Grande Fratello, finalmente anche l’edizione 2024 è giunta a (in)degna conclusione. Ha vinto Perla Vatiero, già nota come cornuta di Temptation Island, lasciando al secondo posto la trionfatrice annunciata Beatrice Luzzi, attrice della soap Vivere.
Chi è Massimiliano Varrese
Sempre dal mondo della “recitazione” televisiva viene anche uno dei protagonisti dell’ultima, sciaguratissima covata: Massimiliano Varrese. Fu Carramba Boy, è stato tra i primi a varcare la porta rossa della Casa, già a settembre scorso. Dentro dal giorno zero, la sua partecipazione è stata funestata da stormi di polemiche inferocite. Sia i social che le principali testate online hanno portato avanti campagne mediatiche per chiedere a gran voce la squalifica del concorrente, accusato di essere “violento”, “aggressivo” quando non addirittura “pericoloso” in toni e modi.
Specie, verso le donne recluse con lui. Mentre L’hashtag #VarreseFuori è divenuto tra i più virali dell’intera edizione, tra ottobre e novembre scorsi. Come è andata a finire? Il pubblico ha portato Varrese in finale e oggi lui, da cattivissimo, si è digi-involuto in Fantozzi. Nessuno parla di questa “favola”, ed è quindi arrivato il momento di raccontarla per bene, dragando tale nuovo, profondissimo abisso.
Grande Fratello, l’incendiaria polemica mediatica contro la “violenza” di Massimiliano Varrese
Grande Fratello, a incendiare i primi mesi del ‘papà di tutti i reality’ fu la sommossa popolare contro l’ex Carramba Boy Massimiliano Varrese. Il nostro, sedicente ‘artista’, si è distinto fin da subito per un corteggiamento considerato dai più troppo pressante nei confronti della coinquilina Heidi Baci. Tanto che il padre della fanciulla entrò nella Casa costringendola a fare i bagagli per allontanarsi da “quell’uomo violento”. Il pubblico tutto diede ragione alle paterne preoccupazioni, cominciando a reclamare la squalifica per Varrese. Varrese che, di suo, non ha proprio saputo aiutarsi producendosi da lì in poi nei più disparati ascessi di aggressività verbale contro un’altra coinquilina, Beatrice Luzzi. “Se quella fuori di qui incontra il maschio sbagliato, tipo me, non finisce bene per lei” e simula il gesto di due schiaffi in viso. Oltre ai ferocissimi insulti che hanno scandalizzato l’Italia intera. O almeno così pareva. Visto che quello stesso pubblico che lo esigeva fuori in damnatio memoriae, a distanza di qualche mese, lo ha spedito in finale. Come è potuto accadere?
Massimiliano Varrese ora è Fantozzi
“Sono contento che il pubblico mi abbia mandato in finale. Significa che il mio percorso è stato capito e apprezzato”. Così Massimiliano Varrese al momento del verdetto del televoto che gli assicurava un posto d’onore all’ultima puntata del reality. Lui di certo non poteva saperlo, ma si sbagliava di grosso. I telespettatori, infatti, gli hanno fatto raggiungere tale prestigioso traguardo per un solo motivo: unico concorrente senza fandom né sostenitori all’infuori forse dei parenti stretti, una volta in finale non avrebbe mai rischiato di arrivare primo. E infatti si è classificato quinto. Che serata nefasta per lui! Una volta uscito dallo studio, si è imbattuto nella ex fidanzata Monia, anche lei concorrente per qualche settimana, che oggi sta con un altro, tale Josh Rossetti.
Il caso aggressione
L’energumeno, alla vista di Varrese, gli si è scagliato contro tirando calci e pugni alla vettura su cui era a bordo Massimiliano. Il video dell’aggressione è diventato virale. Intanto, il fu “attore” di Carabinieri, sconcertato, non aveva ancora aperto i social o googlato il proprio nome. Convinto di aver fatto un buon percorso, prima viene aggredito appena mette piede fuori dalla Casa, poi va a scoprire quanto il pubblico lo avesse sempre voluto fuori, fin dal giorno zero del reality. Fantozzi, è lei? La “favola” di Massimiliano Varrese al Grande Fratello dimostra, ancora una volta, quanto le polemiche social, anche le più infuocate, lascino spesso il tempo che trovano. Perfino i più accaniti sostenitori se ne dimenticano all’arrivo del prossimo trend. A farne le spese, solo l’immagine di un personaggio passato da meteora primi Duemila, a “violento” omuncolo. Per poi fare la fine del ragionier Ugo di fantozziana memoria. Sic transit infamia mundi.