Perché leggere questo articolo? Da Tokyo, dove si è recata per ricevere il testimone del G7 col premier giapponese, Giorgia Meloni ha fatto il punto su molti dossier della politica italiana. Lanciando attacchi, che non sono passati inosservati. Caso Salis, affaire Sgarbi, riforma del premierato e Stellantis.
Gioco di rimpalli tra Tokyo e Roma. La premier Giorgia Meloni si è recata in Giappone per prendere le consegne dal presidente di turno del G7, che dal 13 al 15 giugno 2024 si terrà a Borgo Egnazia, in Puglia. Dopo aver ricevuto il testimone della presidenza del Forum dei sette grandi della Terra, Meloni ha affrontato i temi caldi della politica interna con gli inviati della stampa italiana. Ne è venuto fuori un botta e risposta con Schlein e Conte, sui grandi avvenimenti della settimana.
La versione di Meloni a 10mila km da Roma
A Tokyo Meloni ha ricevuto dal suo omologo giapponese, Fumio Kishida, le redini dell’organizzazione annuale del G7 ed ha fatto una ricognizione sui temi internazionali. La premier è quindi passata a incontrare gli inviati dei principali quotidiani italiani. Nella conferenza stampa a più di 10.000 chilometri da Roma, Meloni ha toccato tutti gli avvenimenti principali della politica interna. Da Sgarbi a Stellantis, passando per Salis e premierato.
Nella conferenza stampa congiunta con Kishida, Meloni ha parlato di “grande sintonia, di rapporti ottimi e piena intesa tra due Paesi amici. C’è una convergenza strategica bilaterale e multilaterale” ha sintetizzato la premier. Il viaggio da protocollo ha previsto anche incontri ufficiali, un giro per Tokyo e, infine, un punto stampa coi giornalisti italiani. Quest’ultimo appuntamento è divenuto l’occasione per fare un punto con quanto accade alle nostre latitudini.
L’attacco a Stellantis e il congedo a Sgarbi
Meloni ha subito scagliato la prima pietra, definendo “bizzarra” la richiesta di incentivi fatta dall’Ad di Stellantis, Tavares. “Siamo interessati a ogni investimento che può produrre posti di lavoro. Ma in Italia, e comunque non possono essere messi a disposizioni di una sola azienda” attacca Meloni. Tra i nodi da sbrogliare, la premier si ritrova quello delle “dimissioni” di Vittorio Sgarbi.
L’abbandono del Sottosegretario alla Cultura è un autentico giallo. Sgarbi avrebbe infatti sospeso le proprie dimissioni, tramite una lettera al Corriere della Sera. “Se conflitto c’è – ha annunciato il critico d’arte – deve valere per tutti i ministri. E non lo dico come ritorsione”. Sempre ieri a La7, infine, Sgarbi ha dichiarato che le proprie sono “dimissioni in due tempi“. Che “sono certe, quale che sia la sentenza del Tar, ma che mi auguro sconfessino totalmente la delibera scellerata dell’Antitrust”. Messaggio recapitato a 10mila chilometri di distanza, e subito rispedito al mittente da Meloni.
La premier ha laconicamente commentato: “Per quanto mi riguarda, la questione è chiusa. La decisione del Sottosegretario di dimettersi è quella corretta. Aspetto di incontrarlo a Roma, per accogliere le sue dimissioni“.
Il botta e risposta Meloni-opposizioni
Meloni è passata a incassare la nota positiva “del passo avanti sul Premierato“. La premier si è detta “soddisfatta dell’accordo tra i partner di maggioranza”, per una riforma da lei fortemente voluta. Immediatamente riportata dai cronisti alle dolenti note, Meloni ha commentato la tragica vicenda dei suicidi in carcere. Le opposizioni attaccano, riconducendo il dramma al problema del sovraffollamento della carceri per reati minori. Meloni non la pensa così. “Se la segretaria Schlein ritiene che il problema del sovraffollamento delle carceri, come ha fatto la sinistra in passato, si risolva togliendo i reati, io non sono d’accordo con la sinistra. Penso che si risolva aumentando la capienza delle carceri”.
“Il jet lag deve aver mandato Meloni in confusione“, ha ironizzato Giuseppe Conte. “Poco fa dal Giappone ha affermato che il problema del sovraffollamento non si affronti con l’eliminazione dei reati, ma con investimenti e assunzioni. Il suo governo sta facendo esattamente il contrario. Gli ultimi investimenti sono collegati ai miei due governi e ai fondi del Pnrr”. Ha concluso il leader M5s in un attacco a mezzo social: “Chiacchiere in libertà, nessuna soluzione“.
Il processo Salis diventa questione politica
Le opposizioni tornano all’attacco anche sulla vicenda di Ilaria Salis, la maestra elementare detenuta in Ungheria da ormai un anno. Meloni è stata criticata dalla segretaria dem Elly Schlein, che accusava il governo italiano di scarso e tardivo coinvolgimento nella vicenda. “Non so cosa intenda Schlein sul ‘grave ritardo del governo’. Se è più brava di noi, saprà cosa fare” ha risposto Giorgia Meloni. Immediata la replica di Schlein: “Le ricordo che al governo c’è lei”. Un botta e risposto continuo a 10mila chilometri di distanza. Per fortuna, in serata è previsto il ritorno di Meloni a Roma.