Dio è morto, il cardinale Reinhard Marx vuole dimettersi e la riforma della Chiesa voluta da Papa Bergoglio non sembra andare troppo bene.
Dietro il tira e molla per le dimissioni del cardinale tedesco, annunciate con una lettera pubblica lo scorso 21 maggio, e rifiutate dal Pontefice che lo ha lasciato alla guida della diocesi di Monaco e Frisinga, si nasconde una crepa ancora più profonda all’interno della Chiesa.
Reinhard Marx non si ricandiderà alla Conferenza episcopale tedesca
Il potente arcivescovo e capo del Consiglio per l’Economia in Vaticano, lo scorso febbraio aveva annunciato di non ricandidarsi alla guida della Conferenza episcopale tedesca: “È tempo di passare la mano, di lasciare spazio ai giovani”. Riferimento del mondo cattolico tedesco, che guida dal 2014 e a cui ha impresso la sua visione progressista, Marx è da sempre un consigliere ascoltatato da Bergoglio, dal però ha spesso preso posizioni discostanti. “Non siamo una filiale di Roma e non sarà un Sinodo a dirci cosa fare qui” disse in risposta alla convocazione del doppio Sinodo sulla famiglia da parte del Papa nel 2014-15.
Tensioni nella Chiesa sull’asse Roma-Berlino
Il suo ritorno al centro delle cronache in questi giorni è solo l’ultima news in Vaticano e si tratta di un altro botta e risposto carico di tensioni tra Roma e Berlino, che ruota proprio intorno a una serie di controversie su sessualità e famiglia. Il 10 maggio decine di sacerdoti tedeschi hanno benedetto pubblicamente centinaia di coppie omosessuali, in contrasto con il Responsum della congregazione per la Dottrina della fede che aveva stabilito l’inammissibilità della benedizione alle coppie dello stesso sesso, il sacerdozio alle donne, l’abolizione dell’obbligo del celibato ecclesiastico. Nel giugno 2019 il Papa aveva indirizzato una lettera ‘al popolo di Dio che è in cammino in Germania’, a cui chiedeva di conservare sempre il senso della Chiesa e il legame con la Chiesa universale. Qualcuno, come il cardinale Ruini (ex presidente della Conferenza episcopale italiana) ritiene che le tensioni dovute alle posizioni del Vaticano sulle unioni omossessuali possano portare uno scisma. È un dato di fatto che le curie di mezza Europa – capitanate da quelle germanofone – sono insorte lanciando l’hashtag #LoveIsNoSin, l’amore non è peccato.
La riforma di Papa Bergoglio? Per Marx è insufficiente
Tensioni e proteste avevano condotto a uno stallo dell’azione riformatrice del pontificato di Bergoglio, sancita dal testo della lettera di dimissioni – poi rientrate – di Marx: “In sostanza, per me si tratta di condividere la responsabilità per la catastrofe degli abusi sessuali da parte dei membri della Chiesa negli ultimi decenni”. La rinuncia all’arcidiocesi sarebbe stato un auspicio “per un nuovo risveglio della Chiesa, che è giunta a un punto morto”. Sul tema degli abusi Marx è sempre stato allineato a Francesco nel non tollerare le coperture. Anche se il suo lavoro non sembra aver sortito risultati sperati, di qui le dimissioni terremoto per la Chiesa: “Sono pronto ad assumermi la responsabilità personale, non solo per i miei errori, ma per la Chiesa come istituzione, che ho contribuito a plasmare per decenni”.
Le tensioni un ostacolo per la riforma del Pontefice
Le dimissioni arrivano poco dopo una riforma sugli abusi voluta dal Papa, che inquadra la violenza sui minori come crimine contro la dignità della persona. Il cambio del Diritto penale vaticano è stato voluto dal Pontefice all’insegna di “un’irrinunciabile esigenza di carità non solo nei confronti della Chiesa, della comunità cristiana e delle eventuali vittime, ma anche nei confronti di chi ha commesso un delitto, che ha bisogno all’un tempo della misericordia che della correzione da parte della Chiesa”. Il Papa ha aggiunto come il sistema penale porti “il ripristino delle esigenze della giustizia, l’emendamento del reo e la riparazione degli scandali”, verso cui negli ultimi anni ci sarebbe stata troppa “rilassatezza”.
Riforma che non è parsa sufficiente al cardinale tedesco: “Le indagini e le perizie degli ultimi dieci anni mi dimostrano costantemente che ci sono stati sia dei fallimenti a livello personale che errori amministrativi, ma anche un fallimento istituzionale e ‘sistematico’. Le polemiche e discussioni più recenti hanno dimostrato che alcuni rappresentanti della Chiesa non vogliono accettare questa corresponsabilità e pertanto anche la colpa dell’Istituzione. Di conseguenza rifiutano qualsiasi tipo di riforma e innovazione per quanto riguarda la crisi legata all’abuso sessuale”. Ci si aspettava la scissione e alla fine è arrivata la dimissione dell’arcivescovo, che da anni si era spinto su posizioni ancor più innovatrici di quelle del Papa.
News in Vaticano: è iniziata la resa dei conti per il pontificato di Papa Bergoglio?
Lo strappo di Marx, ultima news in Vaticano di peso, sembra aprire la resa dei conti sul pontificato di Bergoglio, iniziato nel 2013. La spugna gettata dal plenipotenziario riformista tedesco, proprio su un tema caro al pontefice come quello delle violenze, dà l’idea dello stato allarmante della crisi.
Il fatto è che la posta in gioco è ben più alta e gli abusi, con i rapporti diocesani sugli insabbiamenti, rappresentano solo uno dei temi delle frizioni nel mondo cattolico tedesco. L’unica strada per risolvere la crisi sistemica sarebbe il Sinodo permanente, dicono dalla Germania. Per il momento il Papa ha deciso di rifiutare le dimissioni del cardinale: “dalla croce non si scende”. Aggiungendo: “Tutta la Chiesa è in crisi a causa degli abusi; ora non può fare alcun passo avanti senza accettare questa crisi. La politica dello struzzo non aiuta”. Per il momento Francesco parla solo della questione degli abusi, evitando di prendere una posizione esplicita sul Sinodo.
*di Stefano Marrone