Perchè questo articolo dovrebbe interessarti? Si discute molto della villa con piscina da 1,1 milioni di euro che la premier Giorgia Meloni si è comprata al Torrino. Una soluzione che a Milano non sarebbe stata possibile. Ma questo non vuol dire che ai milanesi benestanti il villino non piaccia. Anzi. Ne abbiamo parlato con Carlo Giordano, board member di Immobiliare.it.
Giorgia Meloni si è fatta la villa con piscina. L’ex ragazza della Garbatella, ora presidente del consiglio, ha trovato una soluzione di pregio al Torrino, zona dove già risiede da qualche tempo. E sta per concludere in questi giorni il trasloco nella nuova abitazione di cui molto si è parlato. Si tratta di una villa da 350 metri quadri del valore di 1,1 milioni di euro. Due soggiorni su due piani da 70 metri quadri ciascuno, una cucina di 33 metri quadri, una cabina armadio ampia 14 metri quadri. Sul tetto 48 pannelli solari. Nel giardino da 100 metri quadri una piscina di 9 metri per 3,5, con una profondità di 1,5 metri e 47 mila litri. Rispondendo alle domande del Fatto quotidiano, la premier ha spiegato che nè lei né i venditori usfruiranno di superbonus ed ecobonus.
Meloni a Milano? Avrebbe scelto CityLife
Una soluzione immobiliare che appare tagliata su misura per le esigenze di privacy ed indipendenza della premier e della sua famiglia. E che è resa possibile dalle particolari caratteristiche urbanistiche e del mercato della Capitale. A Milano Giorgia Meloni avrebbe molto probabilmente dovuto fare una scelta decisamente diversa. Ne abbiamo parlato con Carlo Giordano, board member di Immobiliare.it: “Come comprensibile, Giorgia Meloni ha cercato una soluzione indipendente, che le consenta di avere la riservatezza necessaria per lo stile di vita che richiede il suo ruolo. Non stiamo parlando comunque di un immobile ‘top di gamma’, che a Roma sono altri e sono in altre zone. Una scelta ad ogni modo non così atipica nella Capitale”.
Se nelle zone di maggiore prestigio come il Parioli permettersi di migliorare la propria soluzione abitativa non è così semplice perchè pochi vendono e lo stock è ridotto, per chi ha i mezzi c’è invece una buona disponibilità di soluzioni indipendenti di livello spostandosi in altre aree. E se Meloni fosse stata a Milano, dove sarebbe andata ad abitare? “Per l’efficenza delle strutture e per le caratteristiche di privacy che riescono comunque ad offrire, probabilmente avrebbe potuto cercare soluzioni nei condomini in CityLife e Porta Nuova“, suggerisce Giordano.
Il milanese che vuole la villa dopo il Covid ha scoperto il Monferrato
Il villino è una soluzione che semplicemente una città come Milano, per il suo tessuto urbanistico, non può offrire. Ma questo non vuol dire che ai milanesi non piaccia la casa indipendente. Bisogna semplicemente guardare oltre il perimetro cittadino. Come ha insegnato il periodo del Covid. Spiega ancora Giordano: “Durante la pandemia il mercato è entrato in fermento, con il segmento del lusso che ha reagito prima e di più. Perchè? Il settore dell’alta gamma è costituito prevalentemente da benestanti di una certa età. Che hanno vissuto più di altri le preoccupazioni per la salute generate dal virus. Ed hanno rivalutato il valore della casa, come luogo in cui riconoscersi e sentirsi protetti”.
Da qui la tendenza a cercare soluzioni indipendenti. Che a Roma ci sono, uscendo un po’. Il milanese di alta gamma ha invece bypassato completamente i Comuni limitrofi (discorso a parte – per tradizione – per i brianzoli) ed ha riscoperto i laghi e la Liguria. Molti hanno invece scoperto il Monferrato. Località raggiungibile facilmente in auto e con valori al metro quadro irrisori rispetto al capoluogo lombardo. Prosegue Giordano: “A Milano l’attico è veramente per pochi. Si opta quindi o per appartamenti grandi e belli nei palazzi storici, possibilmente ristrutturati, o per una casa fuori città. Roma ha superfici e dimensioni diverse ed il mercato è più aperto alle ville. Del resto i terrazzi della Capitale si trovano in un contesto molto urbano, spesso in stabili non perfettamente mantenuti”. Il trend immobiliare imposto dal Covid sembra ad ogni modo aver conosciuto un rallentamento alla fine del 2022. Ma scelte come quelle della Meloni ne dimostrano ancora l’attualità.
Il segmento del lusso in Italia: il report di Immobiliare.it
Il segmento del lusso resta comunque una nicchia del mercato immobiliare in Italia. Come riportano i dati del report realizzato da Immobiliare.it nel giugno del 2023, gli immobili di lusso sono meno del 3% del totale delle abitazioni sul territorio italiano e poco più del 2% in offerta di vendita. Ma è un mercato decisamente interessante e per ovvie ragioni. Gli immobili di lusso cubano quasi il 10% del settore, con quasi 50 miliardi di euro di stock in compravendita. E sono Milano e Roma a fare la parte del leone. Il valore dello stock nel capoluogo lombardo è di 6,06 miliardi, nella Capitale di 4,5 miliardi. Segue la Versilia con 3,47 miliardi. E la domanda cresce più velocemente rispetto a quella del mercato tradizionale: “Dal secondo semestre del 2019 al primo del 2021 ha segnato infatti un aumento pari al 40% (quello tradizionale ha evidenziato un incremento di circa il 25%). Nel secondo semestre del 2022 poi, la variazione della domanda degli immobili di lusso registra un +9% mentre l’aumento nel mercato tradizionale segna un +13% rispetto al primo semestre del 2019”, spiega il report dell’Osservatorio di Immobiliare.it.
Oltre a costituire le due realtà più importanti del mercato immobiliare del lusso, Milano e Roma condividono anche una peculiarità. Se a livello nazionale il segmento si divide quasi equamente tra un 52% di appartamenti e un 48% di ville, nelle due città le proporzioni sono fortemente sbilanciate verso gli appartamenti. A Milano questi rappresentano addirittura il 99% nella composizione dello stock, con appena l’1% di ville. A Roma le ville compongono il 14% dell’offerta, rispetto all’86% di appartamenti.
A livello nazionale, lo stock delle ville di lusso ha un valore monetario di 27,8 miliardi di euro, per una superficie commerciale complessiva di 5,6 milioni di metri quadri. Nel 2020 la disponibilità relativa a questo segmento ha visto una leggera flessione, con una diminuzione media di circa 3 punti percentuali dall’inizio del 2019. Alla fine del 2022, l’offerta di ville risulta aumentata in tutte le macro aree, particolarmente dove c’è una prevalenza di appartamenti. L’interesse per le ville di lusso ha registrato un aumento costante dal secondo semestre del 2019 fino al primo semestre del 2021. In questo periodo la domanda è arrivata a un picco di oltre il 40%. Tuttavia, negli ultimi sei mesi l’incremento della domanda per i diversi segmenti si è stabilizzato ad un livello medio del +18% rispetto al giugno del 2019.