Perchè leggere questo articolo? Campo largo, campo larghissimo, campo giusto. Chiamatelo come volete, ma poi servono i contadini (Prodi docet). L’M5S stenta a trovare candidati di grido per le Europee. Raggi si offrirebbe, ma il regolamento… In casa Pd, lo schema-sandwich di Schlein rischia di trasformarsi in una tenaglia per diverse esponenti di spicco dei dem
Chiamatelo campo largo, larghissimo o giusto. Ma, come aveva spiegato Romano Prodi all’indomani della sconfitta in Abruzzo, quello che conta è che questo campo sia coltivato da un numero sempre maggiore di contadini. E, in vista delle Europee, le cose non sembrano ancora andare esattamente in questa direzione. Perchè sia Pd che M5S, i due azionisti di maggioranza del “campo”, sono alle prese con la difficile quadratura del cerchio delle candidature.
Cinque Stelle, mancano nomi forti per le Europee
Partiamo dai pentastellati: sinora il recruiting di Giuseppe Conte, alla ricerca di nomi di peso da piazzare come capolista, non sta dando risultati esaltanti. Le uniche certezze sono al momento l’ex presidenet dell’Inps Pasquale Tridico al Sud e l’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci nelle Isole. Conte si è visto sfilare dagli alleati del Pd l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, su cui puntava molto. Anche l’ex ministro Andrea Riccardi, corteggiato da tempo, è ancora tutto da convincere. A Nord-Ovest e Nord-Est, ricostruisce Repubblica, i nomi più probabili sono quelli di due parlamentari uscenti, ovvero Mariangela Danzì e Sabrina Pignedoli. Scelte a suo tempo da Gigi Di Maio.
Europee, Raggi si candiderebbe volentieri, ma…
Un nome forte in house i Cinque Stelle ce lo avrebbero anche. Ed è quello dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi. Che di candidarsi sarebbe pure contenta. Ma c’è l’ostacolo del regolamento dei Cinque Stelle in contrasto con la sua attuale carica di consigliere comunale nella Capitale in scadenza solo nel 2026. Ci vorrebbe un… “intervento interpretativo” dall’alto per dare il via libera. Ma come noto i rapporti tra Raggi ed i vertici pentastellati non sono ai massimi storici.
Europee, lo “schema sandwich” di Schlein? Una “tenaglia”
In casa Pd tiene invece banco la candidatura di Elly Schlein. Ed in particolare quello “schema sandwich” ipotizzato dalla leader dem che – come anticipato da true-news.it – invece di favorire le donne in lista rischia di trasformarsi in un boomerang. Il modulo prevede il ruolo di capolista nelle cinque circoscrizioni ad altrettante donne. Poi un uomo e solo al terzo posto la stessa Schlein. Durante la riunione-fiume tenutasi al Nazareno martedì 26 marzo, sono emerse tutte le perplessità dei dem. Replicare questo schema in tutte le circoscrizioni accentra inevitabilmente sui primi tre nomi in lista le chance di ricevere le preferenze. Rendendo assai ardua la sfida per tutti gli altri. Donne in primis. Sembrerebbero in particolare le riformiste Pina Picierno ed Irene Tinagli, protagoniste in questi anni a Bruxelles, a rischiare di non vedere premiato il loro operato. C‘è chi ha parlato di una vera e propria “tenaglia”.
Da Sarracino a Provenzano, da Serracchiani ad Alfieri, il sentimento comune è che mettersi doverosamente pancia a terra per sostenere le capoliste Lucia Annunziata e Cecilia Strada, oltre naturalmente alla leader Schlein, lascerebbe a bocca asciutta molti altri.
Europee, per il Pd a Sud Annunziata con Decaro
Ospite di Giovanni Floris in serata, la segretaria dem sul tema ha ammesso: “Ci sto riflettendo, ma prima voglio chiudere la squadra, che sarà aperta alla società civile“. Nel frattempo, accanto a Lucia Annuziata, Schlein ha annunciato come capolista della circoscrizione Sud il sindaco di Bari Antonio Decaro, al centro della bufera in questi giorni.