Home Esclusiva True 007 avvelenati in Tunisia, tra liquori e complotti

007 avvelenati in Tunisia, tra liquori e complotti

Quattro ex 007 italiani sarebbero stati “avvelenati” durante una cena tra amici ad Hammamet, in Tunisia.

Uno di loro, identificato come Giuseppe Maio, di 57 anni, ha perso la vita subito dopo aver ingerito una misteriosa bevanda alcolica contenente cianuro. Il quadro è tuttora poco chiaro, ma secondo le recenti ricostruzioni fornite dalle agenzie di stampa, si tratterebbe di agenti dei servizi segreti italiani (Aise e Aisi) ormai in pensione, e da qualche anno residenti nel paese nordafricano. Un’innocua cena tra amici si è trasformata in una spy story degna di un sequel di James Bond con Daniel Craig. Dopo aver bevuto un bicchiere di liquore fatto in casa con noccioli di pesco, il primo muore all’istante, il secondo poco dopo entrerà in coma farmacologico, e gli altri due rimarranno solamente intossicati.

L’ipotesi intravede un collegamento tra le ex spie e l’arresto del latitante Angelo Salvatore Stracuzzi, noto come il “re del cemento” e affiliato alla cosca agrigentina di Licata. Di conseguenza, si è pensato subito alla ritorsione mafiosa. Ne abbiamo parlato con il giornalista Davide Bartoccini. “Ritorsione? Poco plausibile, ma è meglio non escludere nulla“. L’intervista.

Bartoccini, cosa ne pensa degli 007 avvelenati ad Hammamet?

La situazione è ancora vaga. Il discorso del collegamento tra l’arresto di questo capoclan e la presenza degli ex agenti segreti in Tunisia potrebbe essere poco plausibile. Domandando a un collega dell’agrigentino, ha confermato che il clan in questione non è potente, e che di conseguenza non credo proprio potrebbe avere capacità di pianificare un’operazione del genere; per pianificare operazioni di questo tipo ci vuole una conoscenza della materia in quanto a veleni. E non penso Cosa Nostra sia molto esperta a riguardo. Questa teoria sembra più una di quelle casualità che accendono lo spirito del complotto. Tuttavia, nulla è da escludere. Anche perché c’è sempre molta enfasi dal naufragio di due anni fa avvenuto sul Lago di Como. Da quando è successo quel fatto che tuttora non trova una spiegazione, ogni cronaca sui servizi segreti implica una pista più complottista. Personalmente andrei cauto con ogni genere di informazione. Anche se strano, sembrano soltanto un gruppo di pensionati che stavano insieme.

Le modalità destano qualche sospetto però.

C’è un particolare enigmatico, ed è il fatto che il liquore è stato immediatamente rovesciato nel lavandino, negando alla polizia tunisina la possibilità di recuperarlo. Questo è interessante dal punto di vista della mancanza di prove. Se fosse stata rinvenuta una quantità di cianuro pari anche in tutta la bottiglia allora sarebbe stato un conto. Altrimenti si potrebbe pensare che la bottiglia sia una copertura che dentro al bicchiere ci potesse essere una quantità eccessiva. [il nocciolo di pesca contiene infatti una sostanza, l’amidgalina, di per sè innocua ma che, una volta ingerita, viene trasformata dai batteri intestinali e finisce per liberare cianuro, ndr]

Tralasciando la pista mafiosa, si potrebbe ipotizzare un collegamento con il tema delle imminenti elezioni in Tunisia?

Laddove questo gruppo di arzilli pensionati operasse in maniera autonoma e quindi magari offrisse dei servizi non di intelligence, perché non possiamo parlare di intelligence, ma di informazione, si tratterebbe di una trama ancora più inquietante rispetto a quella di un regolamento di conti con un capo clan evidentemente poco importante. Trama molto appassionante, ma anche qui parliamo di supposizioni.