, ex ministro dell’Agricoltura notoriamente vicino a Salvini ha ricordato che non avrebbe intenzione di votare Vannacci. “Ci chiediamo in molti, in questa fase”, ragiona Da Re, “cosa c’entri Vannacci con la storia della Lega. I posti all’Europarlamento saranno ristretti e figure come Vannacci faranno concorrenza a chi ha sempre fatto militanza e lavoro per il partito”, ragiona l’eurodeputato.
La Lega e le divisioni interne
“Aggiungo poi”, nota Da Re, “che la Lega rischia già di per sé rischia di perdere un posto nel suo gruppo perché Aldo Patriciello, che si candida nella circoscrizione Sud, ha annunciato che se sarà rieletto si iscriverà al gruppo del Partito Popolare Europeo”, sottolinea il 70enne ex sindaco di Vittorio Veneto. “La scelta di chiamare figure esterne come Vannacci può ridurre ulteriormente il numero di figure con una storia leghista consolidata alle spalle che saranno elette”.
Da Re ragiona anche sul fatto che “l’elettorato leghista è predominante nel mondo moderato”, come gli imprenditori, le partite Iva e categorie affini, e “questo va tenuto in considerazione quando si parla dell’effetto Vannacci: si parla molto dei voti che può portare, meno di quelli che può far perdere alla Lega”. Un dato che “potrebbe avvantaggiare Forza Italia, da tempo in crescita”. Gli azzurri con l’apparentamento con Noi Moderati puntano alla doppia cifra alle Europee, la Lega è in affanno tra il 7 e l’8%.
Da Re: “Divisioni emergeranno”
In sostanza, sembra essere abbastanza lontana la “linea del Piave” della doppia cifra di consensi che Salvini ritiene necessaria per consolidarsi alla segreteria e archiviare con un sorriso le Europee. E sempre meno figure della Lega fanno quadrato attorno al (fu?) Capitano. Se dovessero concretizzarsi iniziative personali di Salvini come la candidatura di Vannacci e se ciononostante la problematica di consensi permanesse, si aprirebbe una crepa. Da Re ricorda che “alcuni sostenitori di Salvini gli fanno quadrato attorno per spirito di corpo, ma i sostenitori di questo tipo sono sempre meno. E dopo il 9 giugno sono certo che contraddizioni e divisioni nell’attuale gestione della Lega emergeranno apertamente”.