Perché leggere questo articolo? Spesso presentata come potentissima lobby dii potere, Comunione e Liberazione è in una fase di ristrutturazione politica. E a queste Regionali in Lombardia non eserciterà la solita influenza. Ecco perchè.
Per molti, soprattutto i critici più duri a sinistra, Comunione e Liberazione in Lombardia significa potere. Un potere che si è radicato al massimo ai tempi di Roberto Formigoni. Ora invece Comunione e Liberazione sembra tagliata fuori dai grandi giochi politici e decisionali. Per almeno tre fattori.
Comunione e Liberazione al bivio tra Draghi e Meloni
Il primo tema da tenere in considerazione è la graduale “romanizzazione” di Comunione e Liberazione. L’ascesa ai vertici dello Stato di figure come l’ex Ministro della Giustizia Marta Cartabia lo testimonia. La nostalgia di buona parte degli ambienti ciellini per l’esperienza di governo di Mario Draghi nei mesi scorsi lo ha confermato anche in Lombardia.
Secondo punto: il grande game-changer, l’ascesa di Fratelli d’Italia nel centrodestra. Fonte di cambiamenti strutturali anche per Comunione e Liberazione. “Partito” trasversale ma che nel centrodestra ha fatto riferimento soprattutto a Forza Italia. Come bene sa Giulio Gallera, portato nel 2018 al record di preferenze a Milano proprio dalla scia della sua militanza ciellina ai tempi dell’università. E premiato con il ruolo di Assessore al Welfare mantenuto fino alla tempesta pandemica. Fdi è sempre stata avulsa da molte logiche di questo tipo. E la volontà di una classe dirigente territoriale spesso in seconda fila di conquistare il suo momento di gloria alle Regionali ha prevalso in questa tornata. Tanto che nonostante la conclamata volontà di Giorgia Meloni di ampliare al mondo cattolico non progressista la platea di riferimento dei conservatori di governo, Comunione e Liberazione non è rappresentata nelle liste. L’unica figura riconducibile al parco dei favoriti del mondo ciellino nelle liste di Fdi è Claudia Toso, figura di spicco della sanità monzese, Direttore UOC Cure Primarie dell’ATS Brianza.
In terzo luogo, Comunione e Liberazione appare, per la prima volta dall’inizio della Seconda Repubblica, divisa nei suoi riferimenti. La discesa in campo di Letizia Moratti contro il centrodestra lo testimonia. L’ex vicepresidente della Regione è figura stimata e apprezzata in ambito Comunione e Liberazione, che aveva appoggiato la sua candidatura al Quirinale a inizio 2022.
Comunione e Liberazione divisa tra Moratti e Fontana
La Moratti schiera figure senior decisamente riconducibili a Comunione e Liberazione come l’ex Ministro della Difesa Mario Mauro, ma il Terzo Polo è casa non pienamente accogliente per i reduci della stagione del centrodestra. L’ala che fa riferimento a Matteo Renzi e Italia Viva ha in passato avuto molto a che fare con i ciellini e ha incassato diversi appoggi, soprattutto al Meeting di Rimini. Quella di Carlo Calenda, invece, liberalprogressista nell’animo, ha meno attenzione ad attrarre transfughi del centrodestra di ieri.
Candidati come Mauro e la Toso si giocheranno la sfida delle preferenze senza però essere decisivi come portatori di voti per l’esito delle Regionali. E anche Maurizio Lupi, storico volto ciellino, sembra essere in difficoltà nella ricerca di riferimenti. Lupi e Noi Moderati hanno avuto bisogno della “cavalleria” di Vittorio Sgarbi e Rinascimento per chiudere le liste per le Regonali. Il tema di fondo? La mancanza di nomi in grado di emergere dalle tradizionali rappresentanze, come l’università e l’associazionismo. Provato dal fatto che Forza Italia schieri ancora il controverso Gallera come uomo di punta a Milano o dalle spaccature tra destra e moderati della galassia ciellina.
Comunione e Liberazone sembra percepire la fine di una stagione iniziata con Roberto Formigoni e proseguita con alterne fortune fino allo strappo tra Letizia Moratti e Attilio Fontana. Una storia di potere e leadership che, nonostante diversi episodi controversi e molte critiche, ha contribuito non poco all’edificazione del modello Lombardia. Ma nessun gruppo di potere è fatto per durare per sempre.
Sanità, istruzione, università: i temi su cui i ciellini fanno pressione ora
E dunque i ciellini si stanno muovendo dall’ambito della rappresentanza politico-istituzionale, che sarà in larga parte loro preclusa in questa tornata, all’advocay su singoli temi: all’Allianz Cloud di Milano, il 31 gennaio scorso, per la prima volta i ciellini hanno invitato i candidati alla presidenza della Regione non come relatori ma come uditori nella loro convention pre-regionali. “Elezioni regionali 2023. Che cosa c’è in gioco?”, la convention della Compagnia delle Opere di Comunione e Liberazione a cui Moratti, Fontana e Pierfrancesco Majorino sono stati presenti in platea, si è concentrata su temi precisi. In primo luogo, la libertà di scelta educativa tra scuole pubbliche e paritarie. Ne ha parlato Francesco Magni, ricercatore in Pedagogia generale e sociale all’Università degli Studi di Bergamo, secondo cui “dote scuola e Buono scuola di Regione Lombardia sono un buon esempio, da incrementare”.
In secondo luogo, la sanità, tema su cui Comunione e Liberazione intende mantenere un presidio. In questo caso Lorenzo Mantovani, docente di Igiene in Bicocca, ha sostenuto che “dobbiamo ora affrontare la multimorbilità. L’ospedale deve rimanere, ma occorre seguire nel tempo e sul territorio la persona”. Infine, l’Università. Tema su cui i ciellini si sono detti a favore di investimenti in innovazione e sviluppo. Schierando poi il loro volto nuovo: Marta Ghidoli, già presidente del Consiglio degli Studenti del Politecnico di Milano. Meno politica e società civile, dunque. Perché il mondo cambia per tutti. Anche per Comunione e Liberazione.