Vi ricordate della parità di genere? Ve lo ricordate? Vi ricordate che avevamo parlato delle città principali al voto (tutti i capiluogo più grandi), e avevamo riscontrato che su 98 candidati sindaci solo 15 erano donne, e solo una se la poteva giocare per diventare sindaco, ovvero Virginia Raggi?
Vi ricordate la faccia di Virginia Raggi mentre annunciava che era finita anche per lei? Ecco, oggi il Corriere ci dà i conti della grande rivoluzione femminile in Italia: 145 candidati nei 17 comuni capoluogo, 25 donne. Di donne al ballottaggio? Zero. Di donne elette nelle grandi città? Zero.
L’attenzione alle donne nei partiti? Sono solo chiacchiere
Quante donne hanno schierato per la corsa a sindaco i grandi democratici riformisti del centrosinistra? Zero. Quante donne hanno schierato i grandi liberali e garantisti del centrodestra? Zero. Quante chiacchiere hanno fatto, tutti quanti? Tante.
Le donne in politica vanno bene, ma solo quando non vengono candidate, così si può continuare a parlare di femminismo ma senza mai fare niente niente niente. Facciamo emergere Elly Schlein e poi boh, dove sarà finita? Chi lo sa. Facciamo emergere questo e quello e poi dove sono finiti? Boh, chi lo sa. Alla fine il femminismo di oggi va bene per far impazzire chi fa i convegni per una sterile rappresentanza di genere, o va bene quando ci sono le foto (oddio oddio, ci sono solo sindaci uomini: peccato il problema è che candidando solo uomini poi solo uomini ti trovi nelle foto). Le donne, e anche gli uomini, dovrebbero fare una rivoluzione per questo. O forse la stanno già facendo, come sempre fa la maggioranza, silenziosamente. Non vanno più a votare, perché su questa e altre mille cose la politica parla parla, fa bla bla bla bla, per generare altro bla bla bla, e poi altro bla bla, e poi altro bla bla in un circolo che di vizioso non ha manco più il divertimento.