L’iconico concept shop milanese 10 Corso Como fondato da Carla Sozzani dal 2020 è gestito da Tiziana Fausti. I conti e il bilancio di un brand di culto ma che aveva sfiorato fallimento e sfratto
Ecco come è finito 10 Corso Como, il regno (che fu) della Wintour italiana
Un’idea visionaria per un luogo iconico di Milano, che per molti versi ha anticipato quello che con un po’ di retorica è definito il recente Rinascimento del capoluogo meneghino. Un Rinascimento di cui forse 10 Corso Como è stato paradossalmente vittima illustre. La creatura di Carla Sozzani, il suggestivo “concept shop” tra fashion, arte e cultura fondato nel 1990 in una ex officina in Porta Garibaldi, ha attraversato infatti anni estremamente difficili, che sembravano in grado di minacciarne l’esistenza. Così non è stato, ma la botta, indubitabilmente, c’è stata.
Il Covid non ha certo giovato, ma i guai erano iniziati già prima. E la nuova proprietà, ovvero Tiziana Fausti, imprenditrice a capo dell’omonimo multibrand del lusso, fondatrice e presidente di Holding Exor subentrata nel settembre del 2020, dopo aver sventato il rischio di sfratto che pendeva sulla precedente proprietà, affronta la sfida di proiettare verso il futuro la legacy del progetto di Carla Sozzani. Che con la sorella Franca, leggendaria direttrice di Vogue scomparsa nel 2016, ha costituito un binomio tra fashion ed editoria dall’impatto paragonabile a quello della riverita e temutissima Anna Wintour negli Stati Uniti.
Come vanno le cose? True News ha analizzato l’ultimo bilancio disponibile, quello chiuso il 31 dicembre 2021 e approvato il 26 aprile 2022. Ecco cosa raccontano i numeri.
10 Corso Como: il bilancio e le operazioni per raggiungere il pareggio
La società Tfc srl è controllata dalla Holding Exor srl (solo omonima della holding olandese Exor N.V. controllata dagli Agnelli) che detiene il 15% delle quote. Il restante 85% del capitale sociale è rimasto a Kcs srl. Ma di entrambe le società è attualmente legale rappresentante Tiziana Fausti, anche presidente di Tfc srl. I conti del 2021 sono chiusi in sostanziale pareggio. Anzi, con un utile di 1.374 euro. Risultato ottenuto grazie a proventi straordinari di natura fiscale: rilevante nello specifico l’adesione al consolidato fiscale proposto da Exor, che ha contribuito per 586.450 euro. Somma necessaria per andare a sanare la gestione corrente, che altrimenti avrebbe presentato una perdita di importo quasi identico. La spiegazione per il negativo risultato reddituale, come specificato nel documento stesso, è da individuare nel perdurare della pandemia Covid, che ha comportato il protrarsi della parziale chiusura delle attività e la preclusione della possibilità di organizzare eventi con i clienti.
Per quanto riguarda lo stato patrimoniale, decisiva risulta l’operazione di rivalutazione dei tre marchi del gruppo, ovvero “10 Corso Como”, “Corso Como Cafè” e (in misura minore) “3 Rooms” per complessivi 13milioni e 876mila euro, con perizia sottoscritta nel marzo 2021 dallo studio Cantaluppi&Partners. Questo ha consentito di iscrivere una apposita riserva di patrimonio netto di analogo importo, fondamentale per coprire nel 2021 quella che di fatto era stata una perdita dell’esercizio 2020 di 5 milioni e 152mila euro. Senza questa iniziativa, essendo la perdita superiore ad un terzo del capitale sociale, la società avrebbe rischiato di affrontare lo spettro dell’articolo 2446 del codice civile con conseguente obbligo di riduzione del capitale. Contesto dunque con qualche chiaroscuro, a fronte del quale è stato comunque deciso di compensare gli amministratori con la somma (non indifferente) di 240mila euro.
Quando fallimento e sfratto sembravano imminenti
Anni complicati, dicevamo. Con difficoltà emerse nel 2015 con l’istanza di fallimento presentata da Equitalia, che aveva contestato il mancato pagamento di tasse per 4,67 milioni. Si era giunti all’accordo bonario, poi era tuttavia iniziata la controversia con Rusconi, proprietario dell’immobile, che aveva chiesto lo sfratto dello store per ritardi nei pagamenti dell’affitto al momento della messa in vendita dello stabile. E la nuova proprietà – l’imprenditore Tiziano Sgarbi e la stilista Simona Barbieri, fondatori ed ex proprietari di Twinset – aveva portato avanti con determinazione l’istanza ottenendo dal Tribunale la firma dell’ingiunzione. Nel gennaio del 2018 era atteso da un giorno all’altro l’arrivo al 10 di Corso Como dell’ufficiale giudiziario per lo sfratto. Sventato all’ultimo. Quindi, meno di due anni dopo, la joint-venture con Tiziana Fausti. Di fatto il preludio al passaggio di proprietà.
In mezzo, lo scoppio della pandemia Covid, che aveva definitivamente messo in luce le criticità del modello di sviluppo degli anni precedenti. Con la crescita del boutique shop e del caffè e la realizzazione del mini-hotel. Ma soprattutto con la rapida apertura di sedi e corner a Shanghai, Pechino, Tokyo, Taipei, in Corea ed infine a New York. Ad oggi, oltre a Milano, resistono solo le location in Corea ed i corner a Tokyo e Taipei. Mentre New York e Shanghai hanno chiuso nel 2019 e Pechino due anni prima. Ma un segnale di inversione di tendenza giunge dall’apertura lo scorso luglio del nuovo pop up store da 140 metri quadri a Forte dei Marmi.