“Pago l’abbonamento di due quotidiani nazionali online ed ogni giorno continuo a stupirmi per la futilità, inconsistenza delle notizie che trovo pubblicate. Le storie del Paese reale, quelle che vivono ogni giorno gli italiani vengono travolte dalle valanghe di gossip e frivolezze. Se accendo le tv, pubblica compresa, poco cambia”. Sono le parole postate ieri su Facebook da Carlo Paris, ex corrispondente della Rai da Gerusalemme.
Difficile non dargli torto, basta aver letto negli ultimi mesi i principali quotidiani italiani, Corriere della Sera e Repubblica. Impossibile non notare l’invasione di campo che i due giornali hanno scelto di fare in un territorio che fino a non molto tempo fa sarebbe stato di esclusiva competenza dei settimanali – numerosi – che in Italia sguazzano tra amori (veri o presunti), probabili gravidanze (“il pancino sospetto” è sempre lì, in agguato), guerre senza esclusione di colpi per la conduzione di un programma tra ultrasessantenni che – mistero! – continuano ad essere definite showgirl pur rientrando ormai per anagrafe nella categoria delle vecchie carampane.
La svolta “pop” del Corriere voluta da Cairo
La svolta “pop” data al Corriere è cominciata da quando il quotidiano di via Solferino è diventato di proprietà di Urbano Cairo, il cui impero poggia le basi proprio sulle riviste che vivono di pettegolezzo che, chissà perché, vengono nobilitate bypassando il termine gossip con la definizione più nobile di “familiari”.
Per tutta l’estate il Corriere ha proposto una serie di interviste di coppia inaugurando nelle sue pagine di cronache la serie “Grandi amori”. Ci ha edotto così su chi ha coniato la definizione di “comunista col cachemire” per Fausto Bertinotti. E’ stato il frutto di una gaffe di sua moglie Lella, assidua frequentatrice col marito, ex presidente della Camera ed ex sindacalista, dei salotti romani. La rivoluzione non è un pranzo di gala, motteggiava Mao Tse Tung. E infatti i coniugi Bertinotti prediligono le cene.
Dagli editoriali di Panebianco alle wags
Abbiamo appreso anche che l’ex bandiera del Milan Billy Costacurta era al tavolo con sette modelle quando vide al tavolo accanto la futura moglie ed ex Miss Martina Colombari, che si è lamentata delle altre “wags” la snobbavano. Poveri quei lettori che, avvezzi alle note politiche di Angelo Panebianco, si sono imbattuti in un termine a loro ignoto e forse anche a qualcuno che sta leggendo: Wags è l’acronimo di Wives And Girlfriends ovvero mogli e fidanzate di sportivi famosi, in particolare calciatori.
Rimanendo in ambito calcistico, ma a bordo campo, ci chiediamo: ma come abbiamo fatto a sopravvivere fino ad oggi ignorando che in casa di Fabio Caressa e Benedetta Parodi hanno scoperto il segreto della felicità? La ricetta magica? “Mai col pigiama in casa”.
C’era una volta al Corriere un tale Tiziano Terzani
Diamine! Siamo pur sempre il “Corriere”, si saranno detti in una riunione di redazione in via Solferino. Hanno pensato che con questa serie di interviste stavano facendo rivoltare nella tomba Tiziano Terzani? No. Hanno arricchito l’album con interviste di coppia ad Andrea Crisanti e signora (lui mostrò subito la sua innata simpatia presentandosi a lei ai tempi dell’Università come uno studente che aveva tutti 30 e lode sul libretto), un paio di muse di attori scomparsi (Giorgio Albertazzi e Carmelo Bene), il regista Pupi Avati.
In tempi di politicamente corretto, forse per evitare l’accusa di puntare troppo sulle famiglie tradizionali, come quella di Lorella Cuccarini e Silvio Testi, è sbucata l’intervista sul grande amore tra Imma Battaglia ed Eva Grimaldi. Il sommario dell’intervista è eloquente: L’attivista Lgbtq+: «Aveva un modo molto divertente di corteggiarmi, sembrava un’adolescente. Ha scatenato il latin lover che c’è in me». Grimaldi: «Imma ha un’intelligenza fuori dal normale. Mi fa sentire femmina più di tutti gli uomini che ho avuto».
I danni del clickbaiting
Se qualcuno pensa che questa deriva dei quotidiani sia causata dal nuovo corso politico dell’Italia sovranista, bè, sbaglia. La miccia l’ha accesa la rete, dove ormai è più facile leggere resoconti sui peli sulle gambe di Giorgia Soleri che un reportage.
Il voyeurismo da clic ha infettato anche i grandi giornali. Tanto da far rimpiangere le estati quando, costretti a foliazione ridotta per minor carico di pubblicità. semplicemente si riducevano le pagine. Ma almeno leggevi le notizie-.