Perché questo articolo potrebbe interessarti? In tre giorni avrà luogo il quarantesimo incontro in meno di dieci anni. Quello tra Xi e Putin è un autentico “bromance” iniziato dieci anni fa. Il neoeletto presidente a vita cinese, alla prima visita in Russia dallo scoppio della guerra, si è preso la scena; con un balzo in avanti, scambiato per gaffe, che
Qualcosa più che amici, quello tra Xi Jinping e Vladimir Putin è un “bromance“. Il legame viscerale tra il leader cinese e quello russo è iniziato esattamente dieci anni fa. Era il marzo del 2013 quando l’appena divenuto capo del Partito comunista – e di conseguenza dello Stato – incontrava l’autocrate russo per la prima volta. Da allora sono seguiti quaranta incontri, spesso molto significativi. Lo anche questa visita in corso a Mosca, anche se non nella maniera che il mondo occidentale sperava. Alla vigilia dell’incontro tra Xi e Putin la stampa, soprattutto italiana, aveva ipotizzato di presunti speragli di pace. Totalmente invano. La vera notizia del quarantesimo faccia a faccia del decennio tra i due è decisamente un’altra.
Xi ha già rieletto Putin
“Caro presidente, caro amico, benvenuto in Russia. Sono lieto di avere l’opportunità di congratularmi personalmente per la tua rielezione a capo dello Stato cinese”. Dopo aver annuito sornione all’ascolto della traduzione della dichiarazione di Putin, arriva la pronta replica di Xi a favore di stampa. “Putin, caro amico, i nostri paesi hanno rapporti stretti“.
Dopo pochi minuti di saluti formali, il leader cinese sgancia la bomba. Quello che alcuni hanno inteso come gaffe è invece un endorsement in piena regola. Quando Xi dice dell’amico Putin: “La Russia ha raggiunto successi significativi sotta la sua guida. L’anno prossimo vi attendono le elezioni; e sono convinto che il popolo russo le darà il suo sostegno“. L’appoggio della Cina alla Russia viene riconfermato in maniera decisa; sul fronte personale, il leader cinese si spinge oltre. Xi ha di fatto lanciato il suo avvallo alla ricandidatura di Putin alle “elezioni” – possiamo serenamente mettere tra la virgolette – russe dell’anno prossimo.
La ricandidatura di Putin a immagine e somiglianza di Xi
In meno di cinque minuti le vane speranze di pace sono andate in frantumi. L’asse tra i due paesi – non certo campioni di democrazia – da tempo collaudato, trova una conferma che pare cancellare le turbolenze dell’ultimo anno. Il leader cinese ha di fatto fornito il proprio benestare all’abbattimento di un tabù che avrebbe potuto ostacolare l’amico russo. La ricandidatura di Putin per il 2024 è stata avvallata da Xi. Nell’anno delle elezioni americane, si terranno le – certamente meno contese – consultazioni russe. Formalmente, il Presidente della Federazione Russa, al suo quarto mandato (non consecutivo) non avrebbe sciolto la riserva un altro giro al Cremlino.
Dopo la riforma costituzionale in salsa ancor più autoritaria del 2012, Putin non avrebbe certo incontrato ostacoli insormontabili a un prolungamento della propria carica. Ma Xi gli ha fornito un assist prezioso, dando per scontata la ricandidatura di Putin; che a questo punto potrebbe estendere il suo potere a vita, come ha fatto poche settimane fa il suo omologo cinese.
Altro che gaffe, addio sogni di pace
Rimane curioso il fatto che la ricandidatura di Putin arrivi per bocca di Xi. Le parole del leader cinese sono suonate talmente anomale che il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, si è affrettato a smorzarle. Xi, stando alla versione di Mosca, si sarebbe limitato a paventare un supporto all’amico Putin in caso di rielezione. Oltre il velo orwelliano di improbabili smentite, la dichiarazione resta. E apre a qualcosa di più.
Non c’è alcuna gaffe. In un sol colpo, Xi ha quindi rieletto l’alleato e ne ha sposato in pieno il programma. Confermando il sostegno personale a Putin, la Cina ne ha avvallato la politica estera. A partire dalla guerra russa in Ucraina, che è funzionale alla messa in discussione dell’ordine internazionale da parte della Cina. Quando Putin e Xi affermano “che nessuna potenza della terra da sola è superiore alle altre”, lanciano un messaggio all’altra super-potenza al voto nel 2024.
Il bromance di Xi e Putin
Il mandato d’arresto da parte dell’Aia ha di fatto reso ufficialmente Putin il criminale di guerra più ricercato del mondo. Ma, in queste 72 ore di visita a Mosca, Xi non ha affatto avuto problemi a supportare l’uomo che ha definito il suo “migliore e più intimo amico”. Al di là dei dossier geopolitici – di contesa globale alla supremazia occidentale – ed economici – di interscambio di materie prime e tecnologiche – c’è dell’altro. C’è un percorso personale di amicizia che dura da dieci anni esatti.
“Hanno solo sei mesi di differenza, in termini di età; e i loro padri hanno combattuto nella seconda guerra mondiale. Entrmbi sono uomini che hanno avuto difficoltà in gioventù; e tutti e due hanno figlie”. Alexander Gabuev, senior del think tank Carnegie Endowment for International Peace ha descritto così a Politico quella che definisce il “bromance” tra Xi e Putin.
Dieci anni di amicizia
Secondo l’esperto di relazioni russo-cinesi i due leader “sono entrambi sempre più simili a un imperatore e uno zar. Ugualmente ossessionati dalle rivoluzioni colorate”. Quello tra Putin e Xi è un “bromance” che va avanti da dieci anni esatti; dal primo di quaranta incontri, proprio nel marzo del 2013, col primo viaggio fuori dai confini del presidente cinese a Mosca; la capitale straniera più visitata da Xi. Un’amicizia a prima vista, confermata dal meeting più che cordiale dello stesso anno a Bali, a ottobre. A margine vertice della cooperazione economica Asia-Pacifico, il giorno del compleanno di Putin, i due aveva trascorso la serata a base di vodka e sandwich. Quel legame personale si è sviluppato, sfociando in “un’amicizia senza limiti”, dichiarata in un’altra visita di Xi in Russia. Era il 2 febbraio 2022…